Cosa ci perdiamo senza gli oriundi nel calcio italiano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-03-24

Mancini si scaglia contro le convocazioni degli oriundi in Nazionale (che però ci hanno spesso fatto vincere) e Salvini impara che forse è meglio smettere di parlare di calcio per fare campagna elettorale: siamo un paese meraviglioso

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Il mondo del pallone è agitato dalle polemiche sugli oriundi nella Nazionale nate dalle scelte di Conte di convocare in azzurro il brasiliano Eder della Sampdoria e l’argentino Vazquez del Palermo in occasione del doppio impegno per le qualificazioni ad Euro 2016 contro Bulgaria e Inghilterra il 28 e il 31 marzo. Dal momento che il regolamento lo consente e visto che sia Eder che Vazquez sono naturalizzati italiani in teoria non ci dovrebbe essere nulla da eccepire. Se non che Roberto Mancini ha pensato bene di dire che la cosa non va bene perché in Nazionale ci devono essere solo italiani di nascita ed Eder e Vazquez non sono nati in Italia.

Un simpatico meme trovato sulla bacheca di Matteo Salvini (fonte: Facebook.com)
Un simpatico meme trovato sulla bacheca di Matteo Salvini (fonte: Facebook.com)

AUTARCHIA UNICA VIA
Mancini dimentica però che dei quattro mondiali vinti dall’Italia in ben tre occasioni (1934, 1938 e 2006) tra gli azzurri vincitori c’erano degli oriundi (e a voler essere precisi nel 1982 c’era Gentile che era nato a Tripoli da genitori italiani). Insomma se dal punto di vista del regolamento della Federcalcio la questione non avrebbe nemmeno ragione d’esser posta dal punto di vista storico verrebbe da dire che è stata superata da un bel po’. E se andava bene alle nazionali che hanno giocato e vinto durante il Ventennio (e non si può certo dire che in quel periodo non stessero attenti all’italianità) che senso ha parlarne di nuovo ora come se si trattasse di una novità inconcepibile (nel 2015?). Quella degli oriundi nella Nazionale di calcio italiana (ma è una pratica adottata anche dalla Nazionale di rugby) è una storia che va avanti da quasi un secolo eppure ogni volta si sente il bisogno di dare vita a qualche sterile polemica.
Angelillo, Altafini e Sivori con la maglia della Nazionale nel 1961 (fonte: Wikipedia.org)
Angelillo, Altafini e Sivori con la maglia della Nazionale nel 1961 (fonte: Wikipedia.org)

Fa sorridere che la crociata anti-oriundi parta proprio dall’allenatore dell’Inter, una società che raramente schiera italiani in campo (ma riesce comunque a perdere benissimo). Il Giornale pubblica un lungo articolo per dire sostanzialmente che gli oriundi “portano sfiga” e che siamo riusciti a vincere anche senza di loro (e vabbè, siamo riusciti a vincere anche senza Roberto Baggio o schierando gente come Iaquinta). La ricetta è sempre la stessa: imporre ai club di schierare sempre degli italiani (di nascita) e potenziare la rete dei vivai per allevare i migliori calciatori nostrani. La si sente ripetere da talmente tanto tempo che ormai non ci crede più nessuno.
LA PROVA CHE MANCINI SBAGLIA
Nel caso servisse un ulteriore argomento a favore delle convocazioni degli oriundi c’è l’immancabile opinione di Matteo Salvini (strano però che lui non indossi mai le felpe con scritto ITALIA). Il segretario della Lega Nord ha esternato i suoi sentimenti di vero italiano (ex-secessionista padano) sui vari social network dove imperversa quando non è impegnato in televisione. Da sempre il motto della Lega è PRIMA LA NOSTRA GENTE, l’unico problema è semmai definire cosa si intenda per “nostra” visto che in vent’anni la Lega ha cambiato spesso la sua posizione.
salvini oriundi
Stavolta però il nostro eroe non ha raccolto i consensi in cui sperava, e in molti hanno criticato l’uscita di Salvini forse perché per una vittoria gli italiani venderebbero anche la loro madre.
commenti salviniani
Certo Matteo nella sua furia anti-stranieri dimentica che la Nazionale Padana (ebbene sì, esiste ancora) schiera il fratello di Mario Balotelli, EnocK Barwuah che ha la doppia nazionalità (italiana e ghanese) ma evidentemente gode del vantaggio di essere nato a Palermo dove quelli di Noi con Salvini stanno cercando di rendere simpatico il segretario della Lega ai “terroni”. Per fortuna Enock non perde occasione per ricordare a Salvini che le sue opinioni valgono meno di zero anche per i giocatori della “sua” nazionale padana.
Fonte: instagram.com
Fonte: instagram.com

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