Casaleggio lascia il MoVimento al figlio Davide?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-07

Il co-fondatore del M5S vuole “abdicare” ufficialmente e lasciare in eredità, come nelle migliori dinastie familiari, il suo ruolo. Ma…

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Jacopo Iacoboni sulla Stampa di oggi racconta dell’intenzione di Gianroberto Casaleggio di voler “abdicare” ufficialmente e lasciare in eredità, come nelle migliori dinastie familiari, il suo ruolo al figlio Davide Casaleggio. Il racconto parte dai problemi di salute che hanno colpito il cofondatore del M5S e dalle attuali difficoltà a seguire l’azienda, che oggi è nelle mani del figlio:

Se Gianroberto è sempre stata la mente, Davide era il braccio, ma senza la stessa passione politica. Lui rendeva operative le decisioni prese durante le riunioni, coordinava le attività tecniche e organizzava gli «slot» dei dipendenti, cioè quanto ciascuno dovesse lavorare su un progetto. Sempre lui traduceva in tattiche, strategia e azioni pratiche, le visioni di Gianroberto, dopo averle analizzate dal punto di vista tecnico, spesso dopo lunghe riunioni a porte chiuse nell’ufficio del padre. È Davide ormai, prima di Gianroberto, che dà l’ok alle comunicazioni che partono dallo «staff di Beppe Grillo»; Davide tiene i contatti con i consulenti esterni (in particolare lo studio legale Montefusco).
In realtà è da sempre dentro la macchina, fin dal 2009 si occupava dei meetup, era lui che conduceva allora gli incontri formativi dei candidati, anche prendendo decisioni politiche importanti. Gli esempi sono diversi, come questo: «Durante le elezioni su indicazione di Davide Casaleggio i candidati del meetup Europa decisero di estromettere x, y e z dal sito dei candidati, perché avevano spedito dei volantini con le sole loro facce in tutta Europa…».

davide casaleggio
Davide Casaleggio

Per questo, spiega l’articolo, Davide oggi tiene le chiavi del blog di Grillo e la gestione è estranea al direttorio:

È Davide, e solo in un secondo momento i parlamentari che fanno capo a lui, che ha in mano e coordina il processo di «certificazione» delle liste, le espulsioni, e quindi verosimilmente ha in mano le chiavi del server. In azienda già da tempo era a tutti gli effetti il vice. Non è per nulla simpatico, anche agli altri soci, con cui spesso ci sono scontri; ma è il figlio del capo e lo fa valere. Campione di scacchi da bambino, molto riservato, abitudinario (a colazione non cambia mai: brioches e succo di pera), qualcuno lo definisce «arrogante e autoritario, ma per niente autorevole».
Non esita a usare i dipendenti dell’azienda come pedine per regolare i conti con i partner. Sportivo, patito di immersioni, con la doppia cittadinanza, è capitato che cercasse di coinvolgere i collaboratori nelle sue attività private, soprattutto quelle sportive, anche sfruttandone le capacità tecniche (come quando chiese a un dipendente di seguirlo in un weekend di immersioni per effettuare riprese con la telecamera). È Davide che ha inventato il sistema dei clic e dei siti-satellite, è lui che ha trasformato il blog in una macchina pubblicitaria, che fa guadagni.

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