La Corea del Nord testa armi chimiche su cavie umane?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-01-02

La ricomparsa della notizia secondo la quale in Corea del Nord si usano i disabili per testare le armi chimiche desta però qualche sospetto

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Non passa un giorno che la Corea del Nord non faccia parlare di sé. Dopo gli attacchi degli hacker alla Sony, dopo il caos di The Interview e dopo il discorso di fine d’anno in cui Kim Jong Un annunciava l’intenzione di iniziare una fase di distensione di con la Corea del Sud ora è nuovamente il turno di quelle belle notizie dell’orrore che da sempre caratterizza la vita in Corea del Nord.
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DISABILI USATI COME CAVIE
A dare la notizia è il sito tedesco DW.de (ma è stata ripresa anche dal Telegraph)che riporta il terribile racconto Im Cheon-Yong di un dissidente nordcoreano fuggito dal paese a metà degli anni Novanta e attualmente residente in Corea del Sud. Prima di scappare dalla Corea del Nord Im Cheon-Yong era un ufficiale delle forze speciali dell’esercito nordcoreano ed è proprio durante il periodo di addestramento che ha potuto vedere con i suoi occhi i crimini commessi dal regime nei confronti dei cittadini che avevano un qualche tipo di disabilità. Secondo Im il Governo nordcoreano ha messo in atto una sistematica operazione di eliminazione degli “imperfetti” perché dal momento che il Paese viene presentato come il paradiso in terra non è ammessa la presenza di portatori di handicap. I disabili nordcoreani però non vengono “semplicemente” fatti sparire ma utilizzati per sperimentare l’efficacia e gli effetti dell’arsenale dell’esercito. Durante la fase di addestramento sul campo agli allievi ufficiali dell’accademia militare vengono mostrati gli effetti sui topi da laboratorio delle armi chimiche e poi quelli sugli esseri umani:

Abbiamo guardato gli istruttori fare i test sugli esseri umani per mostrarci come muore un essere umano. L’ho visto con i miei occhi.

Ad essere usati come soggetti per gli esperimenti, secondo il racconto di Im, ci sono anche bambini che vengono strappati alle loro famiglie con il pretesto che offrirsi come cavie è l’unico modo con il quale un disabile può essere utile al suo paese.

L’ORIGINE DELLA NOTIZIA
La notizia però non è nuova, anzi appare periodicamente sull’Internet, ed è stata data inizialmente da Al Jazeera nel 2009 che ha raccolto per prima le rivelazioni di Im Cheon-Yong. A quanto pare ci sono in Corea del Nord dai tre ai cinque siti che vengono utilizzati per compiere i test sulle cavie umane, una pratica questa che secondo altri fuoriusciti e disertori è molto diffusa soprattutto durante l’addestramento dei reparti d’élite delle forze armate di Pyongyang. I racconti di episodi del genere, seppur numerosi, sono sempre gli stessi e purtroppo non sono corroborati da prove. L’unica prova sembra essere che non esistono disabili in Corea del Nord quindi il regime in qualche modo deve averli fatti sparire. L’unica cosa davvero certa è il nazionalismo etnico nordcoreano, il fatto di considerarsi la razza più pura e perfetta che non deve essere in alcun modo contaminata, né culturalmente né in altro modo. Un mito la cui diffusione è al centro dell’operazione di propaganda interna messa in atto dal regime che governa a Pyongyang. È quindi possibile che per mantenere la purezza nordcoreana la dittatura ricorra anche a queste forme di “pulizia del pool genetico” ma fintantoché non sarà possibile un’indagine indipendente non potremo averne la certezza storica, d’altra parte non sarebbe la prima volta che viene diffusa una bufala sui terribili crimini commessi da Kim Jong Un.

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