Il megacomplotto per avere Quo Vado di Checco Zalone in tutte le sale

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-05

Aiuto, ci vogliono costringere a vedere il film di Checco Zalone con elaborati piani commerciali!1

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Voi andrete a vedere l’ultimo film di Checco Zalone? A quanto pare l’Internet si è nuovamente diviso sulla questione. C’è chi non ci andrà perché non è un film impegnato (non come l’ultimo episodio di Star Wars che fa tanto nerd se lo vedi), c’è chi non ci andrà perché non si mischia al volgo, e ci sono quelli (e sono tanti) che ci sono andati. Checco Zalone, o lo ami o lo odi, questa sembra essere l’immagine restituitaci da tutti coloro che in questi giorni si sono sentiti in dovere di tediarci argomentando a favore di una delle due posizioni. Anche Mario Adinolfi, da grande esperto di tutto qual è ci ha fatto sapere di aver gradito il film alla faccia di quei noiosi intellettuali radical chic. Ma forse le cose non sono così semplici. Perché quelli che vanno al cinema a vedere Quo Vado? ci vanno? Quale misteriosa e occulta forza li spinge ad entrare nel buio della sala e a fronteggiare lo Zalone? Semplice: una strategia studiata a tavolino da quelli della Medusa per indurci in tentazione e impietrirci davanti allo schermo.
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Il terribile piano della Medusa per conquistare i cinema italici

La teoria che si fa strada sui social prende spunto dal fatto che il film di Zalone è ovunque. I dati parlano chiaro: 1.500 copie distribuite in tutta Italia (l’attesissimo settimo capitolo di Star Wars era stato distribuito in 800 copie), un vero record. Ecco perché è impossibile andare al cinema e non trovare fuori la locandina di Quo Vado?. Ecco perché alla fine del primo weekend di programmazione il film ha incassato più di ventidue milioni di euro. C’è chi è andato a fare i conti e ha scoperto che gli schermi cinematografici in Italia sono 3800, il che significa che il film di Checco Zalone è presente in quasi la metà delle sale, qualcosa in più se si considera il fatto che molti cinema italiani sono multisala. Insomma, Quo Vado? è ovunque, anzi peggio. In Italia c’è un unico film, ed è quello di Zalone. Come è stato possibile? Secondo i soliti bene informati è stata la Medusa che si è messa in testa che avrebbe lanciato la direttiva “vogliamo Zalone in tutti i cinema” ed ecco quindi che al solito le “major” (o equivalenti) decidono cosa dobbiamo vedere, ascoltare, leggere e – perché no? – gradire:

E’ il classico boom costruito a tavolino da chi ha il potere di decidere per noi facendoci credere che decidiamo noi.
E’ il business monopolistico della distribuzione. Riguarda il cinema come i libri. Loro scelgono cosa dobbiamo vedere e cosa dobbiamo leggere. E noi vediamo e leggiamo quello che ci impongono, credendo di deciderlo, decidendo che ci piace, o non ci piace, discutendone fino allo sfinimento e alimentando quel caso che fa soldi e nuovo business.

Peccato che a sconvolgere questo bel ritratto della culturale del nostro paese ci siano i dati di realtà. Ad esempio il fatto che il numero di copie distribuite non dipende unicamente dalla volontà della casa produttrice quanto dalle richieste delle sale. Ovvio che, dati i precedenti record stabiliti dai film di Zalone, i cinema italiani non si sono fatti sfuggire l’occasione di proiettare il nuovo annunciato successo del comico pugliese. Il meccanismo di vendita è abbastanza semplice e lo spiega anche Savino Roberto Patruno (ex-direttore generale dell’Istituto Luce) qui. In particolare Patruno spiega che gli esercenti (ovvero i cinema) detengono un potere consistente riguardo il cosa mandare in sala:

Se un esercente si rifiuta di ricevere un film, l’agenzia di distribuzione rimane bloccata, a meno che non si tratti di una potente agenzia che riesce a “imporre” il suo volere. L’esercente comunque agisce sempre secondo le leggi di mercato. I multiplex infatti di solito hanno in programmazione solo film commerciali, distribuiti dalla Warner o Medusa, che garantiscono un forte incasso con cui coprire tutte le spese. Le pellicole d’autore o di “nicchia” sono relegati ai cinema dei “circuiti d’autore” che hanno rapporti stretti con le società indipendenti Bim e Lucky Red e contano solo sul proprio ristretto pubblico selezionato

Insomma un esercente può essere convinto, da una strategia di marketing o da altro, ma visto che ci deve fare i soldi con i film a convincerlo maggiormente saranno le prospettive di guadagno. Paradossalmente quindi a condizionare l’invasione di Zalone nelle sale non è stata solo la Medusa ma anche il pubblico che negli anni scorsi era andato a vedere i film di Zalone. Improvvisamente l’occupazione dei cinema da parte di Quo Vado? si presta molto meno ad una lettura semplicistica come quella fatta dai soliti che sanno tutto di dinamiche di distribuzione. Il terribile nemico dalla testa di gorgone perde gran parte del suo fascino e del suo potere.

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L’ESPERIMENTO MEDIATICO RAGA

Ma questo laggente non lo dicono, anzi, dicono di quando la Medusa si è messa contro la Disney e un successo mondiale che nelle galassie lontane lontane dove non sono arrivati i film di Zalone è amato da grandi e piccini, padri e figli:
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Ma in fondo a quelli che al Cinema non ci vanno mai perché ci sono solo film troppo commerciali per credere alla mega cospirazione basta solo questa foto:
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Forse due sale per il Piccolo Principe sono eccessive visti tutti quei posti lasciati vuoti dai radical chic da tastiera

E tutti i discorsi sulle leggi di mercato, sul fatto che di film di Natale non ce ne fossero poi molti quest’anno oppure quello – banale, lo ammetto – riguardo il fatto che Zalone sia ormai diventato un fenomeno di costume (come ammettono anche diversi registi) e che nel far ridere abbia anche un certo talento (incredibile vero?) possono andare a farsi fottere. Ma c’è qualcosa di vero che nessuno di coloro i quali si lamentano del successo del film di Zalone (annunciando per l’ennesima volta la morte del cinema italiano) sanno. Ed è quello che succede all’interno delle sale una volta spente le luci, il Nucleo Operativo Cinematografi di NeXt è riuscito a carpire l’orrida realtà di quello che la Medusa sta facendo sugli spettatori. C’è da avere paura raga.
 
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Un tecnico della Medusa umetta i globi oculari di uno spettatore durante la proiezione di Quo Vado (pensate era convinto di aver preso un biglietto per l’ultimo di Tarkovskij)

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