Classe H: così i farmaci costano di più in ospedale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-25

La quota di pillole vendute in farmacia dal 2008 ad oggi è scesa dal 62 al 42%, a tutto vantaggio della distribuzione in Asl e Ospedali. Dove tra l’altro bisogna ricorrere alla trafila della visita specialistica con tanto di super-ticket da 50 euro

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I medicinali migrano dalle farmacie agli ospedali, soprattutto quelli innovativi ad alto costo, con aggravio di spese a carico dei malati. Si parla dei farmaci di cosiddetta fascia H, il cui costo ricade per intero sulle casse regionali invece che su quelle dell’industria farmaceutica e dei farmacisti perché i buchi della spesa per la fasica H devono essere ripianati metà dall’industia e metà dalle regioni. Racconta oggi la Stampa:
 

I numeri presentati ieri all’assemblea di Federfarma, l’associazione dei farmacisti, parlano chiaro: la quota di pillole vendute in farmacia dal 2008 ad oggi è scesa dal 62 al 42%, a tutto vantaggio della distribuzione in Asl e Ospedali. Dove tra l’altro bisogna ricorrere alla trafila della visita specialistica con tanto di super-ticket da 50 euro anziché passare per le vie brevi del proprio medico di famiglia. «La classe H era nata per i pochi farmaci che dovevano essere somministrati sotto stretto controllo medico, poi con il tempo vi è stato inserito di tutto», spiega la presidente di Federfarma, Annarosa Racca. «Medicinali come quelli antiAids o contro l’epatite C, gli anti tumorali, o quelli contro l’artrite reumatoide –aggiunge potrebbero oramai tranquillamente essere venduti in farmacia con il controllo del medico di famiglia, perché le nuove terapie oltre ad essere più efficaci hanno anche meno controindicazioni».

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Classe H: la vendita di farmaci in ospedale (La Stampa, 25 maggio 2016)

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