Cosa diceva Maroni quando era ministro dell'Interno su migranti e regioni?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-06-07

Il governatore della Lombardia ipotizza tagli ai comuni che ospitano migranti. Quando era ministro dell’Interno le sue raccomandazioni erano l’esatto opposto

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Oggi il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha ipotizzato tagli di trasferimenti ai Comuni della sua regione che volessero ospitare migranti e richiedenti asilo. Ma cosa diceva Maroni sui migranti alle regioni quando era ministro dell’Interno? Passa giusto all’occhio questo intervento in parlamento del ministro Maroni il 30 marzo 2011 (si trova ospitato sul sito del ministero dell’Interno).

Signor Presidente, la drammatica crisi che ha sconvolto i Paesi del nord Africa sinora ha spinto sulle coste italiane, in poco più di due mesi, oltre 22 mila cittadini extracomunitari contro i soli 25 dello stesso periodo dello scorso anno. È unfenomeno di straordinarie proporzioni, un’emergenza umanitaria, sia per la quantità degli arrivi, cheper l’intensità con cui si sono susseguiti. Basti considerare che, lo scorso anno, i dati che ho citato,riferiti ai primi tre mesi, dicono, appunto, di un numero esiguo rispetto al fenomeno che si sta oggiverificando. Un fenomeno che il Governo ha compreso dall’insorgere della crisi del Maghreb tantoda dichiarare immediatamente lo stato di emergenza umanitaria sul territorio nazionale. Questadecisione ci ha consentito, con la nomina del prefetto Caruso a commissario del Governo, dipianificare da subito una serie di interventi per garantire, non solo l’accoglienza degli immigrati, inmaggior parte clandestini, ma anche la sicurezza dei cittadini italiani.
L’unità di crisi del Viminale,che segue l’emergenza umanitaria ventiquattrore su ventiquattro, ha messo a punto nei giorni scorsiquel piano di completa evacuazione degli immigrati da Lampedusa che, oggi, il Presidente delConsiglio ha illustrato proprio a Lampedusa. Dall’inizio della crisi sono già stati trasferiti da Lampedusa, nei centri del Ministero dell’interno, oltre 13 mila immigrati. A tutti è stata assicurata assistenza umanitaria e sanitaria, oltre che la possibilità di richiedere la protezione internazionale. Per quanto riguarda il coinvolgimento delle regioni, tra poco incontrerò i rappresentanti delle regioni, delle province e dei comuni. Ho proposto loro un piano per la distribuzione equa, in tutte le regioni, con la sola esclusione dell’Abruzzo per i soliti motivi, dei rifugiati, con un criterio molto semplice, ossia in base al numero degli abitanti, alla popolazione. Sentirò oggi le regioni e mi auguro che vi sia quella solidarietà di tutte le regioni che è stata invocata, da ultimo, dal Presidente della Repubblica

maroni regioni
Quel giorno, il 30 marzo 2011, il fronte dell’immigrazione era molto più caldo di oggi. Il sottosegretario all’interno Mantovano si era dimesso in polemica con la decisione del governo Berlusconi di inviare altri 1400 migranti a Manduria, cittadina della Sicilia, visto lo stato d’emergenza, nonostante l’impegno preso da Maroni con lo stesso Mantovano. In serata c’era stato l’incontro tra governo e Regioni di cui parlava Maroni in Parlamento. Veniva anche «ipotizzata l’istituzione di una cabina di regia nazionale coordinata dal governo con Regioni ed enti locali con la copertura da parte del governo di tutte le risorse finanziarie necessarie a gestire l’emergenza». Lo stesso Roberto Maroni da governatore si comporta in modo opposto rispetto a quello che faceva da ministro dell’Interno.

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