Articolo 18 e Marchionne: due cose su cui Matteo Renzi ha cambiato verso

di dipocheparole

Pubblicato il 2014-09-29

Quando Matteo diceva che lo Statuto dei lavoratori non era il problema. E quando affermava che Marchionne con Fabbrica Italia aveva tradito cittadini e politici. Bei tempi andati, è il momento del #cambiaverso!

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Matteo Renzi #cambiaverso. Il suo slogan elettorale è efficace non solo per descrivere quello che dovrebbe fare l’Italia, ma anche per raccontare che anche per lui è normale mutare d’accento e di pensier, a seconda di dove conviene. Due cose su cui Renzi ha proprio cambiato idea in questi ultimi tempi sono l’articolo 18 e Sergio Marchionne.
 
MATTEO RENZI E L’ARTICOLO 18
La prima incongruenza la nota Alberto Annichiarico sul suo blog, che linka due media. Il primo è un intervento di Renzi a Servizio Pubblico di qualche anno fa, in cui il sindaco di Firenze spiegava che l’articolo 18 non era un problema.

Cosa diceva Matteo Renzi a Santoro? «In questo momento sul mio territorio ci sono tre crisi aziendali con tre aziende che hanno deciso di chiudere ed andarsene. L’articolo 18 per quegli imprenditori non è un problema, l’articolo 18 non ha tutelato quei lavoratori. Io in tre anni che faccio il sindaco a Firenze non ho mai trovato un solo imprenditore che mi dicesse “Caro Renzi, io non vengo a Firenze perché c’è l’articolo 18”. Nessuno me l’ha detto. Non c’è uno che mi dica che c’è un problema. E nemmeno ho trovato un ragazzo precario che mi dicesse che sognava l’articolo 18», dice prima di essere interrotto da Santoro. Poi l’allora sindaco di Firenze continua: «L’articolo 18 è solo un problema mediatico. Mi dà una mano a chiedere al governo che rivoluzioni la giustizia, invece?». Il secondo link è ovviamente l’intervista rilasciata ieri dal premier a Repubblica.
matteo renzi articolo 18
Dove nel testo si afferma:

“Va cambiato tutto lo Statuto dei Lavoratori, è stato pensato 44 anni fa. È come se uno cercasse di mettere il rullino in una macchina fotografica digitale: sono due mondi che non dialogano. Nel merito l’articolo 18 non difende tutti. Anzi, in fin dei conti non difende quasi nessuno. Nel 2013 i lavoratori reintegrati sono stati meno di tremila: considerando che i lavoratori in Italia sono oltre ventidue milioni stiamo parlando dello 0,0001%. È solo un tema strettamente ideologico. Il reintegro spaventa gli imprenditori e mette in mano ai giudici la vita delle aziende. Va tenuto solo per i casi di discriminazione. Per gli altri indennizzo e presa in carico da parte dello Stato. Perdi il lavoro? Io Stato ti aiuto a ritrovarlo, facendoti corso di formazione e almeno due proposte di lavoro”.

 
MATTEO RENZI E SERGIO MARCHIONNE
La seconda cosa su cui Matteo Renzi ha cambiato verso, e già due volte, è l’opinione su Sergio Marchionne. In precedenza, Renzi aveva aperto all’amministratore delegato della Fiat nella sua infinita polemica con i sindacati, applaudendo alcune scelte di Marchionne e dimostrandogli sostegno. In questo videoforum che organizzò Repubblica TV e condotto da Massimo Giannini all’epoca del primo turno delle Primarie del Partito Democratico, Renzi comincia ad attaccare Marchionne e Giannini gli chiede conto del cambio di opinione.

E questa è la sintesi della risposta pubblicata da Repubblica:

Alla domanda di Giannini se non fosse pentito di aver espresso giudizi positivi su Sergio Marchionne, Renzi risponde: “Non ho cambiato idea io, è Marchionne che ha preso in giro lavoratori e politici dicendo una cosa che non avrebbe fatto”. “Non ho mai immaginato Marchionne come modello di sviluppo per l’economia – continua – andava ai congressi Ds dove c’erano D’Alema e Bersani, e Bertinotti ne parlava come del borghese buono”.

Il riferimento sul “tradimento” è al progetto Fabbrica Italia di Pomigliano. Renzi ha poi continuato: «Tanti lo hanno incontrato e definito modello di sviluppo. Io ho solo detto in un’intervista a Enrico Mentana che se fossi stato un elettore della Fiat, cioè un cittadino che andava a votare al referendum, che aveva alcuni profili di ricatto politico che Marchionne poneva, dicendo se vinco metto 20 miliardi in Fabbrica Italia se perdo vado via, avrei votato per il sì, aggiungendo un senza se e senza ma». Inutile ricordare che all’epoca Marchionne si risentì per le frasi di Renzi, e passò all’attacco definendo l’allora sindaco: «la brutta copia di Obama ma pensa di essere Obama, è il sindaco di una piccola, povera città».

matteo renzi marchionne
L’articolo del Giornale online sulla polemica tra Renzi e Marchionne

Inutile ricordare che invece durante la visita alla Chrysler negli Stati Uniti Marchionne è tornato ad essere l’esempio per l’Italia.
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Anche se forse per spiegare questo #cambiaverso basta contestualizzare le affermazioni. All’epoca del suo attacco a Marchionne, Renzi era in corsa alle primarie del Partito Democratico, e l’elogio di Marchionne davanti alla base che ti deve votare sembrava decisamente troppo. Oggi delle primarie non c’è più bisogno. Scurdammoce ‘o passato.
Foto copertina da Flickr

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