L'uomo che lascia tutti i suoi averi alla ricerca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-06-19

Il “testamento” di Franco Fiorini: «Lascio ogni mio avere, beni mobili e immobili, alla dottoressa Elena Cattaneo, senatrice a vita, perché li destini come meglio crede alla ricerca scientifica»

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«Lascio ogni mio avere, beni mobili e immobili, alla dottoressa Elena Cattaneo, senatrice a vita, perché li destini come meglio crede alla ricerca scientifica»: lui si chiama Franco Fiorini e le sue ultime volontà, lette dal notaio Chiara Quaranta, sono state chiarissime: morto il 21 maggio scorso dopo avere convissuto per 64 anni con la malattia, nato nel 1952, lo stesso anno in cui Jonas Salk e Albert Sabin iniziavano a gareggiare per il vaccino che avrebbe sradicato la poliomielite dal mondo, ha deciso di lasciare tutti i suoi averi alla ricerca. L’esecutrice sarà la senatrice a vita Elena Cattaneo. La storia la racconta Michele Smargiassi su Repubblica:

Di Franco Fiorini sanno poco anche a Molinella, che pure è una cittadina di poche migliaia di anime, immersa nel /PWFDFOUP di Bertolucci (ricordi di paludi e di mondine, qui c’è ancora il Psdi). Da quindici anni, lasciato il posto di direttore amministrativo di un’azienda edile, viveva segregato nella sua villetta bianca, moderna, a due piani, vicina al centro del paese: rare uscite, vita minimale, poche spese, non aveva neppure una sedia a rotelle, nel suo studio di mobili sobri e solidi s’aggirava a bordo di una sedia da regista alle cui gambe il padre aveva applicato quattro rotelle. «La sua è stata una vita di affetti, i genitori lo hanno accudito, protetto, magari un po’ chiuso in una campana di vetro…» racconta di lui l’avvocato bolognese Paolo Ghedini, una relazione di lavoro diventata amicizia, «il padre lo portava tutti i giorni a lezione, e poi al lavoro, issandolo con le sue braccia, finché ha potuto». Dopo la morte dei genitori, solo l’aiuto di una badante. «Discutevamo di politica, di libri, neppure a me aveva detto nulla della sua idea», racconta Ghedini. Gli aveva semplicemente affidato, poco prima di morire, la busta chiusa con il testamento, l’ultimo di una serie, senza dirgli nulla del contenuto. «Non parlava mai della sua malattia, non ha mai imprecato contro il destino che lo ha fatto nascere qualche anno troppo presto. Era una persona serena».

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Le ultime volontà di Franco Fiorini (Foto da: Repubblica, 19 giugno 2016)

Ma in quella solitudine da eremita possedeva una finestra sul mondo. Un computer, Internet. «Sempre informatissimo». Dobbiamo immaginarcelo così, il volto illuminato dalla luce azzurrina dello schermo, mentre cerca notizie su quella malattia così feroce, poi debellata dalle vaccinazioni di massa degli anni Sessanta, la malattia di cui è stato, per una congiura implacabile della cronologia, per una manciata di anni, uno degli ultimi bersagli; e sulle altre afflizioni degli uomini, e su chi le combatte in nome della vita. Così deve avere incontrato il nome di Elena Cattaneo, così deve essersi convinto, leggendo, studiando, che fosse lei la persona giusta. Così deve avere preso la sua solitaria decisione.

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