Cosa c'è di vero nell'attacco di Anonymous all'ISIS

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-01-12

Anonymous annuncia la nascita di #opcharliehebdo, un’operazione per vendicare le vittime degli attacchi terroristici di Parigi. Quali sono le motivazioni e quali gli obiettivi

article-post

Poteva mancare Anonymous nel calderone delle azioni di protesta e delle manifestazioni in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi? Ovviamente no, ed infatti è stato pubblicato su YouTube qualche giorno un video-messaggio di Anonymous che annunciava il lancio di OpCharlieHebdo, la nuova operazione di Anonymous in difesa della libertà di espressione a base di defacing e DDoS.
 

 
#OPCHARLIEHEBDO
Come recita il comunicato di Anonymous i bersagli dell’operazione sono le organizzazioni terroriste considerate le mandanti degli attacchi alla redazione di Charlie Hebdo: Al-Qaeda e l’ISIS. In che modo? Attaccando i siti legati ai terroristi e segnalando gli account Twitter di chi dice di fare parte di Daesh o Al-Qaeda. Ecco il testo del comunicato di Anonymous:

Greetings World, we are Anonymous.
On Jan 7, 2015, freedom of speech suffered a large hit. Terrorists breached into “Charlie Hebdo” newspaper’s premises and shot several satirical cartoon artists, journalists and two policemen. Though the two suspects are now dead, Al Qaeda is now threatening further attacks in France. Disgusted and also shocked, we can’t fall down, as it is our responsibility to react.
First, we wish to express our condolences to the victims’s families of this cowardly and despicable act. We are all affected by the death of Cabu, Charb, Tignous and Wolinski, and others, who were great artists that impressed, by their talents, all the history of the press and died courageously for its freedom.
It’s obvious that some people don’t want, in a free world, this sacrosanct right to express in any way one’s opinions. Anonymous has always fought for the freedom of speech, and will never let this right be besmirched by obscurantism and mysticism. “Charlie Hebdo”, historical figure of satirical journalism has been targeted. Anonymous must remind every citizen that the press’s freedom is fundamental to democracy. Opinions, speech, newspaper articles without threats nor pressure, all those things are rights you can’t change.
Tackling the freedom of speech is a direct hit to democracy. Expect a massive reaction from us, because this is one of the many freedom that we have always been always fighting for.
We will be crippling all terrorist outlet websites, and terminating all terrorist social media accounts. We will dump all personal information on every terrorist that we come across. We will not sleep until you are brought to your knees.
To Al-Qaeda, ISIS, and all other extremists;
Operation Charlie Hebdo ENGAGED.
We are Anonymous.
We are legion.
We do not forgive.
We do not forget.
Expect us.

Il network che sta conducendo l’operazione è AnonOps, lo stesso che in passato ha condotto le operazioni legate alla Primavera Araba e in difesa del diritto di Wikileaks di continuare a ricevere finanziamenti per poter rimanere online. Sul profilo Twitter dell’operazione Anonymous ci tiene a ribadire il concetto che il fine dell’operazione è la difesa di uno dei pilastri della democrazia, ovvero la libertà di stampa e che l’operazione non è razzista o islamofoba:

via https://twitter.com/OpCharlieHebdo
via https://twitter.com/OpCharlieHebdo

Il topic del canale dell’operazione su irc.anonops.com al momento stabilisce che non ci sono attacchi DDoS in atto ma solo una raccolta di informazioni riguardanti gli account Twitter dei terroristi o dei simpatizzanti dello Stato Islamico da segnalare e una lista di siti da defacciare:
fonte: irc.anonops.com #opcharliehebdo
fonte: irc.anonops.com #opcharliehebdo

L’ultimo sito attaccato da Anonymous è stato Ansar-Al Haqq un forum di discussione sull’Islam in lingua francese e su quest’altro pastebin c’è un’altra lista di siti offline.
Fonte: twitter.com
Fonte: twitter.com

QUAL È IL PROGRAMMA DELL’OPERAZIONE?
Come sempre nel caso delle operazioni di Anonymous non c’è un “programma definitivo” da seguire, le azioni vengono determinate di volta in volta e secondo l’opportunità e la probabilità di successo e in base alle decisione prese in modo collegiale all’interno del canale dell’operazione. Alcuni Anon su IRC hanno confermato che per il momento non sono in programma DDoS quindi si può dire che siamo ancora in una fase di lancio di #opcharliehebdo in cui si cerca di raccogliere informazioni e soprattutto adesioni (il canale “ufficiale” ha poco meno di 400 utenti). Insomma è presto per dire se l’operazione sarà un successo. Ci sono però due punti sui quale sarebbe utile gli Anon si fermassero a riflettere: il primo riguarda l’opportunità di far bloccare certi profili Twitter (che a volte forniscono informazioni interessanti, come il caso del jihadista che aveva dimenticato di togliere la geolocalizzazione dei post). In secondo luogo forse sarebbe più interessante un’operazione volta alla raccolta e alla pubblicazione di informazioni che limitarsi a mettere offline un sito. Non è detto che questo non accada nell’ambito di #opcharliehebdo (un chanop del canale mi ha fatto sapere che sono in possesso “di materiale sensibile” ma che non hanno ancora deciso cosa farci) così come sembrava stesse accadendo all’epoca di #LulzSec.

Potrebbe interessarti anche