Il Capodanno della bestemmia in Rai diventa un caso

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-01-03

130mila euro di hotel spesi per la trasferta in Basilicata. Ventimila euro di incassi in quota parte Rai per il business degli sms. E la furbata del countdown anticipato per ragioni di Auditel

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150 mila sms al costo di 51 centesimi l’uno: 20 mila euro di incassi (alla Rai è andato un terzo del totale). Il Capodanno della bestemmia da Taranto non sembra aver fruttato abbastanza alla Rai da giustificare il caso politico che si è scatenato per l’imprecazione di fine anno e lo spoiler di Star Wars che hanno aperto un caso in azienda. L’ipotesi che l’anticipo di una quarantina di secondi fosse dovuto a ragioni di share, ventilata ieri dal Fatto Quotidiano con tanto di virgolettato di Antonio Campo Dall’Orto, è oggi confermata anche dal Corriere della Sera: «L’anno scorso lo show di Mediaset con Gigi D’Alessio aveva bluffato sul count-down rubacchiando 20 secondi. Stavolta Raiuno ha deciso di premunirsi, solo che si sono fatti prendere la mano. E i 30 secondi concordati sono diventati 40, troppi. «Una furbata voluta», segnalano a viale Mazzini, puntando il dito, manco tanto di nascosto, contro il capostruttura Antonio Azzalini. «I tg lo fanno tutti, che male c’è?» sarebbe la sua linea difensiva».

Il Capodanno della bestemmia in Rai diventa un caso

Un’inchiesta interna è stata avviata dalla Rai, e affidata al direttore delle Risorse umane, Valerio Fiorespino, per accertare le responsabilità del countdown sbagliato. La bestemmia è sfuggita a una delle impiegate commerciali ed è entrata nella coda degli sms da pubblicare. Arrivata al server Telecom alle 23,43, si è vista sullo schermo due ore dopo. Qualcuno dei dirigenti si è accorto dell’incidente in diretta, i vertici di Rai Com sono stati avvertiti alle 3,50 quando il carosello su Facebook e Twitter stava diventando chiassoso. Intanto Repubblica intervista l’addetto al controllo di quella sera:

Francesco C., tecnico di Rai Com, addetto al controllo, inquadrato nel settore commerciale, dopo una giornata passata nel salotto-bunker a leggere la lettera di contestazione degli avvocati Rai, sceglie di sfogarsi. È accusato di omissione di controllo: la bestemmia in sovrimpressione durante la trasmissione “L’Anno che verrà” è scappata al suo staff.
«Ho fatto un errore, posso dire anche grave. Meglio, abbiamo fatto un errore e me ne prendo tutta la responsabilità. Per almeno tre ore ho tolto dal video cento sms impresentabili: insulti, cori razzisti, inni alla jihad e decine di bestemmie, il centunesimo c’è scappato».
È scappato a lei?
«È scappato al team, ma io lo guido e mi prendo la colpa».
Stanchezza, disattenzione, una mole di sms eccessiva?
«Tutto questo, certo. È la prima volta che ci capita. Ma è anche la prima volta che scopro che dietro di me non c’è il controllo previsto. Un desk di giornalisti. Il terzo livello di verifica è saltato e adesso tutti giocano a scaricare la responsabilità su di me. Fuggi fuggi, sono basito».

Il dg Antonio Campo Dall’Orto apre un’indagine interna sul countdown falsato e dice basta ai filtri ‘esterni’: d’ora in poi di tutto quello che va in onda dovranno rispondere i responsabili dei programmi. Nessun atto di accusa contro Rai Com, la società alla quale era affidato il filtro degli sms trasmessi durante L’anno che verrà su Rai1, assicurano a Viale Mazzini: il dg punta a una maggiore responsabilizzazione dei singoli programmi con le rispettive redazioni, gli autori e i capistruttura, in ultima analisi delle stesse reti che avranno il controllo editoriale anche sui contenuti aggiuntivi, come quelli interattivi e 2.0. Chi invece scommette sull’incidente di Capodanno come grimaldello destinato ad accelerare a stretto giro la stagione delle nomine, dovrà probabilmente aspettare ancora qualche settimana: i poteri da amministratore delegato che la riforma, fortemente voluta dal governo Renzi, attribuisce a Campo Dall’Orto diventeranno operativi non prima della fine di gennaio. Il primo passaggio tecnico previsto, come prontamente ricordano alcuni consiglieri, è la riforma dello Statuto della Rai, attesa sul tavolo del cda convocato per il 13 gennaio.
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I 130mila euro di hotel per la trasferta Rai in Basilicata

Intanto Paolo Conti sul Corriere della Sera fa i conti in tasca alla trasmissione:

 In tutto quasi trecento persone approdate nella futura Capitale europea della cultura nel 2019 grazie a un laborioso accordo tra la Rai e la giunta regionale della Basilicata presieduta da Maurizio Marcello Pittella del Pd. Laborioso perché solo il 15 dicembre alle 16 è stato formalizzato e sottoscritto l’impegno contabile numero 6807 dell’esercizio 2015 per 460.000 euro «al netto di Iva», come si legge nella deliberazione numero 1616, e decisa «per favorire un’azione informativa ed educativa finalizzata alla promozione e allo sviluppo del patrimonio paesaggistico, storico e culturale della città di Matera quale Capitale europea della cultura nel 2019».
Nel verbale si parla della proposta della Rai di realizzare «un programma televisivo che sarà trasmesso in prima serata in diretta su Raiuno il 31 dicembre per gli anni 20152016-2017-2018-2019». Una convenzione a lunga scadenza che lega la città di Matera alla Rai per Capodanno fino alla fine dell’anno in cui sarà Capitale europea della cultura. Opzione che la Basilicata ha già deciso di esercitare subito.

Oltre all’assegno di 460.000 euro netti, la convenzione ha previsto anche l’ospitalità alberghiera ma non, diciamo, gastronomica:

Tecnici, maestranze e redazione del programma hanno risolto pranzo e cena ricorrendo alla diaria Rai, ovvero a un compenso forfettario quotidiano prossimo ai 60 euro per colazioni, pranzi e cene. L’ospitalità alberghiera è costata alla Regione Basilicata circa 130.000 euro. Sono stati scelti, sempre in base agli accordi, solo hotel a tre o quattro stelle. Non a due, perché sarebbero stati rifiutati dalle organizzazioni sindacali, e nemmeno a cinque perché ritenuti troppo costosi.
Due i tronconi di personale Rai arrivati a Matera. Uno è partito da Milano, legato alla realizzazione delle strutture tecniche. In un primo momento si era pensato a una squadra del centro di produzione di Napoli, ma poi la Rai ha optato per Milano. Dall’apparato milanese sono partiti gli appalti esterni tecnici, materialmente destinati alla costruzione del palco. Da Roma invece si è mosso l’universo editoriale di Raiuno: i conduttori, gli autori, la regia, la redazione. Matera è apparsa quasi sotto assedio per il via vai di circa venti mezzi pesanti tra tir e autocarri per il montaggio del grande palco su piazza Vittorio Veneto, il vero e proprio cuore della città.

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