Centopercentoanimalisti festeggia la morte di un cacciatore

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-19

Ogni volta che un cacciatore muore gli animalisti festeggiano, perché una vita umana in fondo non vale nulla per loro

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Tra animalisti e cacciatori non scorre buon sangue, di per sé non c’è nulla di male nel fatto che ci siano persone che sono contrarie alla caccia, così come nel fatto che ci sono persone che la praticano. Ma quello che succede all’interno dei gruppi di animalisti quando un cacciatore muore per un incidente durante una battuta di caccia è un fenomeno naturale che – al pari delle migrazioni dei lemming – non manca mai di suscitare stupore. Gli animalisti infatti, soprattutto certe frange più “estreme” come quelli di Centopercentoanimalisti non perdono mai l’occasione per festeggiare la notizia della morte di un cacciatore. È successo in questi giorni dopo la morte di Patrick Carniato, un cacciatore di quarantaquattro anni di Treviso morto dopo essersi sparato accidentalmente alla gamba durante una caduta.

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La macabra gioia degli animalisti

I più cinici tra noi avrebbero senza dubbio assegnato un Darwin Award, ma non si sarebbero certamente messi a festeggiare per la morte del cacciatore. Eppure dalle parti di Centopercentoanimalisti è la prassi. Qualche ora prima i bravi ragazzi festeggiavano la morte – questa volta sopraggiunta a causa di un malore – di un uomo di 79 anni. Anche lui era – ovviamente – un cacciatore. In questa stagione gli incidenti di caccia non sono certo una rarità ma gli animalisti festeggiano ogni volta come se fosse la prima in base all’assunto che un cacciatore (ma anche un pescatore, perché non si va mica per il sottile) in meno significa maggiori possibilità di sopravvivenza per gli animali.
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Come prevedibile i commenti sono tutti simili
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Apprendiamo così che secondo la precisa contabilità animalista i cacciatori morti quest’anno sono già sessantadue, e ovviamente i nostri eroi ne vanno orgogliosi quasi fosse opera loro
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La cosa davvero divertente è che in genere gli animalisti sono vegetariani o vegani che accusano chi non è come loro di essere un “mangiacadaveri”. Ma alla fine non è un modo di nutrirsi di cadaveri anche questo? Non c’è davvero molto di diverso con coloro che esultano per la morte di un altro “negro” o immigrato annegato nel tentativo di arrivare in Europa al grido di “uno in meno”.

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