È vero che il talco causa il cancro alle ovaie?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-05-12

Settecento donne hanno querelato la Johnson&Johnson dopo aver contratto un tumore ovarico e torna alla ribalta la connessione tra talco e cancro alle ovaie, cosa c’è di vero?

article-post

Salon ha ripreso un pezzo pubblicato da Fairwarning dove viene raccontata la storia di Deane Berg, la prima donna ad aver intentato causa contro la Johnson&Johnson per non aver espressamente indicato sulle confezioni che due prodotti a base di talco, il Johnson’s Baby Powder e lo Shower to Shower, possono provocare o favorire l’insorgere del cancro alle ovaie.
 
IL RAPPORTO TRA TALCO E CARCINOMA OVARICO
La vicenda risale a qualche anno fa quando la Berg, dopo che il suo medico le ha comunicato che era affetta da un cancro ovarico al terzo stadio scopre che tra i fattori di rischio che causano l’insorgenza del cancro alle ovaie c’è anche la polvere di talco usata per l’igiene intima. Alla base di questa affermazione ci sono alcuni studi condotti fin dall’inizio degli anni Settanta secondo i quali l’uso regolare di talco sugli organi genitali femminili aumenta le probabilità che si sviluppi il cancro alle ovaie. Il rapporto tra l’utilizzo della polvere di talco e il cancro ovarico non è scientificamente provato, anche se la sostanza è stata inserita nella lista degli elementi (oltre un centinaio) che potrebbero costituire un fattore di rischio per la salute umana. Nel 2006 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha condotto e pubblicato uno studio sul rapporto tra talco e tumori, ricordando come fino al 1976 i prodotti a base di polvere di talco usati nella cosmesi contenevano un maggior numero di impurità rispetto a quelli attualmente in commercio. Lo studio della IARC aveva concluso che non c’erano sufficienti elementi per dimostrare un rapporto tra l’utilizzo del talco sui genitali e l’insorgere di una qualche forma di carcinoma ovarico. La monografia della IARC inoltre esamina tutti gli studi precedenti (quelli citati da Fairwarning) mettendone in evidenza l’incompletezza e l’inconclusività. Al momento quindi non ci sono molte certezze sul rapporto tra l’utilizzo della polvere e l’insorgere del cancro. Anche studi più recenti evidenziano che:

Epidemiologic evidence suggests a possible association between genital use of talcum powder and risk of epithelial ovarian cancer; however, the biological basis for this association is not clear.

concludendo che sono necessarie ulteriori ricerche per fare luce sull’interazione tra la sostanza e i meccanismi biologici del corpo umano. Un altro studio del 2010 a pur evidenziando un aumento del rischio per le donne in menopausa indicava la necessità di condurre studi più approfonditi per verificare la correlazione:

In summary, we noted a modest positive association between genital use of talcum powder and endometrial cancer risk among postmenopausal women. However, this association needs to be replicated in future and larger studies. Mechanistic studies also are needed to elucidate the process by which talc may increase the risk of carcinogenesis and to provide additional support for this relationship.

Inoltre l’articolo di Fairwarning riporta che il talco è stato inserito tra le sostanze potenzialmente cancerogene ma omette di notificare che lo studio della IARC non riguarda solo l’uso nella cosmesi o nell’igiene intima. Il talco infatti può essere un fattore di rischio per i minatori che lavorano nelle miniere dove il minerale viene estratto o per gli operai che lavorano nelle fabbriche di gomma. In queste due situazioni il problema è causato dall’eventuale inalazione della polvere e il suo depositarsi nel tratto respiratorio e polmonare. Per quanto riguarda la patogenesi del carcinoma ovarico causato dal talco le ipotesi sul tappeto non sono esaustive.
LA CAUSA COLLETTIVA DELLE DONNE AMERICANE
Ciononostante la causa della Berg è andata avanti e nel 2013 è giunta ad un verdetto che ha scontentato un po’ tutti. Il giudice ha riconosciuto che la Johnson&Johnson era colpevole di aver omesso l’avvertimento sui possibili rischi per la salute sulle confezioni di talco ma al tempo stesso non ha condannato l’azienda ad alcuna forma di risarcimento nei confronti di Deane Berg che aveva sostenuto di aver usato i prodotti della Johnson&Johnson dal 1975 al 2007. Questa prima sentenza non dice nulla riguardo il fatto che l’uso del talco sulle parti intime provochi o meno il cancro. Cionondimeno nel frattempo altre 700 donne (o dai loro familiari nel caso delle decedute) affette da carcinoma ovarico hanno fatto causa alla Johnson&Johnson. Le querelanti sostengono che l’azienda sapeva che il prodotto era pericoloso per la salute umana e non ha fatto nulla per avvertire le consumatrici. Da parte sua l’azienda continua a ribadire che non esiste alcun nesso causale tra l’utilizzo dei suoi prodotti e il tumore alle ovaie. L’inizio del dibattimento di questo maxi-processo è previsto per il 2016.
Foto copertina Austin Kirk via Flickr.com

Potrebbe interessarti anche