Il Comune di Roma a rischio default

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-07

La condizione di Roma impone scelte molto impegnative, che richiedono grande risoluzione, raffinata competenza, visione e padronanza di un’infinità di dettagli. E 100 giorni dicono che il tempo per addossare le colpe agli altri è finito

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Un debito finanziario di 1,2 miliardi. La rata annuale di ammortamento del debito pregresso in gestione commissariale, che è in totale pari a 13 miliardi. Uno squilibrio patrimoniale di oltre un miliardo del Gruppo Roma Capitale, creato dal saldo netto tra crediti e debiti delle società partecipate comunali che al Gruppo fanno riferimento per le quali può essere necessaria una ricapitalizzazione. Infine, i debiti fuori bilancio. Questi i quattro problemi del comune di Roma elencati oggi da Oscar Giannino sul Messaggero.

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I numeri del dissesto del Comune di Roma (Il Messaggero, 7 ottobre 2016)

L’articolo spiega che il Comune deve cominciare al più presto la ricognizione dei fattori che concorrono al suo squilibrio strutturali: secondo la Ragioneria nel primo semestre 2016 erano emersi 46 milioni non computati nel preventivo, tra nuova spesa e debiti fuori bilancio. L’assestamento votato dall’OREF (l’Organo di Revisione Economica e Finanziaria del Campidoglio) parla di 234 milioni di debiti fuori bilancio: la giunta dovrà discutere della rata annuale di ammortamento dovuta a Cassa Depositi e Prestiti per i 13 miliardi, gestiti dalla commissaria Silvia Scozzese. La quale ha avvertito che nel 2017 i flussi di cassa non basteranno per il rientro. L’assessore Andrea Mazzillo ha spiegato ieri che la macchina comunale non è abbastanza efficiente nella gestione delle entrate, scontando 100 milioni l’anno di mancati introiti per gli affitti, 7,1 miliardi di crediti non incassati (entrate tributarie, multe, tariffe per servizi e canoni). Tutto questo impedisce al Campidoglio, ad esempio, di investire in ATAC e AMA. Conclude Giannino:

Ci fermiamo qui. Non c’è alcun pregiudizio verso la giunta Raggi. Il duro compito che l’attende era chiaro da prima delle elezioni. La condizione di Roma impone scelte molto impegnative, che richiedono grande risoluzione, raffinata competenza, visione e padronanza di un’infinità di dettagli. E 100 giorni dicono che il tempo per addossare le colpe agli altri è finito.

Leggi sull’argomento: Stefano Fermante: il lungo addio del ragioniere generale del Comune di Roma

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