Così la Cina si compra Detroit

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-23

Investitori in fila per acquistare case a sconto e edifici classici dopo il Chapter 9 e il fallimento della città, che ha ancora 18 miliardi di debiti da onorare. Ma è anche un luogo ideale dove investire

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Bisogna avere fiuto per gli affari. Per questo la Cina sta comprando Detroit. Migliaia di case familiari ed edifici vuoti in vendita ad offerti stracciati sono una delle conseguenze del fallimento di Detroit. Detroit è stata la prima città degli Stati Uniti a dichiarare formalmente bancarotta usando il Chapter 9 della legge fallimentare americana: la città del Michigan potrà così disfarsi dei milioni di dollari di debito che l’hanno portata al tracollo. Nel 1960 era la città con il reddito pro capite più alto degli Stati Uniti. Il debito della città ammonta a circa 18 miliardi di dollari, la popolazione è stremata e ridotta ai minimi termini: 700mila abitanti contro i 2 milioni degli anni d’oro dell’auto. La disoccupazione sfiora il 20%. Molti quartieri sono quasi del tutto abbandonati e, girando per strada, si respira il degrado, con una forte impennata della criminalità. Chi può scappa, chi non può permetterselo cerca di sopravvivere. Chi può invece compra. Perché sa che il ciclo economico è appunto un ciclo.
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DETROIT E LA CINA
NBC racconta che i villini familiari oggi sono in vendita per 10mila dollari, e a prezzo scontato si possono anche acquistare gli edifici commerciali più iconici della città: «Fabbriche, immobili commerciali e aree per le attività produttive intorno alla città, vicini a scuole buone dove vale la pena investire. Per questo ci siamo anche noi», dice Wang Ning, vicedirettore responsabile per l’estero dell’agenzia immobiliare SouFum. L’azienda, che mette in fila centinaia di foto di case abbandonate in quel di Detroit sul suo sito web, dice che ha ricevuto più di mille richieste telefoniche per l’acquisto di case dopo la bancarotta dichiarata a luglio 2013. L’interesse dei cinesi ha preso il via dopo che un servizio alla televisione locale sosteneva che le abitazioni si potevano adesso acquistare al prezzo di un paio di scarpe. Di qui, l’immancabile link su Weibo che invitava all’acquisto: “Una cittadina di 700mila abitanti, aria pulita, niente inquinamento, democrazia – che cosa state aspettando?», era intitolato il thread che ha ricevuto migliaia di risposte. Il fallimento dovrebbe permettere di liquidare il patrimonio della città e di pagare creditori e pensioni. Ma molti sono scettici sull’efficacia in una città così grande. La bancarotta implica nuovi tagli per le pensioni degli abitanti della città, riduzione dei servizi e avrà un effetto negativo sui prestiti. Ma molti industriali sono soddisfatti, racconta il New York Times, perché la procedura è un modo per azzerare il debito e ricominciare da capo.
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BENEDETTI YUAN
D’altro canto l’afflusso di denaro fresco è benvenuto in città. All’inizio di questo mese, una sentenza del tribunale fallimentare ha approvato la complessa ristrutturazione del debito accumulato, pari a 18 miliardi di dollari. Il governatore del Michigan Rick Snyder mercoledì ha intrapreso un viaggio di una settimana in città, la sua quarta dal 2011, proprio per incoraggiare i nuovi investitori. Durante la visita il governatore ha sottolinato il ruolo fondamentale che gli investimenti cinesi possono svolgere nella ripresa della città e dello Stato. «Detroit sta per tornare», ha detto Snyder alla vigilia di un viaggio in Cina. «Stiamo uscendo dal fallimento, ci sono tanti investimenti che ricominciano a muoversi». Snyder sarà a Shanghai, Pechino e in altre tre città: la Cina è il terzo mercato del Michigan dal punto di vista delle esportazioni. Nel settembre 2013,un’immobiliare di Shanghai ha sborsato 13,6 milioni dollari –  prezzo di una casa di lusso a Shanghai – per tre strutture iconiche di Detroit, tra cui l’edificio Detroit Free Press e un complesso costruito dal fondatore di Kmart Sebastian Kresge. «Detroit, come Shanghai, ha molti edifici classici  in vendita, ci sentiamo orgogliosi di poter contribuire alla rinascita della città». La metà dei milionari cinesi vuole emigrare all’estero; Detroit, come insegna la storia, è la città ideale dove impiantare industrie. Il rilancio della città parlerà cinese. Ma da quelle parti lo sanno: i soldi non hanno colore.
 
 
 

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