Berlusconi detta le condizioni per non uscire dall'euro

di Guido Iodice

Pubblicato il 2014-10-25

Dopo Fassina anche l’ex Cavaliere ha qualcosa da dire sulla moneta unica. In un intervento durante un convegno parla di moneta unica e di sovranità monetaria. E disegna un percorso piuttosto fantasioso

article-post

Fine settimana febbrile in Italia sul fronte euro. Tutti quelli che non hanno alcuna responsabilità politica sentono il dovere di dire la loro.
 
LE TRE CONDIZIONI DI BERLUSCONI 
Mentre Stefano Fassina si attarda su ipotesi “cooperative” di uscita dall’euro, Silvio Berlusconi, in un intervento telefonico durante un convegno di Forza Italia a Quartu (Cagliari), detta le condizioni per rimanervi. Scrive il Sole 24 Ore:

Per prima cosa, «la Bce deve diventare una vera banca centrale, stampare moneta e garantire il pagamento del debito pubblico di Paesi che ne hanno bisogno, come Grecia, Portogallo e Irlanda». Secondo step, il ritorno della parità dell’euro con il dollaro, «condizione imprenscindibile», perché «un euro così forte ha penalizzato tutte le nostre esportazioni», e gli europei «hanno visto aumentare di molto la loro convenienza a comprare prodotti stranieri». Infine, «occorre immettere liquidità nell’economia per uscire dalla crisi, come hanno fatto Usa, Giappone e Cina». L’obiettivo, aggiunge il leader di Fi, può essere centrato solo a condizione che l’Italia faccia squadra con molti altri paesi Ue, «almeno otto o dieci. Bisogna dire chiaramente a Bruxelles o si fanno questi necessari cambiamenti oppure saremo costretti a riprenderci la sovranità monetaria».

 
I DUBBI DI ZINGALES
Sui tre punti non è d’accordo il professor Luigi Zingales

Delle tre condizioni solo la terza è vagamente fattibile all’interno dei trattati esistenti (anche se incontra la feroce opposizione dei tedeschi). La seconda è contraria al mandato della BCE e molto pericolosa a livello internazionale perché potrebbe innescare una guerra al ribasso tra valute che avrebbe effetti devastanti sul commercio internazionale. La prima non solo è contraria ai trattati costitutivi della BCE, ma è la cosa contro cui tutti i banchieri centrali si schierano. Sarebbe come ritornare alla situazione precedente al “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia del 1981. I tedeschi (e non solo) preferirebbero uscire non solo dall’euro, ma dalla stessa Unione Europea piuttosto che accettare questa condizione.

 
MA NEGLI USA NON SI FANNO TANTI PROBLEMI
In realtà però le cose sono più mosse di così. Tra la monetizzazione esplicita e la situazione attuale vi sono vie di mezzo che le altre Banche Centrali hanno perseguito con successo, portando i tassi di interesse sui titoli di stato a livelli bassissimi, a volte inferiori all’inflazione. Ad esempio la Federal Reserve degli Stati Uniti.
Schermata da 2014-10-25 18:45:01
 
SI PUÒ FARE?
Secondo la BCE comprare illimitatamente titoli di debito sul mercato secondario non è esplicitamente proibito dai trattati – l’OMT è questo – e può essere giustificato per ripristinare il funzionamento dei meccanismi di trasmissione monetaria. Alla Germania davvero converrebbe far saltare l’euro per questo? Alcuni lo pensano, come Hans-Werner Sinn, presidente dell’Ifo e capo dei “falchi”, per il quale addirittura dovremmo ripagare i debiti in oro

Inoltre, la Bce dovrebbe reintrodurre il requisito che prevede il rimborso dei debiti Target2 in oro, come avveniva negli Stati Uniti prima del 1975 per ripianare i bilanci tra i distretti del Federal Reserve System.

Ma è difficile immaginare la Merkel che fa saltare l’euro solo per questo. E poi se le cose andassero davvero come dice Zingales, cioè fosse la Germania ad abbandonare l’euro, non sarebbe lo scenario peggiore.
 
 

Potrebbe interessarti anche