Deborah Montalbano: l'affitto non pagato della consigliera a Torino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-20

Lavora alla commissione emergenza abitativa ma a causa di problemi economici non ha saldato la pigione di un alloggio popolare

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Deborah Montalbano è consigliera comunale a Torino con il MoVimento 5 Stelle e membro della commissione emergenza abitativa. La Montalbano però sarebbe morosa con l’Atc, Agenzia territoriale per la casa: assegnataria di una casa popolare, dovrebbe all’ente quasi 9 mila euro di arretrati. La consigliera, disoccupata e con una figlia, non verserebbe i canoni dal 2009 e non avrebbe saldato le rate del piano di rientro pattuito con l’ente neppure dopo essere entrata in consiglio comunale. A parlarne è Lo Spiffero:

Secondo i documenti di cui lo Spiffero è entrato in possesso è dal 2009 che Deborah Montalbano non corrisponde il dovuto all’agenzia per le case popolari e anche ora che, grazie all’elezione in Sala Rossa, può usufruire di un reddito stabile, si è ben guardata dal sottoscrivere un piano di rientro. Da quando è stata eletta sono passati oltre tre mesi e, a quanto si apprende, ha già disertato due appuntamenti fissati con gli uffici dell’Atc per regolarizzare la propria posizione.
La situazione è ben nota alla struttura di Palazzo Civico, ma nonostante ciò, ogni tentativo finora messo in campo per sanare la controversia è andato a vuoto. Di più: anche dopo la sua elezione, la consigliera Montalbano ha continuato a non pagare le rate (l’ultima, da 104 euro, è scaduta il 23 settembre) al punto che a oggi il debito è salito a 8.886 euro. Interpellato sulla questione, il presidente di Atc Marcello Mazzù non conferma e non smentisce: “Motivi di privacy”. Intanto, però, secondo quanto riporta un insider presto potrebbe arrivare per la Montalbano un’ordinanza di sfratto, anche perché, a fronte di un reddito accertato (a settembre ammonta a 2.280 euro lordi), non si tratta di morosità incolpevole.

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Anche La Stampa riprende la notizia:

Il post comparso sulla bacheca ha innescato un dibattito di commenti anche forti e aggressivi tra quanti difendono Deborah Montalbano «persona pulita e onesta», quanti chiedono conto della veridicità delle informazioni, quanti pensano che si tratti di un attacco strumentale mentale e quanti si indignano per la privacy violata. Ma poco dopo tutto sparisce, il post e i commenti vengono cancellati dalla bacheca, ne compare un altro solidale che descrive Montalbano come una che «si spende da anni per i più deboli delle periferie di Torino».

Il giornale spiega anche come funziona il trattamento economico dei consiglieri a Torino: gli eletti non hanno un compenso fisso, ma incassano un gettone di presenza di circa 120 euro lordi a seduta. Sono retribuite sia le sedute del Consiglio sia quelle delle commissioni, con un tetto massimo di tre sedute in un giorno e 19 in un mese. A conti fatti, significa un totale mensile massimo di 2.280 euro lordi, cioè 1.400 euro netti, da cui bisogna escludere quasi del tutto il mese di agosto. Questo dovrebbe spiegare perché la consigliera non si è ancora presentata per pagare.
EDIT: La Montalbano su Facebook, dopo l’uscita degli articoli sulla vicenda e dopo aver cancellato i post pubblicati sul suo profilo ieri sulla vicenda – come raccontato dalla Stampa – in un lungo post si spiega:

Ad oggi ho recepito dal comune di Torino circa 850 euro e ne ho versati ad Atc 565 euro.
Venerdì 21 ottobre ho appuntamento per effettuare il piano di rientro e grazie ai tanti cittadini che mi hanno sostenuto ho la garanzia di un rimborso spese mensile.
L’ammontare del mio debito in ATC e di molto inferiore alle cifre riportate ieri su un giornale online.
La mia volontà da subito è stata ed è quella di rientrare del debito, ma non di dimenticarmi di cosa voglia dire non vedere un domani per se stessi e i propri figli.
Ho mancato ad un appuntamento programmato in Atc perché trascorso in quella stessa sede nel ricevere insieme agli uffici le famiglie in occupazione a Falchera nella giornata di incontri individuali per rispondere alle famiglie rispetto alla loro emergenza abitativa e perché penso che gli altri vengano prima di me.
Nel mio coinvolgimento psicologico rispetto a quella giornata che si è protratta fino al pomeriggio mi scuso con tutti, ma il mio caso personale in quel momento, è stato sopraffatto dalla mia tristezza di non riuscire a fornire risposte per quelle famiglie che vivono ancora l’inferno dalla quale io non sono nemmeno uscita.
Prevedevamo già da tempo questo tipo di attacco politico.
Rispondo affermando che non mi vergogno e non ritengo che questopossa indebolire la mia posizione, se si arriva in politica ad attaccare qualcuno dal punto di vista personale è perché non si hanno altri strumenti per indebolirne il lavoro.
Da domani lavorerò ancora con più tenacia e con più coraggio per portare la voce degli ultimi in consiglio comunale a Torino!
In ogni caso finalmente sono lieta che anche “alcuni” giornali abbiano scoperto cosa siano le difficoltà per le famiglie in un paese ormai alla deriva.”

Leggi sull’argomento: Chiara Appendino e la storia dell’acqua pubblica «privatizzata»

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