Chi ha portato via i soldi da Banca Etruria prima del crac?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-03

Il commissario liquidatore segnala che una soffiata preventiva aveva avvertito clienti privilegiati dei rischi

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Il Corriere della Sera ci fa sapere oggi che un mese prima del decreto Salvabanche del governo numerosi conti correnti di Banca Etruria sono stati svuotati da clienti privilegiati che avevano paura di perdere i propri risparmi. Il commissario Giuseppe Santoni lo ha scritto in una relazione che sollecitava lo stato d’insolvenza:

Scrive Santoni: «La situazione di liquidità si presenta assai critica, atteso che secondo quanto emerge dalle informazioni dei commissari straordinari, le riserve liquide sono inadeguate, per effetto dei deflussi dei fondi che hanno interessato la banca. In particolare il saldo netto di liquidità alla data del 18 novembre scorso pari a 335 milioni, il 4,6 per cento del totale attivo, è diminuito di euro 288 milioni da inizio ottobre. La situazione è fortemente aggravata dall’elevato grado di concentrazione della raccolta, che espone la banca al rischio del ritiro dei depositi anche di singoli depositanti (i primi 16 clienti detengono circa il 16 per cento)».
Il sospetto è fin troppo evidente: una soffiata preventiva. Per questo le verifiche disposte dal procuratore Roberto Rossi e affidate alla Guardia di finanza mirano a scoprire anche i contatti avuti dai correntisti prima del 22 novembre, data di approvazione del decreto del governo. Esaminando la situazione patrimoniale Santoni sottolinea infatti che «le perdite ammontano a circa un miliardo e 170 milioni di euro e nonostante le necessarie misure adottate dall’autorità tà di vigilanza per provvedere alla loro copertura, che hanno azzerato le riserve, il capitale sociale, le obbligazioni computabili nei fondi propri della banca, residuavano alla data di avvio della procedura di risoluzione — appunto il 22 novembre 2015 — e residuano tuttora a 305 milioni di debito privo di ogni copertura». Questo vuol dire che «il dissesto di Etruria è superiore al miliardo di euro».

C’è da segnalare che i conti correnti non sono stati toccati dal decreto che ha risolto le quattro banche, ma il rischio che toccasse i conti al di sopra dei 100mila euro c’era nel caso si fossero anticipate le norme del Bail In, ipotesi che era circolata anche sui giornali dopo che l’Unione Europea aveva bocciato il ricorso al Fondo Interbancario. L’ipotesi di una soffiata zelante non è peregrina, ma quella che i correntisti abbiano soltanto letto i giornali forse è più cogente.

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