Excalibur: il cane sospettato di essere un untore di Ebola

di Elsa Stella

Pubblicato il 2014-10-08

Effetto orsa Daniza: anche se i due casi sono molto diversi, è scattata la molla animalista

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Ha raccolto 60mila adesioni in un giorno la pagina Facebook “Salvemos a Excalibur”, il cane dell’’infermiera spagnola che ha contratto l’Ebola curando un missionario reduce dalla Sierra Leone (ora morto), che è ricoverata nell’ospedale Alcorcon, alla periferia di Madrid, insieme al marito, per ora solo in osservazione. Il loro cane Excalibur, lasciato a casa con una confezione da 15 chili di croccantini aperta, la vasca da bagno piena d’acqua e la finestra del terrazzo socchiusa, dovrebbe nelle intenzioni del ministero della sanità essere soppresso, per evitare qualunque rischio di contagio: anche se la trasmissione di Ebola tra cani e umani è poco studiata, una ricerca condotta tra il 2001 e il 2002 in Gabon ha dimostrato che i cani possono contrarre l’Ebola in modo asintomatico, divenendo così veicoli del contagio. Nessuno ha fatto analisi del sangue al cane, ma il rischio esiste. E soprattutto, poterlo esaminare da morto offrirebbe agli scienziati una ottima possibilità di studio della temibile malattia. «Fosse per me non lo sopprimerei – ha detto al quotidiano El Mundo Eric Leroy, coautore della ricerca del Gabon. – Neglio tenerlo in quarantena sotto vigilanza costante in una installazione ad hoc. Si potrebbe seguire la sua evoluzione per mezzo di diversi parametri: biologici, virologici, sierologici. Si tratta di una opportunità preziosa per comprendere l’evoluzione del contagio». Finora si riteneva che i cani venissero contagiati solo mangiando i resti di animali malati di Ebola, come i pipistrelli. Una piccola folla presidia il portone di casa della donna per impedire alla polizia di salire a prendere il cane, gli agenti dal canto loro minacciano gli animalisti di multarli per seimila euro.

Le foto di solidarietà per Excalibur dalla sua pagina Facebook


Il dibattito sulla sorte di Excalibur ha raggiunto toni infiammati, e in rete è inevitabilmente diventato virale (ci si perdoni l’ironia involontaria). «Esigiamo che l’animale riceva una diagnosi adeguata e sia posto in quarantena e se necessario in terapia – ha detto Javier Moreno, coordinatore dell’organizzazione animalista Igualdad animal (Uguaglianza animale). – Ci opponiamo con fermezza al suo sacrificio, che sarebbe l’ennesima conferma dell’incompetenza con cui si sta affrontando questa crisi». La solidarietà nei confronti di Excalibur è appassionata.  Lo scrittore Arturo Pérez-Reverte  via Twitter ha proposto perfino di giustiziare la ministra della sanità Ana Mato e di lasciar campare il cane. Le dimissioni della ministra sono chieste a viva voce da medici e infermieri colleghi della donna malata (nello stesso ospedale sono in osservazione altri 22 operatori sanitari).

I tweet sul caso di Excalibur


L’infermiera malata (il paziente zero in Europa) aveva curato il missionario Manuel Garcia Viejo, morto il 25 settembre scorso a Madrid dopo aver contratto la malattia in Sierra Leone. Il missionario di 69 anni è stata la seconda vittima spagnola dell’epidemia che sta falcidiando l’Africa occidentale, dopo il prete Miguel Pajares di 75 anni, ucciso dal virus contratto in Liberia. L’infermiera è andata in vacanza il giorno dopo la morte del missionario. Il ministero della sanità ha sottolineato che nulla lascia pensare che abbia potuto contagiare altre persone: per contrarre l’Ebola è necessario un contatto diretto con i fluidi corporei dei malati.
 
 
 

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