Caronia: gli incendi misteriosi, l'autocombustione e gli alieni: come è andata a finire

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-05

I carabinieri arrestano Giuseppe Pezzino e mandano un avviso di garanzia al padre Nino. Quest’ultimo era anche diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla «calamità»

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I carabinieri hanno eseguito stamattina un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Giuseppe Pezzino, 26 anni, e hanno inviato un avviso di garanzia al padre, Nino Pezzino, perché ritenuti a vario titolo responsabili degli incendi inspiegabili nella frazione di Canneto a Caronia in provincia di Messina. L’inchiesta, coordinata della procura di Patti, ha svelato l’origine dolosa dei numerosi roghi avvenuti lo scorso anno che seguivano quelli che si erano verificati una prima volta nel 2004 sempre nella stessa area.
 
I MISTERIOSI INCENDI A CANNETO DI CARONIA
Le indagini hanno accertato che in questi ultimi casi si trattava di incendi appiccati dal giovane con la complicità del padre. Quest’ultimo è anche diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla calamità le cui cause non erano state individuate nonostante numerosi sopralluoghi da parte di studiosi e rilevamenti scientifici. I roghi avevano provocato nei residenti una situazione di disagio e alcuni sono stati costretti anche a lasciare le loro abitazioni. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa alle 10,30 al comando provinciale dei carabinieri a Messina. Come abbiamo raccontato qualche tempo fa, le prime teorie riguardo gli incendi di Caronia comparvero nel 2004. Il sito del Cicap racconta come fra le ipotesi più fantasiose ci fossero quelle sulla presenza di una «formazione appuntita di magma sotterraneo carico di elettricità», che avrebbe scatenato per induzione pericolose correnti indesiderate negli impianti elettrici della frazione messinese. Peccato che la geologia non abbia alcuna notizia di infiltrazioni di magma carico di elettricità e che, se anche fosse, la fisica non giustifichi affatto come una carica statica sotterranea possa provocare quanto avvenuto, ricorda sempre il Cicap. Poi con gli anni hanno fatto la comparsa gli altri complottisti, quelli che lavoravano più sul lato fiction e militare.

Caronia: le foto degli eventi di asserita autocombustione più recenti

 


La storia aveva generato le solite ipotesi complottistiche. Il presidente del Centro Ufologico Nazionale Roberto Pinotti aveva parlato di ipotesi ufo-militari,  e la cosa divertente è che le ipotesi avrebbero avuto una specie di sponsorizzazione da parte della Protezione Civile Locale:

Il gruppo di studio, creato dalla Presidenza del Consiglio nel 2005 e coordinato da Francesco Mantegna Venerando, coordinatore regionale del comitato della Protezione Civile siciliana, e composto da tecnici di carabinieri, aeronautica, marina e da un ricercatore della Nasa, dopo 24 mesi di analisi, è arrivato alla conclusione che Canneto di Caronia sia stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata, fasci di microonde ad altissima frequenza. Ma non riconducibili a nulla di naturale. Al primo posto tra le ipotesi presentate dagli esperti c’è la sperimentazione di una misteriosa arma segreta militare, ma subito dietro ci sono gli Ufo. “Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre – si legge nel testo – potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato”.

Anche se pare davvero curioso che tutte queste evidenze non siano state messe in luce da subito. Intanto il complottismo s’impennava:


E approda in parlamento, grazie all’interrogazione di Francesco D’Uva del MoVimento 5 Stelle.
 
LE INDAGINI E LE PROVE 
Nel frattempo qualcuno ci provava, a indagare. Scrive Marco Morocutti del CICAP:

Ho avuto la fortuna di ricevere alcuni campioni di materiale bruciato direttamente da un tecnico Telecom che fra i primi si è recato a controllare gli impianti. Oltre ad esaminare questi reperti, nel giugno del 2004 mi sono recato sul posto come consulente di una casa di produzione statunitense, che ha realizzato un documentario per la serie televisiva di indagini sul mistero Proof Positive. Sul posto ho esaminato altri materiali bruciati, giungendo ad una sola e disarmante conclusione. Nessuno dei materiali elettrici che ho avuto modo di vedere è stato bruciato per effetto della corrente elettrica. In nessun caso il calore si è sviluppato all’interno, ma ha sempre colpito le parti bruciate soltanto sul lato esterno. Esattamente come se vi fosse stata applicata una fiamma…
Per maggiore sicurezza ho sottoposto i campioni ad un laboratorio che esegue prove e misure a norma di legge sui materiali elettrici, che ha confermato quanto mi era già apparso evidente: nessun fenomeno elettrico, solo l’azione di una fiamma applicata dall’esterno.
Come atto finale, nel giugno del 2008 la procura di Mistretta ha concluso l’inchiesta in corso poiché, secondo i periti nominati dalla Procura, non vi sarebbero dubbi circa la “mano umana” dietro agli incendi nelle abitazioni, parlando proprio di una “fiamma libera” che ha provocato le non più così misteriose bruciature.

Quattro anni dopo arriva una svolta. I carabinieri hanno perquisito oggi undici abitazioni e alcuni veicoli di residenti nella frazione di Canneto di Caronia (Me), interessata da incendi inspiegabili a cominciare dal 2004 e hanno notificato anche un’informazione di garanzia a una persona per incendio e danneggiamento, per alcuni episodi che si sono verificati fra il 20 luglio e l’8 ottobre scorsi. L’indagato è un giovane di 25 anni che secondo l’accusa avrebbe incendiato in più occasioni alcuni suppellettili di casa, nell’intento di farli rientrare tra quelli inspiegabili e ottenere un eventuale risarcimento.

Caronia: un servizio del TG1 sui fuochi misteriosi


A casa Pezzino vi fu un rogo lo scorso 28 luglio. Il capofamiglia, Nino, che è anche presidente del comitato di cittadini che si è costituito dopo gli incendi inspiegabili, sottolineò in quell’occasione che «le fiamme sono partite a ridosso di un armadio e si sono propagate alla camera da letto; non sappiamo cosa sia accaduto». Durante le operazioni di spegnimento rimasero leggermente ustionati il proprietario dell’appartamento e il figlio. Nelle settimane successive, l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, installò una centralina per un primo monitoraggio nella frazione, non scoprendo nulla di rilevante. In passato Nino Pezzino, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se potevano esserci degli interessi da parte di qualcuno ad appiccare gli incendi, aveva ironicamente risposto: «Sì certo, come no. Per mesi siamo stati al buio, il valore commerciale della casa è colato a picco…». Calogero Beringheli, sindaco di Caronia, era invece convinto innocentista: «Sono convinto – proseguiva il primo cittadino – che Pezzino dimostrerà la sua estraneità ai fatti, comunque io stesso, insieme a rappresentanti di forze dell’ordine e giornalisti di tv nazionali, ho visto oggetti prendere fuoco dal nulla. A breve ci sarà un tavolo tecnico a Roma e spero che si vada avanti per studiare questi fenomeni che si ripetono da diversi anni e non sono imputabili a un piromane. Auspico che le istituzioni vadano avanti e studino con la giusta attenzione tutte le possibilità non facendosi influenzare da alcuni episodi». Dove c’è il fumo, di solito c’è anche un po’ di arrosto.

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