Brittany Maynard: l’eutanasia è una sconfitta

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-10-12

Secondo i prolife la scelta di Brittany nasce dalla solitudine e dalla assenza di Dio.

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Era ovvio che la storia di Brittany Maynard avrebbe scatenato i prolife rabbiosi e confusi (Tommaso Scandroglio, La scelta di Brittany, una vittoria del dolore, 12 ottobre 2014, La Bussola Quotidiana). D’altra parte cosa possiamo aspettarci da uno che ha scritto «Quell’ospite indesiderato che ha nella testa le ha dato lo sfratto: sei mesi di vita, non uno di più»? Oppure «L’Italia non è immune da questo pericolo [il matrimonio per tutti] perché in Parlamento c’è all’esame un testo di legge che vuole legittimare il para-matrimonio gay» (I giudici Usa danno il via ai matrimoni gay, 8 ottobre)? O ancora «L’ultimo obiettivo mira ad arginare i tentativi delle lobby omosessualiste di diffondere il credo gender in tutte le scuole del Bel Paese di ogni ordine e grado per mezzo del famigerato documento dell’Ufficio Nazionale Anti-discriminazione razziale chiamato “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” e di quello siglato dall’Omsa dal titolo “Documento standard per l’educazione sessuale in Europa”» (Assisi conferma che mamma e papà esistono ancora, 29 settembre 2014)?
 
«PROVIAMO AD ANALIZZARE». TENTATIVO FALLITO!
Oggi Tommaso Scandroglio decide di non lasciarsi abbindolare dalle emozioni, ma vuole ragionare! «Ma proviamo ora ad analizzare tutte queste componenti del messaggio di Brittany con un po’ più di distacco, partendo proprio dalla temperatura emotiva del suo racconto. È solo la ragione ad essere strumento valido per comprendere se una scelta è giusta o erronea. I sentimenti possono sì condurci alla verità morale, ma hanno sempre bisogno della successiva verifica dell’intelletto. Far leva sulle emozioni è una strategia furba ed iniqua: conquisti il tuo interlocutore subito, ma senza farlo ragionare». Il tentativo sembra essere fallito. Nessuno infatti «scaraventa nel baratro dell’eutanasia l’amato» perché la decisione non è presa da qualcun altro (questo sì sarebbe omicidio), ma dalla stessa persona che soffre e che non vuole più soffrire, anticipando così la sua morte. Se io decido per te la mia scelta è illegittima, se decido per me dovrebbe essere legittima. Scandroglio pensa, e come lui molti difensori della «vita» indifferenti al possessore della vita stessa (ma certo, mica ci appartiene!), che sia lui a poter decidere per tutti gli altri.
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LA «VERA MEDICINA» PER IL PANICO SONO GLI AFFETTI
Poi si spinge su terreni da quali dovrebbe stare lontano. Il dolore, dice, si può trattare (deve aver dimenticato di leggere che a volte è molto difficile attenuarlo, che a volte serve una sedazione così potente da eliminare del tutto la coscienza). Però puoi trattare solo quello fisico, non il «panico» (falso anche questo: avete mai provato un antidolorifico potente o la morfina o qualche altro farmaco simile?). Per il panico la «vera medicina» sono gli affetti. Evidentemente Maynard è sola e la sua decisione non è dignitosa. E la sua solitudine prevede anche l’assenza di Dio, perché se ci fosse Dio con lei non avrebbe mai fatto questa richiesta, non avrebbe la possibilità di pensare al suo «ultimo giorno sulla terra [come] il primo di una nuova vita nell’aldilà, bensì assumerà le sembianze di uno spaventoso tuffo nel nulla più nero». Non è chiaro allora perché non anticiparla questa nuova vita nell’aldilà.
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OLTRE AL PANICO C’È DI PIÙ
Non abbiamo mica finito. Ecco la parte in cui Scandroglio offre il suo lato analitico migliore. «Ma oltre al panico, c’è spesso il disprezzo per la scarsa qualità della vita nell’ultimo tratto di esistenza». Se non vuoi soffrire dolori atroci, se non vuoi vomitare, avere crisi epilettiche, assistere impotente a gravi deficit visivi e del linguaggio, subire le conseguenze di emorragie intracraniche allora è perché interpreti la vita «in senso estetico, anzi estetizzante». «Noi tutti siamo vicini a questa giovane donna che sta vivendo l’inferno in terra. Ma non possiamo essere vicini alla sua scelta. Proprio no». Mi chiedo chi vorrebbe avere vicino un simile individuo.
oltre al panico c'è di più
Qui The Brittany Maynard Fund. Il suo video è sempre la riposta migliore ai vari Scandroglio.

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