Civati e Fassina non partecipano più al voto sulle riforme (pappappero)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-13

Per l’assenza delle opposizioni al dibattito annunciata oggi

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Pippo Civati e Stefano Fassina annunciano congiuntamente che non parteciperanno più alle votazioni sulle riforme costituzionali per l’assenza dell’opposizione.Civati ha annunciato che voterà contro nel voto finale «se non ci saranno novità». Il parlamentare della minoranza del Partito democratico, conversando alla camera con i giornalisti, ha spiegato che «non si possono votare le riforme costituzionali da soli» e aggiunge che «non possono avere torto sempre e solo gli altri. Seguirò l’andamento dei lavori – ha precisato – ma non parteciperò alle votazioni e il voto finale sarà contrario, se non cambierà qualcosa».
 
CIVATI E FASSINA NON PARTECIPANO ALLE RIFORME
Fassina invece annuncia per ora solo la mancata partecipazione alle votazioni: «non partecipo alle votazioni perché il fatto politico dell’abbandono dell’ aula da parte delle opposizioni è molto grave. Chiedo al governo e al mio gruppo di sospendere i lavori per riuscire ad andare nella direzione indicata da Speranza, siamo di fronte all’approvazione della revisione della Costituzione».  In assemblea Pd ha potuto parlare solo Gianni Cuperlo, perché poi la riunione è stata interrotta per tornare in aula, ma tutta la minoranza Pd sembra ora orientata a chiedere a Matteo Renzi di fermarsi. Lo scontro sulle riforme non va bene, secondo l’ala sinistra del partito e non è solo Cuperlo a pensare che sia «una sconfitta votare con l’aula mezza vuota». Anche Alfredo D’Attorre, bersaniano, spiega: «Non si può andare avanti come se nulla fosse, mentre tutte le opposizioni lasciano l’aula. Chiederemo una riflessione nel gruppo per valutare di riaprire un’iniziativa politica nei confronti delle opposizioni, non solo sulla procedura, ma anche sui temi». Il gruppo Pd, a quanto pare, tornerà a riunirsi alla prima pausa dei lavori dell’aula.
M5S E LEGA FUORI
Nessun ripensamento da parte del M5s: “Ora entriamo, ‘motiviamo’, e poi usciamo dall’Aula” conferma il deputato Riccardo Fraccaro prima di rientrare in Aula per la ripresa dei lavori. “Speranza lancia l’ultimo appello a risedersi al tavolo? Mi pare che Renzi abbia definitivamente chiuso” commenta il deputato che ribadisce: “anche rinviare la discussione dell’art.15 alla fine non cambia le cose, è solo un modo per dirci di No”. Anche il capogruppo leghista Massimiliano Fedriga oggi in aula, annuncia la protesta del Carroccio contro la scelta di procedere a oltranza con le riforme, lasciando da parte i provvedimenti in scadenza. “Abbiamo provato a dialogare, abbiamo chiesto una conferenza dei capigruppo proprio per questa ragione, nel tentativo di ripristinare un clima costituente e di tornare a dare al parlamento la sua sovranità. Ma la maggioranza ha preferito privilegiare lo scontro per dare visibilità mediatica al proprio leader Renzi, mostrando il più gretto servilismo. A queste condizioni non ha più senso tornare in aula e, a malincuore, abbandoniamo la seduta. Torniamo tra i cittadini, le riforme se le faccia in casa Renzi”.

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