Cosa c'è dietro la rissa tra Virginia Raggi e Matteo Renzi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-11-17

La sindaca si arrabbia su Facebook con il premier, ma stranamente non risponde nel merito a quello che Renzi aveva detto stamattina. Ecco perché e di cosa si sta parlando veramente

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«Come un vecchio politico di professione, per fare polemiche continua a tirare in ballo i frigoriferi. Bene, allora si concentri su quelli vuoti degli italiani»: gliele vuole proprio cantare Virginia Raggi a Matteo Renzi. E così la sindaca di Roma, che oggi ha incassato le proteste degli abitanti della palazzina crollata sulla Farnesina e la smentita dell’Aula del Campidoglio, che ha deciso di votare all’unanimità una mozione che impegna la Giunta a fare di più per il caso, è partita all’attacco su Facebook:

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Lo status della sindaca contro Matteo Renzi

Cosa c’è dietro la rissa tra Virginia Raggi e Matteo Renzi

Roma ha adottato lo schema di Bilancio per il prossimo triennio, rispettando i termini di legge come non accadeva da anni. In questo modo possiamo programmare le spese per i cittadini senza dover ricorrere con costanza ad affidamenti diretti, una prassi finita nel ciclone di Mafia Capitale.
Il premier ci chiama ancora in causa, invece di pensare a lavorare. Piuttosto si concentri sulla manovra finanziaria e si attenga alle regole: non ha rispettato i termini di presentazione che lui stesso si era dato quest’estate.
Il tutto per predisporre una legge di bilancio con saldi incerti, piena di bonus e mancette pre-elettorali che non risolvono i problemi degli italiani. Anzi, come al solito, anche quest’anno intende tagliare risorse destinate ai Comuni mettendo in difficoltà i cittadini.
Soltanto per il 2017 i trasferimenti da Stato e Regione previsti per la Capitale si riducono di circa 40 milioni di euro. I romani lo sappiano. E senza tener conto che, a quanto pare, il premier non intende impegnarsi per il Patto per Roma come invece ha già fatto per la “sue” Firenze e Milano. Apprendo, infine, che Renzi ora si scopre anche esperto di elettrodomestici: come un vecchio politico di professione, per fare polemiche continua a tirare in ballo i frigoriferi. Bene, allora si concentri su quelli vuoti degli italiani.

Come mai la sindaca è così arrabbiata? Tutto risale a un’intervista rilasciata da Matteo Renzi questa mattina a RTL 102.5, nella quale il premier ha punzecchiato la Raggi: “Roma ha scelto il suo sindaco, tocca al sindaco ora governare. Noi siamo totalmente disponibili a lavorare con il sindaco di Roma. Ma ho alcuni dubbi solo quando vedo che tagliano sulla cultura e sulla scuola e questo mi dispiace: è come tagliare il ramo su cui siamo seduti. Auguro loro solo di non cedere sulla cultura del complotto come sui troppi frigoriferi abbandonati sulle strade”. Di cosa stava parlando Renzi in mattinata? Dello schema di bilancio, lo stesso di cui la sindaca si vanta dicendo che “rispetta i termini di legge come non accadeva da anni” nel suo status su Facebook. Sbagliato, visto che il termine del 15 novembre per presentare lo schema di bilancio è entrato in vigore a partire dall’esercizio 2015. Quindi i suoi più o meno illustri predecessori, ovvero Alemanno e Marino, non avrebbero potuto mai farcela. Ma questi sono dettagli. Più importante è segnalare la previsione di bilancio della Giunta Raggi approvata ieri. Che ad esempio contiene un taglio della tariffa sui rifiuti pari all’1,5%-2%, maggiori risorse per 39 milioni di euro per le politiche sociali e della famiglia, fondi per 10 milioni di euro che verranno distribuiti ai Municipi al fine di realizzare interventi su strade e viabilità.

Il bilancio del Campidoglio approvato dalla Giunta Raggi

Ma anche, ed è di questo che parlava il premier, tagli a scuola e cultura per 15 e 6 milioni di euro e minori investimenti nella città per il prossimo triennio: il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca ne aveva calcolati 524 da investire nel triennio 2016, la Giunta ne approva 481, di cui 160 per il primo anno. Ovvero 43 milioni in meno di investimenti in una città che ha un disperato bisogno di ammodernarsi, rinnovarsi, cambiare. Segnala ancora il Corriere della Sera oggi:

In realtà il rapporto tra entrate (4.438.657.752 euro) e uscite (4.639.773.936 euro) segnala un leggero disavanzo. Al netto delle entrate una tantum, come i fondi per referendum (31,3 milioni) e Giubileo (57,2 milioni), e dei debiti fuori bilancio (215 milioni), la spending-review c’è stata: 12 milioni da recuperare attraverso la centrale unica degli acquisiti più 4,5 milioni di tagli alle risorse per il funzionamento degli organi istituzionali più altri 3 milioni dalla sforbiciata sui fitti passivi. Un totale di quasi 20 milioni che contribuisce a dare un po’ di ossigeno (più 6 milioni) al trasporto pubblico e ad aumentare (più 39 milioni) l’impatto del Comune sul sociale. Ma che non ce la fa ad evitare tagli a scuola, cultura e tutela del territorio (meno 11,7 milioni), azzerando di fatto i fondi destinati ai Municipi per la manutenzione stradale: 10 milioni per 4700 km di strade sono oggettivamente pochi.

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E scrive oggi Manuela Perrone sul Sole 24 Ore:

 Siamo lontanissimi dagli oltre 2 miliardi del 2007 ma anche dai miseri 390 milioni del 2014 , dai circa 500 milioni del 2015 e dagli 875 del previsionale 2016. Per non parlare della distanza siderale con Parigi (1,5 miliardi) o Londra (1,9 miliardi). Il grosso dei 481 milioni sarà divorato dai lavori per la linea C della metropolitana, che assorbiranno quasi 290 milioni nei tre anni. In generale, alla voce trasporto pubblico locale sono destinati oltre 366 milioni.
Seguono i servizi istituzionali, generali e di gestione (38,7 milioni) e l’istruzione (28 milioni, soprattutto per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici). Oltre 18,3 milioni andranno invece alla manutenzione straordinaria del patrimonio storico-culturale. Peccato, però, che scuola e cultura siano proprio i settori su cui si abbatterà maggiormente l’accetta per risparmiare sulla spesa corrente nel 2017 (a quota 4,64 miliardi, a fronte di entrate stimate in 4,4 miliardi): 15 milioni in meno sull’istruzione (circa 7 per effetto della stabilizzazione di educatrici e insegnanti; altri 5 per contratti di servizio e manutenzioni); sei milioni in meno per beni e attività culturali, compensati (è la promessa) grazie a un nuovo regolamento sulle concessioni. Altri tagli corposi riguarderanno la macchina amministrativa (12 milioni solo per le utenze) e l’ambiente (11,7 milioni, colpa dei 9 milioni in meno dalla Regione Lazio per la raccolta differenziata).

In più, Roma Capitale registra debiti fuori bilancio per circa 215 milioni di euro. Nel 2016 si potrà procedere al riconoscimento di tali debiti, ereditati dalle precedenti amministrazioni, solo a seguito della concessione di spazi finanziari da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sempre riconosciuti in passato, dice il comunicato di Mazzillo e Raggi. In ogni caso, i debiti non destano preoccupazione perché gli accantonamenti al Fondo passività potenziali sono in grado di assicurarne il pagamento nel 2017, anno in cui il Campidoglio avrà comunque gli spazi di finanza necessari. In tutto questo bailamme di numeri non risultano ancora pervenuti gli 1,2 miliardi di euro che il vicesindaco Daniele Frongia sosteneva di aver individuato come sprechi da tagliare nel febbraio scorso: “Abbiamo individuato 1,2 miliardi di euro di sprechi. Se il Movimento cinque stelle venisse eletto alle prossime elezioni, nel giro di un anno potrebbero essere reinvestiti per la città, come asili, trasporti e manutenzione stradale”. I tagli su scuola e cultura ci sono. E su quelli, non a caso, Virginia ha accuratamente evitato di rispondere.

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