Banche, il costo dei salvataggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-07

8,7 miliardi già spesi per ripianare i buchi degli istituti di credito in perdita. Una cifra che, da sola, vale più degli utili messi a bilancio dai primi dieci istituti

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Secondo le stime del Sole 24 Ore gli istituti di credito italiani tra il 2015 e il 2016 sono stati chiamati a spendere o a impegnare una cifra che si aggira intorno agli 8,7 miliardi per salvare le banche in crisi o per mettersi in regola con le nuove norme – sempre in tema di salvataggi bancari – entrate in vigore con la direttiva sul bail in. Una cifra che, da sola, vale più degli utili (8,3 miliardi) messi a bilancio dai primi dieci istituti tra il 2015 e il primo semestre 2016. Il quotidiano riporta oggi il conto completo delle misure di salvataggio sostenute dalle banche italiane tra 2015 e 2016 e il peso sui bilanci degli istituti di credito:

Il salvataggio delle quattro banche a fine 2015 è costato a tutte le altre ben 2,3 miliardi in quattro annualità per il Fondo interbancario di tutela dei depositi, più altri 250 milioni per rifondere gli obbligazionisti subordinati. Ci sono poi i contributi per il Fondo unico di risoluzione (1.400 miliardi). E i 700 milioni “impegnati” per lo schema volontario del Fondo interbancario: quello destinato a intervenire nelle crisi di istituti di medie dimensioni, il primo dei quali è la Cassa di risparmio di Cesena. E poi c’è Atlante, nelle versioni I e II. Circa 2 miliardi e mezzo in totale che graveranno sui bilanci 2016: per ora non sul conto economico alla voce costi (come nel caso dei contributi obbligatori ai fondi) ma sullo stato patrimoniale tra gli strumenti partecipativi, nella doppia speranza di non dover svalutare l’investimento e di incassare il 6% di rendimento promesso da Quaestio Sgr. Totale (incluse altre piccole voci): 8,7 miliardi.
A parole, tutti i banchieri che hanno aderito ad Atlante hanno appoggiato l’operazione (privata ma ispirata dalla Vigilanza e dal Governo), ma se avessero potuto scegliere è probabile che avrebbero investito altrove. In realtà, però, non avevano scelta: senza Atlante e senza i salvataggi messi in atto negli ultimi mesi, il rischio era di trasformare crack locali in crisi sistemiche. Così tutti (o quasi) alla fine hanno messo mano al portafoglio. Per salvare l’Italia da una crisi di sfiducia altrimenti inevitabile

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Banche, il costo dei salvataggi (Il Sole 24 Ore, 7 agosto 2016)

Insomma, l’esborso non è indifferente. E quindi in caso di ulteriori richieste sarà difficile per le banche.

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