Il CONI dice che la mozione dei grillini sulle Olimpiadi è da annullare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-30

«Penso non esista precedente nelle democrazie occidentali, ma nemmeno nelle tribù dell’Africa nera si scrive così un atto pubblico», dice l’avvocato Pellegrino

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Il Coni considera la mozione un autogol amministrativo. Almeno un sindaco delle altre 10 città coinvolte per ospitare le gare, potrebbe rivolgersi al Tar per chiedere di annullare la mozione. Per questo, scrive oggi Giuseppe Salvaggiulo sulla Stampa, si sta muovendo per provare a mettere i bastoni tra le ruote ai grillini. Anche dal punto di vista giudiziario:

Confortato dalla copertura politica internazionale, il Coni intende presentare ugualmente la seconda parte del dossier di candidatura, per tenere accesa la speranza. La scadenza è il 7 ottobre. Una sfida aperta a Virginia Raggi, soprattutto se nel frattempo arriverà al Coni la lettera della sindaca, che dà seguito al voto di ieri revocando la candidatura. Lettera che da ieri fa meno paura, per la convinzione, da parte dei sostenitori delle Olimpiadi, che la mozione è debolissima e illegittima. Fonti del Coni fanno notare che è falso («copiato da wikipedia») il presupposto del ritiro di altre città, da Dubai a Madrid (situazioni imparagonabili). Fonti giuridiche indipendenti sottolineano la debole motivazione nell’atto del Comune, se non quella dell’opinione del M5S.

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Al Comitato promotore di Roma 2024 sono molto dispiaciuti

Sotto la lente c’è infatti una frase contenuta nella mozione votata ieri: «Coerentemente con quanto sostenuto dal M5S, si ritiene che non sussistano più le ragioni della candidatura:

«Il che è tecnicamente l’apoteosi della partitocrazia», spiega Gianluigi Pellegrino, avvocato amministrativista già autore per il Coni di un parere sulla questione. La revoca di un atto pubblico, dice, è possibile purché sia esplicita e motivata una nuova valutazione dell’interesse pubblico, «che non può essere la mera opinione del partito di governo. È assurdo, sono basito. Penso non esista precedente nelle democrazie occidentali, ma nemmeno nelle tribù dell’Africa nera si scrive così un atto pubblico». Nella scarna mozione manca l’indicazione di presunti costi occulti, benefici sovrastimati, ostacoli amministrativi sopravvenuti.
C’è solo la generica evocazione delle «coerenti» posizioni del M5S «anche a fronte di una «approfondita analisi» del «mutato contesto economico e socio-politico». Il Coni ha atteso il voto di ieri e la mossa del Cio. Ora fa valutazioni giuridiche e politiche. La linea Renzi è evitare un frontale con la Raggi. Ma l’attacco potrebbe partire da altri sindaci, chiedendo al Tar di annullare il dietrofront e ridare fiato alla candidatura. E la Corte dei Conti potrebbe imputare ai consiglieri comunali i 15 milioni pubblici già spesi. Colpi pesanti, per la già fragile sindaca romana.

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