E Travaglio si scusa per la storia di Zouheir

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-11-19

Ieri il direttore citava la bufala della guardia musulmana che ha sventato l’attentato, smentita sul suo stesso giornale

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Ieri Marco Travaglio nel suo editoriale sugli attentati di Parigi ha raccontato la storia di Zouheir, guardia di sicurezza allo Stade de France di religione musulmana che avrebbe sventato l’attacco dei kamikaze. La storia era un falso e la parte più curiosa è che era stato smentito da Caterina Soffici proprio sul Fatto. Oggi un lettore chiede conto a Travaglio della questione:

A pagina 11 delFatto Quotidianodel 17 novembre la vostra Caterina Sofficismentisce, citandolemolte voci infondate che sono circolate sui social e più in generale sul web, la toccante versione secondo la quale Zouheir, guardiadi sicurezza allo Stade de France di religione musulmana, avrebbe sventato la carneficina all’interno dello stadio bloccando il terrorista all’ingresso. La stessa notizia, qui menzionata tra le bufale, viene ripresa come veritiera dallo stesso Marco Travaglio nella sua spalla. Non mi sconvolge il fatto che possa essere dato un diverso peso alle fonti; ritengo però utile approfittare di questo spunto per riflettere sulle modalità con le quali le notizie giungono a noi: l’informazione è necessariamente mediata, e la catena si è allungata a tal punto da rendere spesso arduo distinguere le notizie vere da quelle false e da richiedere in ogni caso un “atto di fede” da parte dei lettori nei confronti di un organo di informazione; prediligere la versione dei fatti data da una specifica testata o da uno specifico giornalista è ed è sempre stato un atto squisitamente politico.
Sarebbe un po’come dire che i lettori, anello finale della catena e impossibilitati nella maggior parte dei casi a verificare personalmente, sono in balia delle loro stesse convinzioni: qui risiede la criticità del ruolo dell’informazione, che dovrebbe sempre essere cosciente delle proprie responsabilità e avere la buona fede come bussola. Niente di più attuale nel desolante panorama dell’informazione del nostro Paese. Quanto a Zouheir, resta il dubbio: esiste o no, e ha oppure no salvato migliaia di persone?

marco travaglio flickr
Travaglio risponde scusandosi per l’errore:

Della dinamica dettagliata degli attentati di Parigi, purtroppo, sappiamo ancora pochissimo. Fra le tante notizie che si erano diffuse ed erano state riprese da giornali italiani c’era anche quella di Zouheir, che poi – come ha scritto giustamente Caterina Soffici, mentre io non me ne sono accorto – è stata smentita. Resta assolutamente vero quello che affermavo, citando il suo caso (poi rivelatosi falso) e quello di un cameriere musulmano che ha salvato due vite in uno dei ristoranti colpiti dai terroristi (credo rivelatosi vero): e cioè che le vittime del terrorismo jihadista sono di tutte le nazionalità e le religioni, dunque considerare l’Isis come una minaccia soltanto per la “civiltà eb ra i co – c r i s t i a n a ”è una colossale fesseria. E i passeggeri dell’aereo russo abbattuto nel Sinai? E i libanesi assassinati qualche giorno prima delle stragi di Parigi? E Ahmed Merabet, l’a g e n te di scorta di Charb (direttore di Charlie Hebdo) falciato a gennaio dai terroristi a colpi di kalashnikov davanti alla redazione del giornale?

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