Federico Pizzarotti indagato per l'alluvione di Parma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-06-08

Il sindaco è sotto accusa per disastro colposo in quanto massima autorità di protezione civile in città dopo l’esondazione che allagò la zona sud provocando milioni di euro di danni

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Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti del MoVimento 5 Stelle è stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica per l’alluvione del Baganza del 13 ottobre 2014. Indagati anche il comandante della polizia municipale, Gaetano Noè, il dirigente della protezione civile regionale, Gabriele Mainetti, e di quella provinciale, Gabriele Alifraco, e l’ex responsabile del servizio tecnico di bacino, Gianfranco Larini.

Federico Pizzarotti indagato per l’alluvione di Parma

Nell’ottobre del 2014 il Partito Democratico aveva messo sotto accusa la gestione dell’emergenza da parte della giunta: il capogruppo del Pd Nicola Dall’Olio aveva criticato il sindaco:

A Parma, osserva l’esponente del Pd, “diversamente dagli altri Comuni allertati, non succede niente. Il sindaco, che non ha provveduto a delegare un assessore per la Protezione civile ed è quindi unico responsabile, non attiva le procedure previste per queste situazioni: non informa la popolazione interessata dal rischio esondazione; non manda la polizia municipale a presidiare ponti e strade; non prende quelle misure ordinarie di prevenzione che erano state adottate in occasione della piena del Baganza del 2000”.
Sollecitato a rispondere su questo, aggiunge Dall’Olio, Pizzarotti “si difende dicendo che nel 2014 le allerte non possono arrivare via fax o posta elettronica certificata, perché si perdono nel flusso continuo di comunicazioni che riceve il Comune”. Una giustificazione che per il capogruppo “ha dell’incredibile e che dimostra quanto la gestione della protezione civile sia stata colpevolmente sottovalutata per non dire ignorata da questa amministrazione”.
Significa infatti che “dentro il Comune non viene garantito un presidio adeguato alle comunicazioni di allerta tanto più che tali comunicazioni, evidentemente a insaputa del sindaco, arrivano anche via sms, sempre che siano stati forniti numeri attivi e presidiati”.

L’iscrizione nel registro degli indagati risale alla scorsa settimana, scrive la Gazzetta di Parma, ma non sarebbe ancora stata trasmessa alcuna informazione di garanzia agli indagati, perché finora la Procura non ha svolto atti che richiedano la presenza di un difensore. Il sindaco è indagato per disastro colposo in quanto massima autorità di protezione civile in città. Il fascicolo era stato aperto contro ignoti dal Pm Paola Dal Monte pochi giorni dopo l’esondazione che allagò la zona sud della città provocando milioni di euro di danni ma non provocò vittime. Le indagini sono state condotte in questi mesi dal Corpo forestale dello Stato e dalla stessa polizia municipale. Nulla però trapela sul fronte investigativo anche se l’attenzione degli inquirenti non sarebbe rivolta solo sulle eventuali inadempienze di Pizzarotti ma di tutto il sistema dell’allerta della protezione civile. In particolare sulla catena di comunicazione delle allerte meteo. A partire dal fax partito dalla prefettura sabato 11 ottobre alle 13:49 e protocollato al comune di Parma solo lunedì 13, lo stesso giorno del disastro. Pizzarotti in questi giorni non è a Parma perché impegnato in una missione in Cina.
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