Cosa vuole fare Tsipras con la sanità pubblica

di Faber Fabbris

Pubblicato il 2015-04-05

E’ stato uno dei terreni d’elezione dell’offensiva liberista contro lo Stato sociale, quello in cui ha forse fatto più danni, nella rappresentazione ideologica e nelle vite stesse dei cittadini. Ora il primo ministro annuncia novità

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La sanità pubblica è stato uno dei terreni d’elezione dell’offensiva liberista contro lo Stato sociale, quello in cui ha forse fatto più danni, nella rappresentazione ideologica e -ahimè ben più concretamente- nelle vite stesse dei cittadini. Non è casuale, quindi, che fra i primi disegni di riforma organica del governo Tsipras ci sia la ricostruzione del sistema sanitario nazionale. Il primo ministro greco ha annunciato il 2 aprile scorso le prime misure in tema di sanità pubblica, proprio dalla sede del Ministero competente.
 
COSA VUOLE FARE TSIPRAS CON LA SANITÀ PUBBLICA
“Il sistema sanitario nazionale aveva certo problemi anche prima delle politiche del memorandum – ha precisato Tsipras – ma è chiaro a tutti che le politiche imposte dalla Troika hanno avuto l’effetto di una bomba atomica alle fondamenta della Sanità greca”. L’appartenenza all’Europa si gioca anche su questo tema per Tsipras, non è “questione di cifre, ma di qualità della vita”. Dopo aver reso omaggio al personale ospedaliero ed amministrativo, grazie al quale “il sistema è riuscito a rimanere in piedi”, il primo ministro ha puntato il dito contro le politiche degli ultimi trent’anni, che hanno “trasformato la salute e la previdenza sociale da bene pubblico, da diritto, in merce”. “L’obiettivo delle politiche del memorandum non era la riduzione dei costi. L’obiettivo era l’introduzione del capitale privato, della sfera privata nella sfera pubblica secondo modalità inedite per ampiezza e profondità; per commercializzare tutti gli aspetti della vita umana”. Lapidario. Per chi non avesse capito ancora chiaramente, Tsipras ha aggiunto: “I governi delle politiche liberiste hanno indebolito la sanità pubblica per rafforzare e dare nuovi spazi alla sanità privata”.
 
GLI EFFETTI DELLA PRIVATIZZAZIONE 
Gli effetti sono stati disastrosi. La Grecia ha oggi la spesa procapite per la Sanità Pubblica più bassa di tutta l’UE e dell’area OCSE.
Un recente studio del Parlamento Europeo (e anche il prestigioso giornale di medicina the Lancet) ha fatto un bilancio di quelle scelte:
– restrizione dell’accesso ai servizi sanitari;
– aumento della spesa sanitaria procapite;
– riduzione del personale medico, del numero delle strutture di cura, aumento dei tempi di attesa.
“Non c’è nessun motivo, ha detto Tsipras, per continuare in questa direzione”. Ed ha ricordato, tra l’altro che un cittadino su quattro è privo in Grecia di assistenza sanitaria. Svelare, dunque, il “lessico di propaganda” che ha spacciato “i licenziamenti per mobilità, la chiusura degli ospedali per cambio d’uso”; e invertire la tendenza rispetto a quelle politiche disastrose. E per dare immediata coerenza a queste analisi, le prime misure annunciate da Tsipras riguardano 4500 nuove assunzioni di personale medico, paramedico ed amministrativo. Saranno destinate in priorità alle regioni del paese più colpite dai tagli: le isole dell’Egeo, la Tracia, la Macedonia occidentale e la Tesprozia. L’obbiettivo è anche quello di far funzionare unità terapeutiche perfettamente equipaggiate ma che rimangono chiuse per mancanza di personale. Inoltre Tsipras ha annunciato la fine del ticket a 5 euro per il ricovero ospedaliero e il pagamento di 1 euro per ogni ricetta, misure istituite in passato nella più classica prospettiva liberista di ‘responsabilizzare’ il paziente. Le altre priorità del ministero sono la riorganizzazione del sistema di unità di terapia intensiva, il ripristino di ospedali dedicati alle patologie psichiatriche ed oncologiche, il rafforzamento delle Unità di Cura Primarie, per alleviare il carico degli ospedali pubblici. Allo studio anche un accesso più largo degli ospedali militari a tutti i cittadini (in Grecia le forze armate dispongono di numerosi nosocomi ‘riservati’, di ottima reputazione). Una commissione ministeriale sarà infine istituita per eliminare l’attuale disparità di trattamento sanitario tra assicurati e non.
 
LA LOTTA ALLA CORRUZIONE 
La lotta alla corruzione – che fiorisce nelle ristrettezze – passa anche per il settore sanitario: “Non tollereremo, non permetteremo nessuna forma di corruzione, di frode e di spreco in tutti i settori della spesa pubblica, e ancor meno in quello, sensibilissimo, della sanità. Nessuna indulgenza verso la speculazione della sofferenza umana per l’arricchimento di pochi.” Anche a questo servirà l’istituzione dell’anagrafe medica digitale nazionale, che permetterà di accelerare ed unificare l’erogazione dei servizi, meglio controllare le spese, ostacolare la corruzione. Il governo valuta al 10% del montante del bilancio del SSN i risparmi legati a questa riforma. Misure per favorire l’industria farmaceutica nazionale (aumentarne le esportazioni e proteggerle dalla concorrenza sleale) saranno annunciate prossimamente. Lo scopo, ha concluso Tsipras, “è una nostra grande ambizione: iniziare a invertire il processo di imbarbarimento e di disgregazione sociale” che ha colpito in particolare la sanità pubblica, e costruire “un paese nel quale tutti possano vivere degnamente, nel quale si possa essere soddisfatti e orgogliosi di impegnarsi per rendere migliori le nostre vite”. Pochi giornali, fuori di Grecia, hanno parlato di questi annunci. Molto più interessante -e giornalisticamente agevole- riferire sulla ‘imminente crisi di liquidità’, su ‘Tsipras che vola da Putin’, e via discorrendo. Ma c’è pure un altro motivo per ignorare questa notizia: dovesse venire in mente a qualcuno che è possibile rimettere in sesto il vecchio, polveroso, innominabile Stato Sociale?

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