La crisi? È colpa dell’aborto

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2015-02-04

L’aborto è responsabile di tutti i nostri mali, un abominio che ha ucciso «sei milioni di bambini» italiani e la causa della crisi economica

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Non lo sapevate? Ve lo ricorda Luigi Negri, vescovo: «La legge contro l’omofobia – ha detto il prelato, vicino a Cl – è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica».
I giovani democratici gli rispondono:

Pensavamo, inoltre, che il dibattito sul diritto d’aborto in uno Stato laico fosse ormai concluso. Purtroppo ci rendiamo conto non essere così.
Tornare su questo tema, sostenendo tesi senza alcun fondamento, affermando che l’aborto sia responsabile della crisi che stiamo vivendo, lo riteniamo intellettualmente molto disonesto, così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un “nervo scoperto” rappresentato dalle difficoltà economiche in cui vertono le famiglie italiane.
Togliendo la possibilità a donne in difficoltà, che si trovano davanti ad una scelta difficile e dolorosa, di poter ricorrere all’interruzione di gravidanza regolamentata per legge si favorirebbe la pericolosa e dannosa pratica, per la società e per l’individuo, dell’aborto clandestino.
Significherebbe togliere alla donne quella dignità che con tanta difficoltà hanno conquistato.
Se davanti a Dio, per l’arcivescovo, fatichiamo ancora ad essere tutti uguali, davanti alla legge, nello Stato italiano, vogliamo essere certi che l’uguaglianza venga garantita.
Ecco perché torniamo, come nel passato, a sollecitare il Governo affinché si legiferi in materia di unioni civili e matrimoni omosessuali.

Purtroppo cadono nella solita trappola retorica della «scelta dolorosa e difficile». Pazienza.
Per approfondire il pensiero di Luigi Negri si può andare sul suo sito.
Luigi Negri su aborto
Due giorni fa, in occasione della giornata per la vita, scriveva:

La vita, dunque, è un oggetto manipolato in tutte le sue fasi, dalla nascita alla morte, dalla presunta potenza umana. Spesso queste manipolazioni – al limite e al di là della legalità – sono al servizio di chi abusa della scienza medica anche grazie, non di rado, all’appoggio di chi dovrebbe far rispettare le leggi. Di fronte ad una sfida di questo tipo, di fronte alla caduta a zero della natalità nel nostro Paese, di fronte all’abominio di circa sei milioni di bambini che non sono nati grazie all’applicazione dell’iniqua legge sull’aborto, di fronte a tutto questo, noi ringraziamo i Santi padri che ci “hanno imposto”, ma noi siamo stati lieti per tale imposizione, di celebrare il mistero della vita, il grande dono della vita che Dio fa ad ogni generazione, e ringraziamo anche per la grande responsabilità che, allora come oggi, tanti cristiani, e non solo, si assumono di fronte alla vita che accettano, amano, custodiscono, propagano e difendono. Molti, fortunatamente per la Chiesa e per la società, non si sono tirati indietro di fronte a questa responsabilità, ma hanno assunto – in questo clima irrazionale e violento – anche il sacrificio di subire sulle piazze le offese di una canea assolutamente disumana che pur sembra avere, lei sola, tutti i diritti, mentre gli altri nessun diritto.
Non posso che lodarvi, non posso che sentirmi coinvolto nel vostro cammino, non posso che desiderare che questa vostra capacità, di andare lietamente controcorrente, continui, maturi e ponga la nostra chiesa diocesana al primo posto nella difesa della vita che Dio ci dona.
Così sia.

«L’abominio di circa sei milioni di bambini che non sono nati grazie all’applicazione dell’iniqua legge sull’aborto». Così sia.

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