Così la camorra truccava le partite di Serie B

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-23

“Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena”: dieci arresti nel gruppo di camorra Vanella Grassi di Secondigliano. Indagato un calciatore di serie A: Armando Izzo del Genoa

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I carabinieri di Napoli hanno arrestato 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) del gruppo di camorra “Vanella Grassi” di Secondigliano in un’operazione scattata all’alba nel capoluogo campano. Nei riguardi dei dieci è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare al termine di un‘inchiesta della Dda di Napoli sull’attività del clan su scommesse e partite di serie B della stagione 2013/2014. Durante le indagini è stata intercettata una telefonata nella quale si dice: “Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena”. In questo filone dell’indagine ci sarebbero due persone indagate, di cui una è un calciatore che ora milita nella massima serie, però non raggiunto da misura cautelare. Le due partite, finite nel mirino del pm, sono state disputate a maggio 2014. Identificati, inoltre, i componenti della rete di affiliati vicina al baby boss Umberto Accurso, arrestato l’11 maggio scorso.
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Così la camorra truccava le partite di Serie B

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Napoli, attraverso il calciatore, che fungeva da “contatto”, il capoclan Umberto Accurso, arrestato dai militari dell’Arma lo scorso 11 maggio, e suoi sodali hanno attratto nell’orbita criminale altri soggetti: questi hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra campana di Serie B, influenzando direttamente due partite disputate nel maggio 2014. Nel corso delle indagini coordinate dalla Dda, i militari dell’Arma hanno inoltre identificato i componenti della rete di affiliati vicina ad Accurso e individuato gli specifici incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di “mesate” agli affiliati e ai familiari dei detenuti. “Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena”, si sente dire da uno degli indagati nelle intercettazioni, in riferimento alle partite il cui risultato interessa alla cosca che venga alterato. La misura cautelare riguarda dieci indagati, sette per associazione a delinquere di stampo mafioso; una persona e’ indagata per favoreggiamento di uno dei capi del gruppo attivo nei quartieri a nord del capoluogo campano; e due, appunto, per aver alterato i risultati di incontri di serie B a favore del clan, reati aggravati da finalità mafiosa. L’inchiesta ha individuato i capo piazza, i pusher, gli armieri e i distributori degli stipendi agli affiliati e ai familiari dei detenuti nel gruppo del boss Accurso. Il campionato 2013/2014 di serie B si è concluso con la promozione in A di Palermo (vincitore del campionato), Empoli e Cesena. Sono retrocesse invece Padova, Reggina, Juve Stabia, Novara e Padova.

Armando Izzo (Genoa) è il calciatore indagato

Il calciatore indagato, per il quale non è stata chiesta la misura cautelare, è il difensore del Genoa Armando Izzo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle contestazione i magistrati individuano quattro partite fra le quali Modena Avellino e Avellino Reggina. Izzo nella stagione 2013/2014 ha giocato nell’Avellino (seconda stagione, nella prima ha vinto il campionato di Prima divisione): 30 presenze e un goal. Con lui sono indagati il centrocampista dell’Acireale, Francesco Millesi, già in forza all’Avellino, e l’ex calciatore Luca Pini. Izzo è tra i convocati di Conte per lo stage prima degli Europei. Sono due le partite per le quali la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ipotizza il reato di frode sportiva. La prima è Modena-Avellino del 17 marzo 2014; la seconda è Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. La prima partita è terminata con la vittoria del Modena per 1 a 0:

Avellino-Reggina è invece terminata con la vittoria dei padroni di casa per 3 a 0. Secondo gli inquirenti Antonio e Umberto Accurso, entrambi ritenuti esponenti del clan “Vanella Grassi”, avrebbero promesso 200.000 euro e poi consegnato materialmente 30.000 euro al calciatore Francesco Millesi, attraverso l’intermediario l’ex calciatore Luca Pini. Millesi avrebbe utilizzato tale somma – sempre secondo l’accusa – per corrompere altri giocatori; in particolare, avrebbe “influito” su Maurizio Peccarisi per favorire la rete del Modena contro l’Avellino in conformità dell’accordo illecito. Sulla partito gli Accurso avrebbero scommesso 400.000 euro, guadagnandone 60.000. Per quanto riguarda l’altro capo di imputazione, relativo alla partita Avellino-Reggina, Antonio Accurso è accusato di aver offerto 50.000 euro, consegnati sempre attraverso Luca Pini a Millesi che li avrebbe utilizzati per corrompere giocatori della Reggina non identificati e favorire la vittoria dell’Avellino sulla quale lo stesso Accurso aveva scommesso 400.000 euro guadagnandone 110.000.

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