Che fine hanno fatto i terroristi di Parigi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-14

Secondo le autorità sono otto i terroristi morti nelle ultime ore. Alcuni erano kamikaze. Si cercano eventuali collaboratori o fiancheggiatori. E’ di 127 morti e 192 feriti il nuovo bilancio delle autorità di sicurezza

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Otto in tutto i terroristi morti negli attacchi a Parigi delle ultime ore, secondo i dati forniti dal procuratore Francois Molins e dai suoi servizi. Almeno sei di loro si sono fatti esplodere con la cintura esplosiva. Il procuratore Molins parla di altri terroristi probabilmente in fuga, al momento se ne ignora il numero. Secondo il capo delle forze di polizia di Parigi “si ritiene che gli attentatori siano tutti morti”. Quattro sono i terroristi morti durante l’irruzione della polizia per liberare gli ostaggi al Bataclan, tre si sono fatti saltare con la cintura esplosiva, uno è stato ucciso dagli agenti. Altre tre kamikaze si sono fatti saltare davanti allo Stade de France, provocando la morte di tre passanti e numerosi feriti gravi. Un ottavo terrorista, secondo la procura, è stato ucciso a boulevard Voltaire, nei pressi del Bataclan. Gli attacchi simultanei di Parigi rappresentano “l’incubo” che l’intelligence francese paventava da mesi. A parlare e’ Yves Trotignon, ex 007 della Dgse, servizio antiterrorismo transalpino, che ha spiegato che da tempo i servizi sapevano della possibilita’ di un tale attacco ma che erano anche consapevoli che non avrebbero potuto fermarlo. “Ci sono ormai sempre piu’ persone addestrate e preparate a morire. Che hanno studiato e che hanno un solido background. Tutti questi possono fare parecchi danni” ha detto l’ex 007 aggiungendo che i servizi segreti sono ormai “sopraffatti” dagli eventi. Tra i pericoli maggiori, secondo Trotignon, quello dei giovani che rientrano dalle aree di conflitto, come Siria, Libia e Yemen. Questi ottengono qui in Francia le armi e sono pronti a entrare in azione. I terroristi che hanno agito a Parigi erano “professionisti”: lo affermano i sopravvissuti nei vari attacchi. “Sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4 alla volta, tutti ben mirati”, racconta un testimone al Guardian parlando della sparatoria davanti al caffe’. “Sembravano soldati delle forze speciali”, aggiunge.

Che fine hanno fatto i terroristi di Parigi

Almeno ottanta persone sono state uccise dopo che uomini armati hanno fatto irruzione nella celebre sala concerti `Bataclan`, dove hanno preso anche diverse ostaggi. L`assalto si è concluso con l`irruzione delle forze di sicurezza nell`edificio. In almeno altri cinque punti di Parigi ci sono state sparatorie in locali pubblici, bar e ristoranti, che hanno provocato diverse vittime. Otto i terroristi successivamente uccisi. La polizia francese ritiene che tutti i terroristi siano stati eliminati, ma non è chiaro se ci siano complici ancora a piede libero dopo la serie di attentati lanciata praticamente in simultanea. Ai cittadini è stato chiesto di restare in casa e circa 1.500 soldati sono stati mobilitati in città. Le motivazioni dei terroristi non sono ancora state confermate, ma un testimone al Bataclan ha sentito uno degli uomini armati affermare di essere un militante dello Stato Islamico. “E` colpa di Hollande, non sarebbe mai dovuto intervenire in Siria”, ha gridato l`uomo secondo la France Presse, citando la decisione del presidente francese di partecipare agli attacchi dell`occidente contro l`Isis. Secondo gli ultimi aggiornamenti da fonte giudiziarie citate dai media francesi, si pensa che siano “solo sette” – e non otto, come inizialmente ipotizzato: tre si sono fatti saltare in aria nella sala concerti Bataclan, dove avevano lanciato una presa di ostaggi, tre nelle immediate vicinanze allo Stade de France, un altro poco distante dallo stadio, dove il presidente francese Francois Hollande stava assistendo all’amichevole Francia-Germania. Il timore è che altri terroristi, nel caos totale scatenato dalle sparatorie e dalle esplosioni, siano potuti fuggire. Certo, ragionano gli inquirenti, “hanno agito in modo coordinato, c’è stata contemporaneità negli attacchi” e apparentemente non c’era un obiettivo preciso, un luogo simbolico come avvenuto per gli attacchi di gennaio (un supermercato kosher, la redazione di Charlie Hebdo che aveva pubblicato le vignette su Allah). “Alcuni terroristi sono usciti dalle auto e hanno preso a sparare a caso sulla gente”, riferiscono altre fonti giudiziarie, lasciando intendere che è molto probabile che qualcuno tra gli aggressori sia fuggito. Al Bataclan hanno lanciato un massacro, poi il fatto che si siano avvicinati al presidente, che era allo stadio, mostra la loro determinazione, ragionano gli addetti alle indagini. Un’azione di guerra vera e propria, non un attacco mirato. Ora si conta di ottenere informazioni dagli esami dei resti dei kamikaze, dal loro dna: avevano precedenti? Sono noti ai servizi o alle forze dell’ordine? E, soprattutto: “sono stati in Siria?”, come riferisce una giornalista di cronaca giudiziaria di France Info che ha consultato fonti vicine agli inquirenti febbrilmente al lavoro.

I 120 morti delle sparatorie di Parigi

A gennaio, negli attentati contro Charlie Hebdo e un supermercato kosher, a Parigi ci furono diciotto vittime. Oltre al Bataclan, è stato preso di mira lo Stade de France, l`impianto nella parte nord di Parigi dove il presidente Hollande e altri 80mila spettatori stavano assistendo all`amichevole tra le nazionali di calcio di Francia e Germania, con una platea televisiva di milioni di persone. Il presidente è stato portato precipitosamente via dalla sicurezza dopo la prima di tre esplosioni all`esterno dello stato e ha convocato immediatamente un consiglio dei ministri di emergenza. Tre terroristi sono stati uccisi in questo attacco, con le persone che a fine partita si sono riversate sul prato in attesa del via libera per defluire. Hollande è poi intervenuto in diretta tv, a mano a mano che emergeva la gravità dell`azione terroristica, e ha annunciato per la prima volta dal 2005 l`introduzione dello stato di emergenza, che autorizza le autorità a chiudere luoghi pubblici e imporre coprifuoco e limitazione al movimento del traffico e delle persone.

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