Said e Chérif Kouachi e Amedy Coulibaly: chi sono i terroristi che hanno attaccato la Francia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-09

Dammartin e Porte des Vincennes: due blitz per chiudere un attacco ancora misterioso. Diciassette morti, una donna in fuga: Hayat Boumeddiene. E un mandante strombazzato a tutti: Al Qaida dello Yemen. Ma il terzo uomo ha detto di essere dell’ISIS

article-post

Dodici morti nella strage di Charlie Hebdo. Una poliziotta uccisa in mezzo alla strada. Quattro ostaggi ammazzati nel supermarket kosher. Il computo finale del piano dei fratelli Said e Chérif Kouachi e di Amedy Coulibaly, forse in accordo con Hayat Boumeddiene farà felici chi li ha mandati: Al Qaida dello Yemen, come hanno tenuto a ripetere i due fratelli a chiunque incontrassero e decidessero di risparmiare nella loro corsa che li ha portati da rue Nicolas-Appert, XI arrondissement di Parigi, fino a Rue Clement a Dammartin en goele, dove hanno trovato la morte mentre il loro complice Coulibaly ieri sparava a una poliziotta in prova e oggi ha sequestrato in un supermarket kosher una ventina di ostaggi e ne ha uccisi quattro prima di essere ucciso nel secondo dei due blitz partiti in contemporanea e la cui dinamica è ancora poco chiara.  «Sono un componente dello Stato islamico», ha invece detto Coulibaly alle 15 di questo pomeriggio – mentre teneva in ostaggio le persone all’interno del supermercato kosher della Porte de Vincennes a Parigi – parlando con la polizia.

charlie hebdo chérif kouachi said kouachi
I primi identikit dei due fratelli Kouachi

 
I FRATELLI KOUACHI: PROFESSIONISTI DEL TERRORE
Di certo non si potrà sostenere che i tre fossero sconosciuti alla polizia. Said Kouachi, uno dei due presunti autori del massacro a Charlie Hebdo, ha frequentato un’università fondamentalista in Yemen, prima di addestrarsi all’uso delle armi con Al Qaida e combattere contro i miliziani sciiti. E’ quanto hanno riferito alla France presse fonti locali, dopo che un funzionario Usa aveva già rivelato al New York Times della permanenza di Said nel Paese della penisola arabica. Said, 34 anni, il maggiore dei due fratelli sospettati dell’attentato a Charlie Hebdo, si sarebbe sicuramente recato in Yemen nel 2011, secondo fonti Usa e francesi. Tuttavia, un compagno di università ha raccontato che fu nel 2009 che il giovane francese di origini algerine arrivò per la prima volta a San’a. Qui, insieme a numerosi europei, iniziò a frequentare l’Università al-Imane, fondata dal religioso fondamentalista Abdel Majid al-Zindani, legato all’ex presidente Ali Abdallah Saleh, quindi agevolato nell’avere accesso ai mezzi per ottenere visti e organizzare i soggiorni degli studenti stranieri. Le tracce di Said Kouachi si perdono tra il 2010 e il 2012, ma fonti della sicurezza yemenita ritengono che possa aver soggiornato nel sud e nel sud-est del Paese, dove è più radicata la presenza di al Qaida, per addestrarsi all’uso delle armi. All’Università al-Imane, Said Kouachi si faceva chiamare Mohammed, ha raccontato alla France presse il suo compagno di studi.
 

Charlie Hebdo: la dinamica della strage dei fratelli Kouachi


“Era disciplinato, calmo e discreto”, ha detto la fonte yemenita riguardo al giovane francese arrivato nel suo Paese per imparare l’arabo e le scienze religiose. Dopo averne perso le tracce, il compagno lo ritrovò nel 2013 durante un’offensiva dei miliziani sciiti contro un centro studi dei salafati a Dammaj, nella provincia di Saada, roccaforte sciita nel nord dello Yemen. Secondo un altro compagno, Said Kouachi partecipò, armi in pugno, con diversi altri studenti stranieri, alla difesa del centro salafita, poi caduto in mano sciita nel dicembre 2013. Accusati di proselitismo sunnita in pieno Paese sciita, i salafiti erano entrati in diretto conflitto con la milizia sciita e quelli che frequentavano il centro studi vennero costretti a trasferirsi a San’a e Hodeida, nell’Ovest dello Yemen. Said Kouachi faceva parte di una decina di europei trasferiti a Sana’, secondo una fonte yemenita. Secondo un altro funzionario yemenita, l’ambasciata di Francia si rifiutò di farsi carico dei francesi che facevano parte di questo gruppo.Il compagno yemenita ha detto di averne perso le tracce all’epoca e di non sapere come e quando sia rientrato in Francia. Cherif ha 32 anni, nel 2011 è stato nello Yemen con un gruppo di al Qaeda. I nomi di entrambi fratelli figurano nella no fly list in cui le autorità americane inseriscono tutti i terroristi noti o sospetti ai quali viene probito di volare negli Stati Uniti. Uno dei due era in Siria lo scorso anno.
amedy coulibaly hayat boumedienne
AMEDY COULIBALY E HAYAT BOUMEDDIENE: IL PROSELITISMO FANATICO
Amedy Coulibaly, il 33enne ricercato per la sparatoria di Montrouge, era già noto ai servizi dell’antiterrorismo francese. Sia lui che Cherif Kouachi, uno dei due autori della strage a Charlie Hebdo, erano fra i principali discepoli dello jihadista Djamel Beghal, condannato per terrorismo, che faceva proseliti per gli estremisti takfir, una setta all’interno della comunità salafita, si legge su Le Monde. Grazie ad intercettazioni telefoniche, i servizi avevano appreso che i due uomini si recavano regolarmente a trovare Beghal, a cui era stato imposto il soggiorno obbligato a Murat, nella regione centro-meridionale di Cantal. Noto anche come Abu Hamza, Beghal ha scontato una condanna a dieci anni per un complotto, poi sventato, che mirava a compiere un attentato contro l’ambasciata americana a Parigi nel 2001. Hayat Boumeddiene, la donna ricercata per Montrouge, è stata la compagna di Coulibaly, scrive ancora le Monde. I due si sono anche recati assieme a trovare Beghal. A legare ulteriormente l’assassino di Montrouge, Amedy Coulibaly, a uno dei due autori della strage di Charlie Hebdo, Cherif Kouachi, è la progettata evasione di Smain Ait Ali Belkacem, il terrorista algerino condannato all’ergastolo per gli attentati del 1995 al metro’ veloce Rer di Parigi. I due, riferiscono i media francesi, furono avvistati insieme nel 2010 in occasione di una visita nel Cantal a Djamel Beghal, un altro esponente dell’Islam radicale, già condannato a 10 anni per aver pianificato un attentato contro l’ambasciata Usa e Parigi. Beghal fu poi arrestato nuovamente, sempre nel 2010, insieme ad altri 13 proprio con l’accusa di aver pianificato l’evasione di Belkacem. Già in questo contesto appare la 26enne Hayat Boumeddiene, anche lei ricercata dalla procura di Parigi per l’omicidio di una poliziotta avvenuto giovedì a Montrouge. La donna, ha riferito una fonte, è la compagna di Coulibaly, con il quale è sposata religiosamente ma non civilmente. I rapporti di Kouachi con Beghal erano seguiti all’epoca dall’anti-terrorismo. Secondo delle immagini pubblicate da Le Monde, Cherif nell’aprile 2010 si recò a trovare a Murat, nel Cantal, il suo mentore, conosciuto nel carcere di Fleury-Merogis all’epoca della condanna per la partecipazione alla filiera di reclutamento jihadista ‘Buttes-Chaumont’. I due vennero fotografati l’11 aprile insieme ad altri due personaggi gia’ condannati anche loro per fatti di terrorismo, Ahmed Laidouni e Farid Melouk, su un campo da calcio dove per due ore si allenarono tutti insieme. Un mese dopo, a maggio, Cherif viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla progettata evasione di Belkacem, ma a ottobre viene scarcerato. La procura non aveva prove sufficienti per procedere contro di lui, ”nonostante i suoi legami con l’Islam radicale e l’interesse dimostrato per le tesi a difesa della legittimita’ della jihad armata”, venne scritto nella note d’accusa.

La fine dei fratelli Kouachi a Dammartin

Potrebbe interessarti anche