Diventare genitori oggi

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-10-02

L’indagine sulla fertilità/infertilità in Italia a cura del Censis e della Fondazione IBSA.

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Diventare genitori oggi è una indagine sulla fertilità e infertilità in Italia a cura del Censis e della Fondazione IBSA per la ricerca scientifica. È stata presentata ieri alla Biblioteca del Senato. Vediamone i punti principali.
 
LA GENITORIALITÀ COME DIMENSIONE INDIVIDUALE
«L’esperienza della genitorialità appare centrale nel vissuto degli italiani, sia sotto il profilo culturale che esistenziale. Nel campione intervistato il 74,6% dei rispondenti è genitore ed il 2,6% è in attesa di un figlio, a fronte del 22,8% che non ha figli. La quota più ampia di chi non vorrebbe figli, o non vorrebbe averne più, si ritrova tra quelli che hanno già il numero di figli che vogliono (40,7%) o che si ritengono troppo avanti negli anni per averne (63,7%)».
inclinazione a posticipare
«L’esperienza della genitorialità coinvolge dunque la stragrande maggioranza del campione ed è definita principalmente come un aspetto cruciale della
realizzazione individuale».
 
LA PROCREAZIONE AMMESSA ANCHE FUORI DAL SETTING TRADIZIONALE
È significativo il numero di quanti la ammettono «al di fuori dello schema classico della coppia eterosessuale tradizionale», «per i single ed il 29,2% per le coppie omosessuali».
al di fuori dello schema classico della coppia eterosessuale tradizionale
Quanto conta la dimensione economica?
Il peso della dimensione economica
 
L’INFERTILITÀ
Sull’infertilità sembra prevalere l’ignoranza.
saper poco
«Tra il 40% di informati, il 16,4% dichiara di esserlo perché coinvolto in maniera più o meno diretta nel problema, che ha riguardato una persona vicina all’intervistato (9,6%) o direttamente lui o il partner (6,8%)».
Sulla PMA va ancora peggio.
PMA
Sulla diagnosi genetica di preimpianto il 35,4% è d’accordo, con il «29,3% di favorevoli anche tra i cattolici praticanti, molto più basso il consenso (13,9%) sulla possibilità di ricorrere alla maternità surrogata (il cosiddetto utero in affitto) e sulla possibilità di scegliere il sesso del nascituro (9,5%)».
E l’eterologa? Dopo aver ricordato la caduta del divieto dopo la sentenza della Corte Costituzionale, l’indagine rileva che «solo l’11,4% del campione afferma di sapere che in Italia c’è una legge (la n° 40 del 2004) che regolamenta le pratiche di procreazione medicalmente assistita, e le informazioni sui contenuti della legge, le procedure consentite e non, sono molto incerte, a fronte di percentuali di chi non sa pronunciarsi piuttosto elevate».
Quelli che sanno, però, non sembrano lucidissimi. Cosa significare voler «vorrebbe eliminare le restrizioni sulla eterologa» visto che le restrizioni non ci sono più?
quota che conosce la legge

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