«Controllare l'Italia in stile Trojka? L'Ue ci pensa»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-12-28

Alberto D’Argenio in un articolo su Repubblica riassume gli ultimi contrasti tra Italia e Unione Europea e prefigura un cambio di atteggiamento dell’Europa nei confronti dell’Italia su deficit e debito: Rivelatoria una frase pronunciata qualche giorno fa da uno stretto collaboratore del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: «A causa del clima politico questa volta …

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Alberto D’Argenio in un articolo su Repubblica riassume gli ultimi contrasti tra Italia e Unione Europea e prefigura un cambio di atteggiamento dell’Europa nei confronti dell’Italia su deficit e debito:

Rivelatoria una frase pronunciata qualche giorno fa da uno stretto collaboratore del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: «A causa del clima politico questa volta potremmo non riuscire a fermare i falchi determinati a bocciare la manovra e a commissariare l’Italia con una procedura sul deficit». Il punto è che dopo gli attacchi di Parigi Renzi ha alzato il deficit 2016 al 2,4% per spese in sicurezza. Se dopo lunghe trattative a novembre l’Italia aveva la garanzia informale di un ok in primavera al 2,2% (già 13 miliardi di flessibilità), ora anche al Tesoro sanno che la partita è in salita e la preoccupazione è alta. Oltretutto diversi ministri europei, capeggiati da Schaeuble, premono affinché la Commissione sia dura.

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Chi ha titoli e obbligazioni delle banche fallite (Repubblica, 10 dicembre 2015)

Nell’articolo c’è anche un preannuncio di minaccia assai clamoroso che riguarderebbe un intervento dell’ESM per i crediti deteriorati delle banche, sul modello di quanto avvenuto in Spagna e a Cipro:

Altro dossier a rischio, le banche. Dopo gli scontri su Tercas e sul salva-banche, ora i fari sono sulla bad bank chiamata ad alleggerire gli istituti italiani dai crediti deteriorati: il negoziato è incagliato per ragioni tecniche, le tensioni politiche non aiutano e a Roma è giunta voce che la Commissione sta verificando se sia il caso di prepararsi a offrire un aiuto al sistema italiano tramite il Fondo salva-stati (Esm) come avvenuto nel 2012 con Spagna e Cipro. Che questo avvenga è del tutto improbabile (Tesoro e Bankitalia garantiscono che anche in caso di mancato accordo sulla bad bank i crediti deteriorati non rappresentano più un rischio sistemico), ma il solo fatto che a Bruxelles riflettano su questa possibilità, e molti governi presterebbero volentieri soccorso all’Italia per poi controllarla in stile troika, fa capire il livello della tensione. E non sempre scaricare le colpe sugli altri paga a Bruxelles, visto che se è vero che nella Ue regna un approccio tedesco in economia, non è un mistero che spesso l’Italia prepara male i dossier, anche quelli più delicati.

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