La divertentissima bufala delle pensioni al 10 del mese

di dipocheparole

Pubblicato il 2014-10-22

Scatenata da un’errata lettura dell’articolo 26 della Legge di Stabilità. Dove c’era scritto chiaro e tondo a chi si rivolgeva. Bastava leggere nelle bozze

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Era quindi una bufala quella delle pensioni pagate al 10 del mese per «razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamenti delle prestazioni previdenziali Inps». O meglio: è vero che alcune pensioni si pagheranno al 10 del mese, ma per armonizzare per ottocentomila persone, e non per quindici milioni come era stato scritto ieri. Sono coloro che percepiscono una doppia pensione INPS-INPDAP, come precisa un tweet del ministero dell’Economia uscito stamattina.


 
LO SCANDALO DELLE PENSIONI IL 10 DEL MESE
Il Corriere ha raccontato le indignate reazioni dei sindacati di ieri:

I tre segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, CarlaCantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima firmano una richiesta di chiarimento al governo,già colpevole secondo loro di non aver previsto per i pensionati e gli anziani «alcun tipo di aiuto e di sostegno» mentre ha pensato bene «a come complicargli ulteriormente la vita». Per Cantone, già la legge di stabilità, così com’è confezionata,«aggrava la precaria condizione dei pensionati» e nel ddl «non ci sono misure come per esempio l’estensione degli 80 euro». A questo aggiungilo spostamento al 10 del mese del pagamento delle pensioni,che finisce per essere un trucchetto con il quale «si fa la cresta» sulla pelle dei più deboli,dice ancora Cantone, e il quadro è completo:«Questo slittamento è una norma demenziale pensata da qualcuno che a fine mese ci arriva tranquillamente». Indignati anche Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil («Ma Renzi e i suoi ministri lo sanno che alcune bollette e gli affitti si pagano alla fine del mese?») eAnnamaria Furlan, segretariogenerale della Cisl («Una sceltaincomprensibile, sarebbe statopiù logico, per armonizzare ipagamenti, scegliere di pagaretutto il primo del mese».

Senza però avere l’ardire di andarsi a leggere la bozza della Legge di Stabilità che aveva messo sul sito (il 16 ottobre, come Repubblica), giusto per controllare.

L'infografica sulle pensioni del Corriere della Sera (22 ottobre 2014)
L’infografica sulle pensioni del Corriere della Sera (22 ottobre 2014)

 
 
LA GENESI DELLA BUFALA

Da dove nasce la bufala? Tutti i giornali hanno segnalato che il pagamento al 10 del mese per le pensioni era presente nella Legge di Stabilità, indicato con molta sicurezza:

L’articolo 26 della bozza del disegno di legge di stabilità 2015 prevede che, dal prossimo 1° gennaio 2015, al fine di razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall’Inps, assegni e prestazioni previdenziali nonchè l’indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, “sono poste in pagamento il 10 di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o non bancabile” con unica soluzione nei confronti dei beneficiari di più trattamenti, se non sono presenti cause ostative.

Ma cosa c’era scritto nell’articolo 26? In attesa di sapere quando arriverà la bollinatura della Legge di Stabilità, è utile andare a ricontrollare le bozze circolate sui giornali online nei giorni scorsi. Nell’articolo 26 si diceva chiaramente “sono poste in pagamento… nei confronti di beneficiari di più trattamenti, ove non sussistano cause ostative, con un unico pagamento”.


Ma la parte più divertente della storia non è questa. La parte più divertente è che quando è uscito il comunicato dell’Inps che spiegava la realtà dei fatti…

Solo chi ha la doppia pensione Inps-Inpdap (circa 800.000 persone) la ricevera’, dal’anno prossimo, il 10 del mese. Gli altri 15 milioni la riceveranno come ora, il 1 se la pensione e’ Inps, il 16 se hanno un assegno Inpdap. Lo fa sapere l’Inps.

Carla Cantone, segretario SPI CGIL ha infatti rilasciato questa divertentissima dichiarazione all’Ansa:

Il Governo ha modificato la norma sullo slittamento del pagamento di tutte le pensioni al 10 del mese ”per merito dei sindacati”. Lo ha detto il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone chiedendo di modificare anche l’unificazione dei pagamenti Inps-Inpdap con il pagamento al 10 del mese. ”Ci siamo ribellati a un’ingiustizia – ha detto – se non avessimo fatto sentire la nostra voce non l’avrebbero cambiata. E’ un risultato parziale, non saremo del tutto soddisfatti fino a che non torneranno indietro anche sull’unificazione al 10 del mese per gli 800.000 pensionati che ricevono il doppio assegno Inps-Inpdap. Perche’ l’unificano al ribasso?”. Cantone infine ha detto che i sindacati hanno chiesto un incontro al Governo mentre a breve e’ prevista una riunione con i vertici Inps.

Ci vuole molta pazienza, in Italia.
Edit: I deputati Pd chiedono di anticipare la data al primo del mese

“Nonostante le precisazioni dell’Inps rispetto al posticipo al dieci del mese per il pagamento delle pensioni, rimangono molte perplessita’ in merito a una bozza della legge di stabilita’ che contiene sostanzialmente tutti i pensionati, oltre ad altre forme di indennita’ previdenziale. Comprendiamo l’esigenza dell’armonizzazione del pagamento dopo che nel 2011 sono stati soppressi l’Inpdap e l’Enpals trasferendo le loro funzioni all’Inps; ma riterremmo lungimirante cogliere questa opportunita’ per unificare tutti nel pagamento oggi previsto al primo del mese”. Lo fanno sapere con una nota congiunta i deputati democratici Antonio Boccuzzi, Vanessa Camani, Laura Coccia, Khalid Chaouki, Miriam Cominelli, Magda Culotta, Vincenzo D’Arienzo, Umberto D’Ottavio, Chiara Gribaudo, Emiliano Minucci, Antonino Moscatt, Emma Petitti, Anna Rossomando, Valeria Valente, Liliana Ventricelli.
Edit2: la dichiarazione della Cgil sulla storia

“Nessun vero investimento sul sociale, anzi un arretramento nelle politiche di finanziamento dei diversi capitoli d’intervento”. E’ quanto afferma la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, commentando quanto previsto dalla bozza della legge di stabilita’. “Sui principali capitoli che compongono gli interventi al sostegno del nostro sistema di welfare per le politiche sociali e dell’assistenza – precisa la dirigente sindacale – non si intravede alcuna svolta e si continua a perseguire la strada di un sotto-finanziamento, evitando di ristabilire un adeguamento dei fondi che poi saranno ripartiti alle regioni”. Il fondo per le politiche sociali, prosegue Lamonica, “sara’ finanziato con una dotazione di 300 milioni di euro, inferiore allo stanziamento per il 2014. Il fondo per le non-sufficienze avra’ una dotazione di 250 milioni di euro, comprensivo per gli interventi di sostegno per le persone affette da sclerosi laterale amiotrofica: ben 90 milioni in meno rispetto al 2014 quando la dotazione era stata di 340 milioni di euro. Sugli interventi di contrasto alla poverta’ ci si limita al rifinanziamento della cosiddetta social card, per 250 milioni di euro, e non si da’ avvio, anche in termini graduali, a strumenti che possono avere un carattere universale e strutturale”. Il governo, insomma, “sceglie di non rispondere” ai bisogni scoiali, “ne’ attraverso le necessarie dotazioni finanziarie e neanche attraverso l’introduzione di servizi. Inoltre i tagli ‘imposti’ al sistema delle autonomie locali, regioni e comuni, rischiano di avere profondi riflessi sul capitolo del welfare: sulla sanita’ e sul sociale”, conclude Lamonica, sottolineando che “anche per queste ragioni la Cgil manifestera’ il 25 ottobre: per cambiare la legge di stabilita’ sotto il segno dei diritti e dell’uguaglianza che insieme al lavoro sono i temi della nostra iniziativa”.

 

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