Cosa hanno capito i grillini della «patata bollente» della Raggi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-10

Ma che sorpresa, ci sono una marea di insulti sessisti sotto il post su Facebook dove Beppe Grillo ha lanciato un appello contro il sessismo di Libero nei confronti di Virginia Raggi. E indovinate chi è il bersaglio preferito? Quella “femminista” (usato come insulto) di Laura Boldrini

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Oggi Libero riferendosi alle ultime vicende romane e ai pettegolezzi dell’assessore Paolo Berdini su Virginia raggi in prima pagina titola “Patata Bollente”. Per fugare ogni dubbio riguardo all’argomento di cui si sta parlando il quotidiano di Vittorio Feltri precisa successivamente che “una patata bollente può bruciare Virginia” e che la Raggi “ha mostrato un debole per un dipendente comunale per un dipendente comunale e gli ha dato l’aumento” concludendo con un “meglio il Cav. che pagava di tasca propria” che fa riferimento alla nota vicenda delle “olgettine” pagate da Berlusconi.
 
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Il sessismo di Libero e quello di Grillo sono la stessa cosa

C’è poco da commentare sull’ennesima uscita sessista di Libero: è un titolo sessista che fa riferimento ad una ricostruzione (quella di un rapporto sentimentale tra Raggi e Romeo) che è stata smentita dalla stessa sindaca e che è basata solo su quanto confidato dall’assessore Berdini. Oltre a questo ovviamente c’è il riferimento alla “patata bollente”, una metonimia volgare ed un’allusione oscena che non è certo degna di essere considerata giornalismo. I presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso hanno condannato il giornalismo spazzatura di Libero e hanno espresso la loro piena solidarietà alla sindaca Raggi chiedendo le scuse di Vittorio Feltri. Anche Beppe Grillo sul blog ha parlato di un violento attacco al sindaco di Roma esprimendo massima solidarietà “alla nostra Virginia” e deplorando lo stato dell’informazione italiana.
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Tutto giusto, tutto così dannatamente bello: finalmente tutte le forze politiche prendono che il sessismo non è divertente, non è giornalismo, non è una forma di argomentazione politica, è un insulto. Però come sempre c’è un però perché la legittima indignazione per quanto scritto da Libero sulla Raggi indovinate un po’ in cosa si trasforma? Sessismo. Questa volta nei confronti della Presidente della Camera Laura Boldrini. Un odio che viene da lontano ovvero da quel momento in cui Beppe Grillo scatenò le sue armate con una “semplice” domanda: “cosa fareste in auto con la Boldrini?“. Un post che fece venire fuori i peggiori insulti sessisti, cose che in confronto le allusioni di Libero sono robetta da educande. Per tacere di quando Grillo definì Rita Levi Montalcini “vecchia puttana”.
 
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Qualcosa del genere accadde su Facebook anche alla deputata Dem Cristina Bargero. Altri insulti sessisti furono rivolti non online ma durante una seduta della Camera alla deputata M5S Barbara Lezzi, mentre in un’altra occasione il deputato Cinque Stelle Massimo Felice De Rosa disse in Commissione Pari Opportunità alla Camera «Voi donne del Pd siete qui perché siete brave solo a fare i pompini». Questo non toglie nulla a quello che ha fatto Libero, solo mette le cose in prospettiva. Ed aiuta forse a contestualizzare (ovvero a mettere nel contesto del sessismo) quello che segue.
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I commentatori della pagina Facebook di Grillo sono indignati perché la Boldrini non ha detto nulla (in realtà la Boldrini ha detto eccome, solo che non se ne sono accorti). Qualche genio che ha capito tutto difende la Raggi dal sessismo di Libero senza farsi troppi scrupoli nell’insultare con epiteti sessisti la presidente della Camera.
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E non pensate che sia un caso isolato attivista del MoVimento che non si fa problemi a chiamare “figa di legno” la Boschi
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Possiamo però scendere ancora più in basso e insultare direttamente la moglie di Feltri.
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Qualcuno che non si è accorto del tweet della Boldrini è andato a chiedere giustizia sulla pagina Facebook della Presidente chiedendo di intervenire “falsamente” (perché nel mondo di chi pensa che Boldrini è una cattiva è ovvio che sarebbe una solidarietà pelosa e non convinta). Ed è interessante notare come “femminista” venga utilizzato come un insulto.
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A tutti questi esperti che riescono a distinguere la solidarietà vera da quella falsa ricordiamo che già in passato Laura Boldrini era stata tra le prime a prendere le difese di Giorgia Meloni dopo gli insulti che le erano piovuti addosso in seguito all’annuncio della sua maternità. Non possiamo nascondere il fatto che Grillo abbia allevato il suo elettorato ad insulti nei confronti delle donne. Ah già, ma lui è un comico. Eccolo qui in un momento di comicità quando retwittava gli insulti contro Maria Elena Boschi e Pina Picierno.
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