Il complotto di Ballarò contro il PD

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-31

Da lunedì il PD grida alla censura perché nessun suo esponente è stato invitato a Ballarò per la seconda settimana consecutiva. E questa è chiaramente un’emergenza democratica, no? Ma poi Anzaldi rivela il motivo dell’assenza…

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Da lunedì nel mondo della politica italiana non deve esserci molto di più interessante da fare, visto che il Partito Democratico si sta lamentando di una presunta censura subita da Ballarò. Ha cominciato Alessia Rotta, responsabile comunicazione e membra della segreteria del Partito Democratico, via nota stampa: «Secondo indiscrezioni insistenti, per la seconda settimana di seguito, il Partito Democratico verrebbe escluso da ‘Ballarò”, proprio a ridosso delle elezioni amministrative. Quali sono le motivazioni reali dietro questa decisione? Non vorremmo che dietro presunti calcoli sui dati dell’Osservatorio di Pavia ci sia la volontà di avvantaggiare qualcuno a discapito del primo partito in parlamento”. Finita la sfuriata, la Rotta poi decide di abbassare i toni parlando di veto contro i poveri candidati PD, costretti dal destino cinico e baro addirittura a concorrere alle elezioni con altri: una vera vergogna, converrete. “Anche nell’ultima puntata prima del voto, ci troveremmo di fronte ad un veto nei confronti del primo partito italiano, i cui candidati si trovano a concorrere contro tutti i partiti di opposizione. Raitre, con il suo principale spazio di informazione, in prima serata, vuole discriminare gli esponenti del Pd? Se fosse confermato, ci troveremmo di fronte ad una grave violazione del pluralismo e della par condicio”.

Il complotto di Ballarò contro il PD

Le “indiscrezioni” a cui si riferiva ieri la Rotta sarebbero in realtà la presentazione della puntata di Ballarò che andrà in onda stasera pubblicata ieri dalla Rai, la quale recita che ospiti della puntata saranno «il leader della Lega Nord Matteo Salvini, l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e l’antropologa Amalia Signorelli. La Gialappa’s Band irromperà con la sua satira attraverso una classifica semiseria sui temi dell’attualità e della politica della settimana. Come di consueto sarà ospite anche Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, che darà in diretta i risultati dei sondaggi realizzati per Ballarò». Ora, voi capirete che in effetti, non essendoci nessun nome del Partito Democratico, siamo quasi a livelli di emergenza democratica. Dev’essere per questo che il giorno dopo parte il CO.RE.T.TO. (ovvero il Collettivo Renziani Troppo Tosti), che vede come special guest (non essendo renziano ma Giovane Turco) l’ottimo Stefano Esposito su Twitter:
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E al CO.RE.T.TO. si accoda come da copione Stefano Boccadutri:

“Dopo un giorno dalla richiesta di chiarimenti da parte del Pd, e a poche ore dalla messa in onda di ‘Ballaro”, non e’ arrivata neanche una parola ufficiale dalla Rai su quello che appare come un vero e proprio veto contro il Pd”. Cosi’ Sergio Boccadutri, deputato Pd e membro della Commissione di Vigilanza, chiede che “il direttore di Raitre e il direttore editoriale spieghino perche’ per due settimane di fila, a ridosso delle elezioni, non viene dato spazio al primo partito italiano nell’unico talk in prima serata della terza rete”. Boccadutri anticipa anche che presentera’ un’interrogazione urgente in commissione Vigilanza alla Rai.

Si prosegue con l’immarcescibile Ernesto Carbone:

“E’ inconcepibile e inaccettabile che il Partito Democratico, primo partito italiano, venga escluso da un talk come Ballaro’ dove sono presenti esponenti di altre forze politiche. Visto il silenzio perdurante dei responsabili del programma di RaiTre, chiediamo ai vertici dell’azienda di chiarire la vicenda”, dice Ernesto Carbone. L’esponente della segreteria del Partito Democratico aggiunge che “nessuno ha il potere di emanare veti nei confronti di una forza politica: si tratterebbe di una gravissima violazione delle regole del pluralismo, per lo piu’ nell’imminenza di un importante turno elettorale”.

E non poteva non concludersi, dato il crescendo e il pathos ormai evidenti, con la chiusa indignata di Francesca Puglisi in latino:

-“In piena campagna elettorale, per due settimane di seguito, il Pd è escluso da Ballarò. Si tratta di una conventio ad excludendum? Aspettiamo la risposta dei vertici di Rai3 e del direttore editoriale”. Lo dichiara la senatrice Francesca Puglisi, della segreteria nazionale Pd.

Colpo di scemi

A questo punto anche a uno scemo sarebbe evidente il complotto di Ballarò contro il Partito Democratico. Pur non avendoli invitati nella scorsa settimana, quelli di Raitre proseguono anche oggi, nell’ultima puntata utile e prima del primo voto per le amministrative, nel reiterato comportamento doloso di non invitarli. Se non che, proprio mentre il CO.RE.T.TO. immaginava a quali punizioni corporali dovesse sottoporre Massimo Giannini prima di cacciarlo – pardon: si dice avvicendarlo – come Raitre ha già deciso di fare, è sceso in campo lui, ovvero Michele Anzaldi. L’agenzia di stampa DIRE riporta una sua dichiarazione piuttosto confusa, ma dalla quale a fatica si evince che il Partito Democratico non è stato invitato perché in regime di par condicio ha esaurito i suoi tempi in trasmissione. Questo vuole dire che i rappresentanti del Partito Democratico nella trasmissione di cui lamentavano una censura erano stati, dati alla mano, troppo presenti.

Non e’ colpa di Massimo Giannini l’esclusione del Pd da Ballarò‘, per la seconda settimana di seguito, e prima delle amministrative. A dirlo, interpellato dall’agenzia Dire, e’ Michele Anzaldi, deputato e membro della commissione di vigilanza Rai. “Se mi posso permettere- risponde Anzaldi a chi gli chiede di eventuali responsabilità del conduttore- oggi il problema non e’ tanto suo ma dei funzionari che hanno gestito la vicenda. Mi spiego: da quello che so io e’ stato detto che il Pd avrebbe esaurito i suoi tempi. A questo punto bastava vedere i dati relativi alle presenze delle forze politiche a BALLARO‘, per verificare se questo corrisponde al vero o no“. In ogni caso, da questo punto di vista “c’e’ comunque un problema, perche’ in un’azienda che dovrebbe basare il suo operato sulla comunicazione e la trasparenza, i funzionari avrebbero dovuto immediatamente aprire un’interlocuzione con chi chiede conto di questa esclusione. A quel punto dati alla mano, si vedeva se era giusto o no non consentire la presenza del Pd in trasmissione”.
Ma se anche il Pd avesse esaurito i tempi a disposizione, osserva Anzaldi, “c’e’ comunque una responsabilita’ da appurare. Mettiamo che la Rai avesse ragione, e che siamo di fronte a un esaurimento dei tempi per il Pd. Mi chiedo: ma quali sono i funzionari che hanno gestito in maniera cosi’ maldestra la cosa, al punto che il primo partito del paese manca dalla trasmissione di punta del servizio pubblico, per due settimane di seguito, in prossimita’ di un voto come quello di domenica? Si tratta di un disservizio gravissimo. E qualche dirigente, magari superstipendiato, deve darne conto”. La vicenda finira’ in commissione di Vigilanza? “Emerge un’immagine della Rai che non comunica, arroccata in se stessa. Io lo dico da tempo. Dopo di che ci saranno verifiche da fare e se i dati sono giusti, qualcuno va sostituito”.

Secondo i dati dell’Osservatorio di Pavia infatti, sul tempo di parola a Ballarò, dal 26 aprile in poi, il governo è al 23,8%, il Pd al 22%, M5S al 15,9%, la Lega all’8,6%. Dunque occorreva riequilibrare le presenze per evitare una sanzione proprio dell’Agcom, cui si appella il Pd. A decidere l’«aggiustamento» sarebbe stato un gruppo di lavoro guidato dalla direzione Palinsesti di Giancarlo Leone. Ora, pare a tutti evidente l’arrampicata sugli specchi di Anzaldi sul fatto che l’azienda avrebbe dovuto contattare chi a mezzo agenzia di stampa si era lamentato: è invece chiaro che chi si è lamentato avrebbe potuto e dovuto prima chiedere e poi eventualmente (non) lamentarsi pubblicamente, se non altro perché scatenare una polemica sul nulla (visto che Ballarò sta rispettando una regola) non è un comportamento esattamente corretto. Ma a ben vedere è meglio che sia andata così: almeno la storia ha dimostrato che la politica italiana sa essere molto più spassosa dei talk show.
EDIT 20,28: La situazione è disperata, ma non seria:

“Il veto di Ballarò sulla presenza del Pd in trasmissione, nella settimana del voto amministrativo e per la seconda settimana di seguito, rappresenta una violazione intollerabile alla par condicio e al pluralismo televisivo. Il Partito Democratico presenterà un esposto all’Agcom su questa esclusione inspiegabile, lasciata senza risposta e senza responsabili da parte dei vertici Rai”. Lo affermano in una nota congiunta i vicesegretari del Pd, Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini.

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