Domenico Kappler: l’uomo di Fratelli d’Italia accusato di aver favorito la ‘ndrangheta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-12

L’operazione Reghion: tra gli indagati figurano tutti “colletti bianchi”: tra questi l’ex senatore di An, commissario di Fratelli d’Italia in Calabria, ex amministratore delegato di Risorse per Roma. Secondo l’accusa avrebbe corrotto un funzionario del comune di Reggio Calabria

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Un “comitato d’affari” in grado di gestire la macchina amministrativa comunale nell’interesse della ‘ndrangheta. Stamani all’alba è scattata l’operazione Reghion, condotta dai Carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina. Con l’accusa a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, intestazione fittizia di beni, estorsione aggravata dal metodo mafioso, i Carabinieri hanno fermato dieci persone, tra cui funzionari e dirigenti del Comune di Reggio Calabria.

Domenico Kappler: l’uomo di Fratelli d’Italia accusato di aver favorito la ‘ndrangheta

I fermati sono Domenico Barbieri di 52 anni; Vincenzo Carmine Barbieri di 54 anni, Antonio Franco Cammera di 56 anni, Marcello Cammera di 60 anni (dirigente del settore cultura-turismo-istruzione e sport del comune di Reggio Calabria, all’epoca delle indagini dirigente del settore servizi tecnici); Bruno Fortugno di 62 anni (funzionario del settore servizi tecnici e alta professionalità per il servizio idrico integrato del comune reggino); Domenico Kappler di 56 anni, ex senatore di An e attualmente commissario in Calabria di Fratelli d’Italia; Sergio Lucianetti di 70 anni; Alberto Scambia di 66 anni e Mario Scambia di 76 anni. Inoltre sono state sequestrate 14 societa’ e due esercizi pubblici.  Kappler viene definito dagli investigatori un “personaggio cardine della vicenda corruttiva” nonostante non avesse cariche formali che giustificassero il suo coinvolgimento nella vicenda. Ex amministratore delegato della società pubblica Risorse per Roma Spa – società in house partecipata interamente da Roma Capitale per gestire le attività di alienazione del patrimonio immobiliare capitolino – il manager sarebbe stato legato da stretti rapporti imprenditoriali con un altro fermato, Alberto Scambia, 66 anni, di Roma ed avrebbe corrotto un dirigente del Comune reggino affidandogli un incarico professionale per conto di Risorse per Roma. Kappler, che avrebbe avuto una significativa capacità di influenza con la società Acea di Roma, secondo le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria, avrebbe palesato evidenti interessi nella gestione operativa di due società Idrorhegion e Acquereggine che ha gestito per molti anni, per conto del Comune di Reggio, il sistema di depurazione delle acque. Per ottenere il suo scopo, secondo l’accusa, Kappler avrebbe corrotto il funzionario del Comune reggino Marcello Cammera, all’epoca delle indagini dirigente del settore Servizi tecnici ed attuale dirigente del settore Cultura, turismo, istruzione e sport al quale avrebbe conferito, attraverso Risorse per Roma spa un incarico professionale.

Le 15 società sequestrate

I carabinieri hanno anche sequestrato 15 società tra Calabria, Lombardia e Lazio per un valore di 42,5 milioni di euro. A tessere le fila, secondo l’accusa, erano Cammera, per anni a capo dei lavori pubblici del Comune, e l’ex deputato del Psdi Paolo Romeo, in passato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, già in carcere dal 9 maggio scorso per l’inchiesta Fata Morgana su una associazione segreta che avrebbe condizionato l’attività degli enti locali. Loro ed un gruppo di imprenditori tra i quali spiccano i nomi del rappresentante in Italia della spagnola Acciona Agua società leader del settore, e Sergio Lucianetti a capo dello studio di progettazione Progin di Roma, avevano costituito quello che il comandante provinciale dei carabinieri Lorenzo Falferi ha definito un “network” del quale facevano parte anche personaggi noti dell’imprenditoria reggina come Alberto e Mario Scambia, da tempo residenti a Roma, e i fratelli Domenico e Vincenzo Barbieri, già coinvolti nell’indagine Meta. Intanto l’ACEA smentisce i rapporti con Kappler: “In merito alle notizie di stampa che riferiscono di presunte influenze su Acea SpA dell’ex sen. Domenico Kappler, oggetto di indagini e di un provvedimento restrittivo da parte della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, la Società precisa di non aver mai avuto rapporti con il medesimo”, si legge in una nota dell’ufficio stampa della società. “Acea SpA – prosegue la nota – informa, altresì, che quest’ultimo ha ricoperto, soltanto per pochi mesi, il ruolo di consigliere di amministrazione, su designazione di un socio di minoranza (BIESSE srl), in una società partecipata da Acea SpA e posta in liquidazione nel lontano 2011. Acea SpA sottolinea, infine, che con la citata BIESSE srl (e con i soci di quest’ultima) ha avuto un lungo e aspro contenzioso conclusosi con una sentenza del Tribunale di Roma del 2015 totalmente favorevole ad Acea SpA. La Società ribadisce, pertanto, la propria assoluta estraneità rispetto alle indagini in corso”.

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