Davvero il Vesuvio sta per esplodere?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-08-24

Periodicamente viene fuori lo studio pubblicato nel 2012 che spiega come il Vesuvio sia un vulcano che può esplodere da un momento all’altro, ma gli articoli di oggi sono per l’anniversario dell’eruzione del 79 d.C.

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È appena iniziato il campionato e il nuovo Napoli di di Sarri ha preso una sonora lezione dal Sassuolo ma le cattive notizie per i partenopei non finiscono qui. Secondo due italiani, i vulcanologi Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo l’oramai settantennale silenzio del Vesuvio potrebbe essere giunto quasi al termine. Diversi giornali in questi giorni hanno dato la notizia dell’allarme eruzione, ma la serie di studi condotta da Mastrolorenzo e Pappalardo sull’area dei Campi Flegrei è stata pubblicata su Nature nel 2012. Oggi come tre anni fa tutti parlano dei rischi connessi ad un’eventuale eruzione del Vesuvio e della mancanza di un piano di rischio per l’area vesuviana, nella quale vivono oltre tre milioni e mezzo di persone.

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Il modello elaborato da Mastrolorenzo e Pappalardo (fonte: Nature.com)

NIENTE EMERGENZA, PER ORA
A quanto è dato di sapere l”allarme non c’è, o almeno le cose non sono “peggiorate” e l’eruzione non è più imminente oggi di quanto non lo fosse tre anni fa. Ma il 24 agosto è l’anniversario della catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse le città di Pompei ed Ercolano. L’occasione è buona per ricordare come il Vesuvio non sia un vulcano spento ma, come hanno mostrato le indagini dei due vulcanologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, al di sotto della pianura tra il Vesuvio e i Campi Flegrei esisterebbe una sacca magmatica attiva ad una profondità di dieci km:

the alkaline magmas have evolved toward a critical state of explosive behaviour over a time span shorter than the repose time of most volcanic systems and that these magmas have risen rapidly toward the surface. Moreover, similar results on the depth and timescale of magma storage were previously obtained for the neighbouring Somma-Vesuvius volcano. This consistency suggests that there might be a unique long-lived magma pool beneath the whole Neapolitan area.

Il problema per ora quindi è che su questa enorme caldera vive la metà della popolazione della Campania e, come ha spiegato Mastrolorenzo a Sky Tg24, non solo non esiste un piano di emergenza per mettere in sicurezza i residenti ma ci sono attività come ad esempio le perforazioni del suolo, che aumentano il rischio dovuto all’intensa attività magmatica sotterranea. Riguardo invece la mancanza di un piano d’emergenza (anzi i piani, perché sono più di uno in base alle differenti aree di rischio) la Protezione Civile fa sapere che in realtà esiste già e sarebbe aggiornato.

 

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