Anticipo della pensione anche per i dipendenti pubblici?

L’Anticipo Pensionistico potrebbe essere appannaggio anche degli statali. Ne parla oggi Il Sole 24 Ore che ci spiega che il governo sta lavorando per rendere flessibili le uscite verso la pensione con Tommaso Nannicini, anche per i travet: l’operazione dovrebbe costare circa 500-600 milioni (computando anche i dipendenti pubblici), in coordinamento con la RITA, ovvero la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, destinata a consentire al lavore che ha più di 63 anni e ha aderito alla previdenza complementare di incassare la pensione integrativa riducendo anche il prestito bancario necessario per usufruire dell’uscita anticipata.

Anticipo della pensione anche per i dipendenti pubblici?

Nel progetto del governo quello degli statali è uno dei nodi da sciogliere insieme a quello della calibratura delle “penalizzazioni” anche sulla base del reddito pensionistico e della “selettività”: la diversa decurtazione dell’assegno anticipato degli “over 63” a seconda della categoria di appartenenza (disoccupati di lungo corso, lavoratori interessati da processi di ristrutturazione aziendale e uscite volontarie). Al momento, una delle ipotesi più gettonate prevede il ricorso a penalizzazioni ultra-soft solo per i pensionati di lungo corso. In media la decurtazione dell’assegno dovrebbe essere del 3-4% nell’ambito di forchetta che dovrebbe variare da un minimo dell’1% a un massimo dell’8 per cento. Il Sole 24 Ore calcola che nel primo esempio (un uomo nato il nel 1952 e con almeno diciotto anni di contributi nel 1995 si tratterà di rinunciare al 12,10% della pensione, mentre per una donna nata nel 1953 e con meno di diciotto anni di contributi al 1995, a due anni e mezzo dalla data di pensionamento la differenza è del 7,15%.