Fecondazione assistita, i centri e i costi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-10

Le regioni del Sud, ma non solo quelle, stanno togliendo il servizio ai propri cittadini, altre continuano ad assicurarlo

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La Repubblica di oggi torna su una delle “curiosità” e specificità tutte italiane: la legislazione differente tra regione e regione per la fecondazione assistita. Le regioni del Sud, ma non solo quelle, stanno togliendo il servizio ai propri cittadini, altre continuano ad assicurarlo.

La Puglia è apparentemente la più motivata a non rimborsare più la pma ma anche Calabria, Sicilia e Campania hanno detto stop. Qualcosa si muove anche in Trentino Alto Adige. Non ancora chiara la situazione nel Lazio, i funzionari dicono alle altre Regioni che i rimborsi sono fermi mentre il subcommissario per la sanità Giovanni Bissoni ci tiene a rassicurare: i cittadini saranno coperti. C’è poi chi non rimborsa l’eterologa ma passa solo l’omologa, come il Piemonte e la Lombardia, regione che si è messa subito di traverso quando il trattamento ha avuto il via libera nel sistema sanitario con la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40, nella primavera 2014. Ovviamente le regioni che non pagano per chi si sposta, non offrono più il trattamento gratis nemmeno nel loro territorio dove le liste di attesa sono già lunghe. In certi casi sono state fissate delle tariffe, come in Puglia dove si parte da 1.600 euro, somma ben più bassa dei 3-4 mila euro richiesti dai privati.

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Fecondazione assistita, centri e costi (La Repubblica, 10 ottobre 2015)

Nelle due infografiche si mostrano centri e costi della fecondazione assistita e le dimensioni dei viaggi fuori regione per chi si sposta per usufruire del diritto.
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La fecondazione assistita in Italia (La Repubblica, 10 ottobre 2015)

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