Che ha fatto Formigoni per meritare questo?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-22

L’ex presidente della Regione Lombardia è stato condannato a sei anni di carcere e all’interdizione dai pubblici uffici per il caso Maugeri. Quali sono le accuse e come si è arrivati alla sentenza che ha fatto esplodere l’Internet dell’invidia e dell’odio dove tutti stanno dando la caccia a al Celeste

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I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano hanno condannato oggi a 6 anni di carcere Roberto Formigoni nel processo sul caso Maugeri e San Raffaele. L’ex Presidente di Regione Lombardia (dal 1995 al 2003) e attualmente senatore di NCD era imputato per i reati di corruzione e associazione a delinquere assieme ad altre nove persone tra le quali l’ex assessore regionale alla Sanità Antonio Simone e l’uomo d’affari Pierangelo Daccò (entrambi di Comunione e Liberazione). Formigoni è stato condannato per i due capi d’imputazione di corruzione mentre è stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere.
formigoni maugeri condanna sei anni

Sei anni di interdizione dai pubblici uffici e la confisca di 6.6 milioni di euro

Il Tribunale ha anche deciso per Formigoni l’interdizione dai pubblici uffici per sei anni ed ha disposto la confisca di 6.626.961,96 euro a carico dell’ex Governatore, tra quadri, quote di proprietà di sette abitazioni (da San Remo a Lecco fino ad Arzachena), di due box, di un terreno, di un ufficio e di un negozio a Lecco, oltre a tre auto e conti correnti. In totale, i giudici Gaetano La Rocca, Angela Laura Minerva e Marco Formentin hanno disposto confische a carico di Formigoni, del faccendiere Pierangelo Daccò (nei confronti del quale è stata decisa una confisca di circa 34 milioni di euro), dell’ex assessore lombardo Antonio Simone, dell’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e dell’imprenditore Carlo Farina per quasi 70 milioni di euro. Si tratta sostanzialmente della stessa cifra che i pm contestavano come uscita, attraverso false consulenze, dalle casse della Fondazione Maugeri (61 milioni) e del San Raffaele (9 milioni), soldi in parte serviti, secondo l’accusa, per corrompere Formigoni.


Con la sentenza i giudici hanno decretato a carico di Formigoni anche la incapacità “di contrattare con la pubblica amministrazione per tre anni”, mentre hanno stabilito che i due reati di corruzione contestati e per cui è stato condannato decorrono “dal settembre 2006” e sono state “escluse le vicende di Tradate, Camaldoli e Dardanoni”. Formigoni è stato condannato in solido con altri due imputati (Simone e Daccò) a a versare una provvisionale complessiva alla Regione Lombardia di 3 milioni di euro che si era costituita parte civile nel procedimento. Antonio Simone è stato condannato a 8 anni e 8 mesi di carcere mentre a Pierangelo Daccò è stata comminata una sentenza di 9 anni e 2 mesi di carcere. Daccò sta già scontando in carcere una condanna a nove anni per la faccenda delle tangenti all’ospedale San Raffaele.

Rimborsi indebiti da 200 milioni in cambio di regali e vacanze di lusso

La vicenda processuale è quella iniziata nell’aprile 2012 in seguito alla scoperta di un ammanco di 53 milioni di euro nelle casse della Fondazione Maugeri di Pavia che opera nel campo delle terapie riabilitative. Secondo l’accusa Formigoni avrebbe fatto parte di un’associazione a delinquere, anzi ne sarebbe stato il “promotore e organizzatore”,che dal 1997 al 2011 avrebbe fatto in modo di elargire favori alla Maugeri che ha così ottenuto facilitazioni sui rimborsi per i ricoveri. Rimborsi indebiti dell’importo di quasi duecento milioni di euro. Formigoni è però stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere.
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A provarlo ci sarebbero i circa 61 milioni di euro usciti dalle casse della Fondazione tra il 1997 e il 2011. Stesso genere di favori sarebbero stati concessi anche al San Raffaele tra il 2002 e il 2011 (dalle casse del San Raffaele tra il 2005 e il 2006 sono usciti nove milioni di euro). Il flusso di denaro sarebbe poi confluito sui conti correnti di Simone e Daccò i quali a loro volta avrebbero elargito regali e “benefit” (ad esempio l’uso di case vacanze o di yacht di lusso sul quale in un’occasione Formigoni ha trascorso 4 mesi con il personale al suo servizio ma anche finanziamenti per la campagna elettorale e l’acquisto di una villa in Sardegna) a Formigoni per un importo pari a circa otto milioni di euro.
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Formigoni ha sempre giustificato quelle regalie con il fatto che si trattasse di favori tra amici e non di corruzione sottolineando il fatto di non aver mai ottenuto vantaggi dalla sua posizione:

Quella che la Procura chiama utilità per me sono scambi tra persone amiche. L’accusa sostiene che avrei cominciato a percepirle dieci anni dopo aver cominciato a favorire la Maugeri iniziando così la mia attività delinquenziale. Per i magistrati, Formigoni è così abile a manipolare le coscienze degli assessori da esporsi al rischio di delinquere per dieci anni senza vantaggi, ma, come sapete, la politica è instabile e se uno vuole dei vantaggi li deve avere subito, poi magari non ti rileggono

La particolarità della corruzione di Formigoni è il fatto che l’ex Presidente di Regione Lombardia non è stato corrotto con denaro ma con regali e favori, il suo conto corrente infatti dal 2002 al 2012 è stato silente, nel senso che non è uscito nemmeno un euro. Prova questa, secondo l’accusa, che tutte le necessità del Presidente fossero a carico dei corruttori.
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La condanna a carico di Formigoni rischia anche di mettere nei guai il Governo e l’attuale maggioranza: Formigoni infatti non solo è presidente della commissione Agricoltura del Senato ma è anche uno dei senatori che ha votato la fiducia al Governo Gentiloni. Sappiamo che al Senato la maggioranza è solida ma non così ampia. In ogni caso non c’è pericolo perché questa di oggi è solo la sentenza di primo grado, sicuramente la difesa del Celeste una volta depositata le motivazioni della sentenza ricorrerà in appello.
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Foto copertina di Piero Latino via Twitter.com
 

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