Cosa succede se i mass-media fanno affari sulla pelle dei Rom

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-05-14

Il caso dei servizi inventati da Fulvio Benelli porta alla luce il problema di come i giornali e la televisione tendano sempre a criminalizzare i Rom. Quando si fa informazione solo per il proprio tornaconto.

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Ci sono persone che sono disgustate dai post di Matteo Salvini contro i Rom e il suo grido della foresta: «LE RUSPEEEE». Se si vanno a leggere i commenti sulla pagina Facebook di Salvini non è difficile scoprire che ci sono però molte persone che invece sono in grado di superare, in peggio, il becero populismo del leader della Lega Nord. Si potrebbe essere tentati da dire che Salvini è solo un megafono, un portavoce che catalizza quello che viene definito “comune sentire” quando in realtà è semplicemente razzismo. Ma questa è solo una parte della storia, l’altra è quella dei media e dei giornali che alimentano l’odio verso Rom e Sinti.

Sembrerebbe quasi che in Italia ci sia un problema di razzismo (fonte: http://www.pewglobal.org/)
Sembrerebbe quasi che in Italia ci sia un problema di razzismo (fonte: http://www.pewglobal.org/)

IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO
C’è qualcosa di cui i Rom non sono stati accusati? A leggere i titoli dei giornali sembra proprio di no. Perché se c’è un argomento che tira più delle storie degli imprenditori suicidi e della crisi economica sono “i crimini degli zingari“. Difenderli è difficile, ed in ogni caso ci sono ben poche persone disposte a farlo, vivono in ghetti dalle condizioni igienico-sanitarie indegne di un paese civile e soprattutto rubano agli italiani. Non sono certo gli unici italiani (eh sì, perché la maggior parte dei Rom hanno la cittadinanza italiana) a farlo, ma il Rom finisce sempre in prima pagina. Anche quando la notizia non è poi così vera. Il caso dei servizi di Fulvio Benelli per Quinta Colonna di Paolo Del Debbio o l’intervista “scandalosa” alle due ragazzine Rom di Mattino Cinque sono solo la punta dell’iceberg della qualità dell’informazione italiana su Rom e Sinti. Prendiamo ad esempio un titolo di qualche tempo fa “Roma, tentano di rapire un bimbo: rom bloccati durante la fuga“.

Ed è subito ofio contro i Rom (fonte: ilmessaggero.it)
Ed è subito odio contro i Rom (fonte: ilmessaggero.it)

Peccato che la notizia fosse falsa, a tentare il rapimento è stato il padre naturale del bambino ma se la notizia iniziale aveva ottenuto qualcosa come quarantunmila condivisioni l’approfondimento del giorno dopo ne ha ottenute meno di quattrocento. Difficile non pensare al calcolo fatto in certe redazioni sul tipo di taglio da dare alle notizie. Perché qui non si tratta di fornire a Salvini il pretesto per una delle sue sparate, ma di aizzare un’intera nazione nei confronti di una componente minoritaria e già di per sé discriminata.

I POGROM CONTRO I ROM
Qualcosa di simile accadde nel 2008 quando gli abitanti del quartiere diedero fuoco al campo nomadi di Ponticelli. Secondo i primi resoconti si trattava della reazione esasperata dopo un tentativo di rapimento di un neonato da parte di una minorenne Rom (che ha ammesso il tentativo di furto ma mai il rapimento che pare in realtà fosse una bufala), una ribellione popolare contro il degrado. Solo dopo è emersa la verità: l’ombra della Camorra che voleva sgomberare la zona dove insistevano gli insediamenti dei Rom perché interessata da un piano di risanamento milionario. Nel 2010 sempre a Ponticelli, altri roghi, questa volta perché i camorristi non volevano che i bambini Rom andassero a scuola con i loro figli. Quella vicenda si concluse con diciotto arresti con l’accusa di odio razziale.

Lo stupro inventato e il razzismo vero (fonte: Facebook.com)
Lo stupro inventato e il razzismo vero (fonte: Facebook.com)

Episodio simile accadde a Torino nel 2011, in seguito ad una denuncia di stupro da parte di una sedicenne (che però si era inventata tutto, come il papà che si era perso il figlio e aveva detto che “erano stati gli zingari”) un gruppo di persone diede fuoco al campo nomadi della Cortinassa. Agli italiani che vanno a bruciare i campi nomadi (sperando magari di bruciare anche qualche persona) non servono verità, bastano i pretesti. I Rom sono i cattivi, lo dicono alla televisione i servizi (inventati) dove gli stessi Rom confessano i loro crimini senza vergogna, lo dice Matteo Salvini (che a parte le ruspe non è che abbia molte soluzioni). Come denuncia un articolo di Pietro Suber su Articolo21 i media italiani sono parte in causa in questa campagna d’odio contro Rom e Sinti che viene alimentata da notizie spesso non confermate e titoli ad effetto:

Una parte dell’informazione, televisiva e non solo, sta fornendo in maniera consapevole il suo contributo. Inutile dire che i problemi sono tanti e devono essere affrontati rapidamente: il dramma umanitario al largo delle nostre coste è davanti agli occhi di tutti, come pure le carenze sull’accoglienza oppure l’annosa questione sicurezza nelle nostre periferie. Detto ciò l’ incitamento all’odio non risolve nulla anzi non fa che amplificare le ingiustizie. La ricerca del nemico ad ogni costo, per avere un utile capro espiatorio sul quale riversare le tante inefficienze e problemi non solo non aiuta a risolverli ma ci allontana irrimediabilmente dalle soluzioni.

I NUMERI DELLa presenza ROM IN ITALIA | Create infographics

E pensare che sarebbe facile, basterebbe spezzare il circolo vizioso dell’informazione sui Rom: inventare una notizia per poter consentire a Salvini di dirne una delle sue (e alla ggente di dare ragione a Salvini sulla base della notizia inventata) per poter invitare Salvini in televisione a sputare odio e commentare un’altra notizia inventata. Al di là del risultato elettorale il vero successo di Salvini è stato quello di essere riuscito a condizionare il dibattito pubblico inventando (come è tradizione consolidata della Lega) un’altra “emergenza nomadi”.

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