Così Salvini cerca di sfruttare anche la strage al museo del Bardo
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-03-19
L’attentato di Tunisi “è un attacco contro l’Italia perché qui da noi c’è un governo molle che concede qualsiasi cosa a chiunque la chieda. E poi l’hanno detto: vogliono arrivare a Roma, a Milano, a Venezia e c’è qualcuno che vuole agevolare questo percorso. Mi sento tutt’altro che protetto dall’attuale sistema di sicurezza italiana”, ha …
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L’attentato di Tunisi “è un attacco contro l’Italia perché qui da noi c’è un governo molle che concede qualsiasi cosa a chiunque la chieda. E poi l’hanno detto: vogliono arrivare a Roma, a Milano, a Venezia e c’è qualcuno che vuole agevolare questo percorso. Mi sento tutt’altro che protetto dall’attuale sistema di sicurezza italiana”, ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine di un convegno organizzato a Padova. La dichiarazione fa il paio con quella resa a Radio Padania: «Quello che per qualche cretino di sinistra è inteso come dialogo, come buonismo, dall’altra parte è preso come cedimento o resa, a furia di sbracare, di tornare indietro, di concedere cose come la piscina o il medico per soli islamici».
Come spesso gli capita, Salvini dice fregnacce.
- Dalle prime ricostruzioni, il museo del Bardo dove si trovavano i turisti è soltanto il secondo obiettivo dei due terroristi, che hanno ripiegato dopo essere stati scoperti mentre volevano entrare in Parlamento. E il parlamento tunisino non c’entra niente con l’Italia
- I turisti sono stati attaccati a caso, dai colpi contro il pullman all’entrata nel museo: i terroristi sicuramente sapevano che erano stranieri, di certo non sapevano che erano italiani. I jihadisti, d’altro canto, hanno interesse a colpire le attività produttive come il turismo e i simboli della democrazia dopo che i laici hanno vinto le elezioni in Tunisia, e il partito islamico Ennahda, di cui uno degli attentatori sembra essere stato un militante, le ha perse
- L’attuale sistema di sicurezza italiana, da cui Salvini non si sente protetto, non può essere certamente responsabile di quel che succede in Tunisia
- Se il cosiddetto buonismo è preso come cedimento, come dice Salvini – e a prescindere che ciò sia vero o falso – non si capisce perché si debba attaccare chi, come dice Salvini, “cede”, invece che chi “non cede” e quindi si dimostra ancora più contrario all’Islam, visto che questi sono terroristi islamici
“Le tre cose da fare dopo Tunisi? – ha aggiunto poi Salvini, rispondendo ai cronisti – Innanzitutto bloccare ‘Mare nostrum’ e ‘Triton’, difendendo i confini; reinvestire i soldi, che così risparmiamo per l’apertura di centri di accoglienza e smistamento in Nord Africa come suggerito anche dall’Onu. Infine togliere subito le sanzioni contro la Russia per riportarla al tavolo e dialogare con lei contro l’estremismo islamico”. Come invece tutti sanno, finora i terroristi che hanno colpito a Parigi, Copenhagen e Tunisi non erano né immigrati né immigrati clandestini. Insomma, con Salvini ci vuole pazienza, molta pazienza.