Enrico Piroddi: uno dei due arrestati dell'asilo Babyworld si difende

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-02

Arrestato ieri per maltrattamenti, il 35enne si difende dalle accuse in un’intervista alla Stampa

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Si chiama Enrico Piroddi e ieri è stato arrestato insieme a Milena Ceres con l’accusa di maltrattamenti all’asilo BabyWorld del quartiere Bicocca a Milano. Il 35enne in un’intervista rilasciata oggi a La Stampa si difende dalle accuse mossegli dalla procura:

Si riconosce nel personaggio descritto dal le cronache?
«Le cose che si vedono nei filmati non raccontano il cento per cento del nostro lavoro. Non ho mai maltrattato quei bambini, per loro avevo solo abbracci e carezze. Non siamo degli aguzzini e loro, ci creda o no, venivano da noi volentieri. D’altra parte, se sono stato rimesso in libertà, e anche la coordinatrice non è più a San Vittore, ci sarà un motivo. È un’esagerazione, hanno solo sollevato un polverone».
Le immagini, però, sono eloquenti. I carabinieri hanno assistito addirittura a un morso sul volto.
«Non nego l’episodio del morso, ma i fatti vanno contestualizzati nell’ambiente di un nido con tanti bambini. Se si registra per mesi 24 ore su 24, il momento sopra le righe si trova. Non hanno considerato che l’educatrice poi recupera il rapporto con il bambino e la sua fiducia. Se io piazzassi telecamere in ogni casa con figli minori, crede che non troverei un episodio un po’ violento? Ma questo non significa non voler bene. Nei video forse i modi erano bruschi, mentre il fatto che i bimbi fossero legati non è vero. Erano normali cinture di sicurezza che hanno tutte le sdraiette.»

enrico piroddi asilo babyworld
Enrico Piroddi, arrestato ieri insieme a Milena Ceres per maltrattamenti all’asilo Babyworld

Nella struttura sono stati commessi degli errori?
«Certe situazioni critiche sono state gestite nel modo sbagliato. Alcuni bimbi per esempio erano tenuti in bagno, un locale non adatto al riposo. Erano quelli appena arrivati da noi, piangevano di più per la mancanza dei genitori. Ma li mettevamo di là solo per evitare che gli altri dieci fossero disturbati da quelli che piangevano a dirotto».

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