Ebola: come si diffonde il virus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-07

L’infografica del Corriere della Sera dopo la notizia dell’infermiera spagnola malata

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Dopo il caso dell’infermiera spagnola che si è ammalata di Ebola dopo aver curato un missionario di ritorno dalla Sierra Leone quando già i sintomi del virus erano evidenti – e quindi era un soggetto a massimo rischio di contrarre l’Ebola, come spiegato in più occasioni – il Corriere della Sera pubblica la mappa della diffusione del virus.

ebola diffusione virus
Ebola: come si è diffuso il virus (Dal Corriere della Sera; fonte: New England Journal of Medicine, Organizzazione mondiale della Sanità, El Mundo, The Wall Street Journal)

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Come abbiamo già spiegato, l’inizio dell’epidemia è da datare intorno al dicembre 2013, con un primo episodio in Guinea alla fine del mese. Dal 30 dicembre 2013 al 14 settembre 2014 i casi sono stati 4.507, con un tasso di mortalità pari al 70,8%. Colpisce donne e uomini più o meno al 50%. Il virus che si è diffuso da una regione rurale della foresta pluviale in Africa occidentale ai grandi centri urbani potrebbe infettare fino a ventimila persone entro novembre. In pieno inverno il worst case scenario prevede tra i 270mila e i 500mila infettati.
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Ebola potrebbe diventare endemico nella popolazione dell’Africa occidentale e provocare nei prossimi anni epidemie sporadiche della malattia, soprattutto in Liberia, secondo il rapporto firmato da OMS e Imperial College di Londra. Lo studio congiunto è stato pubblicato sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine a sei mesi esatti dalla prima notifica di un caso di ebola dell’attuale epidemia. Spiega Christopher Dye, direttore strategia dell’Oms: «Con misure di controllo parziali, il virus dell’ebola nella popolazione umana può trasformarsi in una caratteristica della vita in Africa occidentale». In questo quadro, aggiunge Dye presentando lo studio nel corso di una conferenza stampa, non si può escludere una mutazione del virus che cambi le modalità di contagio. Al momento gli studiosi ritengono che una persona ne contagi altre due: la via di trasmissione è unicamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporali (sudore, sangue, saliva, tra gli altri).

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