Antonio Senneca e Luigi Riccitiello: i due che hanno massacrato un ragazzo in metro a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-20

Arrestati a Roma con l’accusa di tentato omicidio ai danni di una madre (Elena Vazzaz, 60 anni) e del figlio (Maurizio Di Francescantonio, 37).  I due, con precedenti di polizia, all’interno di un convoglio della metropolitana capitolina hanno aggredito a calci e pugni

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Antonio Senneca, 24 anni, di Aversa, e Luigi Riccitiello, 26, di Caserta, sono stati arrestati a Roma con l’accusa di tentato omicidio ai danni di una madre (Elena Vazzaz, 60 anni) e del figlio (Maurizio Di Francescantonio, 37).  I due, con precedenti di polizia, all’interno di un convoglio della metropolitana capitolina hanno aggredito a calci e pugni madre e figlio. Come raccontato dalla donna, la violenza è scoppiata quando il figlio ha chiesto ai due di smettere di fumare perché è vietato farlo all’interno del vagone.  I due giovani si sono scagliati contro Di Francescantonio, colpendolo ripetutamente alla testa. L’uomo è stato ricoverato con prognosi riservata per trauma cranico, fratture alla scatola cranica ed emorragia cerebrale mentre la madre ha riportato varie contusioni.

Antonio Senneca e Luigi Riccitiello: i due che hanno massacrato un ragazzo in metro a Roma


I due, 24 e 26 anni, domenica pomeriggio, intorno alle 15.30, stavano lì, appoggiati a uno dei tubi di acciaio di un vagone della metro della linea B che stava per raggiungere la fermata piazza Bologna. Come niente fosse fumavano. Maurizio Di Francescantonio, accompagnato dalla madre Elena, li guarda e poi dice: «Qui dentro non si può fumare». «Che cazzo vuoi tu?» gli risponde uno dei due. Poi parte l’aggressione. Intanto la metro arriva alla fermata di piazza Bologna, proprio mentre Maurizio finisce spintonato, vola un pugno che lo prende in faccia e poi casca in terra e viene preso a calci violenti e rabbiosi in testa. Si aprono le porte. La gente scappa terrorizzata. Qualcuno avverte il capotreno, mentre i due continuano ad accanirsi contro il 37enne e anche sua madre Elena che tenta di fermarli e viene presa a spintoni pure lei. Il capotreno allerta l’Atac, partono i soccorsi, c’è anche chi vede la scena dalle telecamere a circuito chiuso interne al treno.
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Parte un’ambulanza, interviene la polizia. Maurizio intanto è a terra «non capivo più niente» ricorda dal suo letto d’ospedale dove sta sdraiato e sfinito, il capo bendato, mentre tenta di mettere insieme due parole biascicate e sofferenti. Viene aiutato da una delle poche persone che non è scappata terrorizzata. Intanto i due aggressori si danno alla fuga. Il 118 arriva e soccorre Maurizio: ha subito la rottura della scatola cranica, verrà fuori dai successivi accertamenti, un trauma cranico e un’emorragia interna. Dovrà essere operato, ma rimane in osservazione per tutta la serata di domenica e di ieri. Verrà operato oggi dal professor Salvati. Anche la madre rimane ferita, riporta contusioni un po’ ovunque e ne avrà per otto giorni. Passerà l’intero pomeriggio di domenica e tutto ieri nella sala d’attesa, il pronto soccorso dove è ricoverato il figlio e poi il reparto di neurochirurgia. La polizia intanto inizia a parlare con i testimoni. Tutti descrivono con grande abbondanza di particolari i due. Li cercano nei dintorni. Finché non individuano due persone. Li fermano per un controllo. Chiedono loro i documenti. Uno si ribella, l’altro li
insulta e tenta di scappare.

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