Arterìa di Bologna: la discoteca accusata di non far entrare i neri

di dipocheparole

Pubblicato il 2015-03-08

La storia viene raccontata da Repubblica in un articolo a firma di Caterina Giusberti nell’edizione di Bologna: alla discoteca Arterìa di Bologna non viene consentito l’ingresso ai ragazzi di colore. La giornalista racconta di aver accompagnato Ibrahim Diakite a vicolo Broglio, in pieno centro. Fuori dal locale abbiamo trovato diversi ragazzi africani in piedi ad …

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La storia viene raccontata da Repubblica in un articolo a firma di Caterina Giusberti nell’edizione di Bologna: alla discoteca Arterìa di Bologna non viene consentito l’ingresso ai ragazzi di colore. La giornalista racconta di aver accompagnato Ibrahim Diakite a vicolo Broglio, in pieno centro.

Fuori dal locale abbiamo trovato diversi ragazzi africani in piedi ad aspettare. Per rendersi conto di quello che stava succedendo sono bastati pochi minuti: i bianchi, maschi e femmine, entravano senza problemi. I neri invece no, tutti fermi in una fila che non scorreva mai, finché non si scoraggiavano e andavano via. Mentre noi aspettavamo più indietro, Ibrahim si è diretto verso l’ingresso: ha provato ad entrare ed è stato respinto dai buttafuori. “Mi hanno detto di aspettare”, ci ha spiegato tornando indietro. A quel punto ci siamo fatti avanti anche noi per entrare insieme a lui. Niente da fare, la scena si è ripetuta: noi potevamo passare, lui no. “Quelli sulla porta ti dicono di aspettare – ci ha spiegato in inglese un altro ragazzo nero – ma poi non ti fanno passare mai”. Idem per un altro, Lamin Keitay, che di anni ne ha 17 e vive nel centro di accoglienza di Villa Angeli a Sasso Marconi, e che tutti i venerdì sera viene a Bologna in treno insieme ai suoi compagni: “Davvero, non ci fanno entrare – confida con un’alzata di spalle -. Qualche volta è successo anche a me”.
Il buttafuori del locale lo ammette senza fare una piega. “Il weekend scorso – dice – abbiamo trovato un nero con un coltello nascosto nel giubbotto. Io capisco che sicuramente ci andranno di mezzo anche delle persone che non c’erano niente, anche dei bravi ragazzi”. Scusi, ma i delinquenti si distinguono dal colore della pelle? “Noi non ci possiamo fare niente, per un po’ è così, non li facciamo passare neanche se sono accompagnati. Poi quando si saranno calmate le acque ricominceremo a farli entrare. Anche noi, come voi, vogliamo tornare a casa tutti interi la mattina, dobbiamo salvaguardare il locale e noi”.

La storia però è aspramente contestata dai gestori del locale, che pubblica una serie di foto come questa per smentire la notizia:
arterìa bologna
E sulla sua pagina Facebook scrive questo:

BUFALA DI REPUBBLICA
Queste sono alcune foto della serata di venerdì 6 Marzo ad Arteria Bologna.
In risposta alla notizia tendenziosa e fuorviante pubblicata oggi sul giornale La Repubblica in cui si metteva in evidenza il titolo “APARTHEID NELLA DISCOTECA SOTTO LE TORRI” e l’articolo prosegue con “non fanno più entrare neri.”
Chi conosce la nostra storia e frequenta e segue le nostre attività sa benissimo siamo un luogo di integrazione della città di Bologna da sempre. accogliendo persone senza distinzione di razze. Svolgiamo attività multiculturali che richiamano normalmente un pubblico multietnico. Questo per dare una notizia reale in risposta ad un giornalismo senzazionalista che produce le notizie false a propri fini.
GRAZIE A TUTTI PER LA Solidarietà ESPESSA NEI NOSTRI CONFRONTI E NEL NOSTRO LAVORO.

«Nessuna discriminazione – ha spiegato il titolare della struttura – il mio è l’unico locale in centro che accoglie ragazzi di colore, se un buttafuori ha detto quelle cose se ne assumerà la responsabilità. Certo – ha aggiunto – qui stiamo soffrendo molto la convivenza con i profughi dei centri di accoglienza che sono molto aumentati nell’ultimo periodo e queste situazioni possono creare disagio». Matteo Lepore, assessore al turismo e al commercio del Comune di Bologna ha annunciato che chiederà spiegazioni al locale. «A Bologna‬- ha detto – non ci può essere spazio per alcun atteggiamento di razzismo e questo episodio non va sottovalutato. Spero che l’episodio si chiarisca». Il caso sarà approfondito anche dalla polizia di Bologna. «È una questione che va approfondita – è stato il breve commento della Questura – bisogna verificare l’eventuale richiesta di interventi alla Polizia».

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