Animalismi moderni

di Tommaso Giancarli

Pubblicato il 2016-02-03

È giunta l’altro giorno al largo di Messina, proveniente forse da una qualche località del Levante, una nave dall’andamento ondivago e evidentemente priva di governo; non avendo avuto risposta alle proprie richieste di informazioni, la locale Capitaneria ha deciso di abbordare lo scafo ed ha constatato che tutto l’equipaggio giaceva privo di vita sotto coperta. …

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È giunta l’altro giorno al largo di Messina, proveniente forse da una qualche località del Levante, una nave dall’andamento ondivago e evidentemente priva di governo; non avendo avuto risposta alle proprie richieste di informazioni, la locale Capitaneria ha deciso di abbordare lo scafo ed ha constatato che tutto l’equipaggio giaceva privo di vita sotto coperta. I cadaveri risultavano, a un primo esame visivo, “brutti e pieni di pustole”. In compenso la nave brulicava di grossi ratti grigi.
Le autorità portuali, dopo aver trainato l’imbarcazione nello scalo, hanno dunque deciso di distruggerla col fuoco, più che altro subodorando qualcosa di poco bello sia nei cadaveri, sia nelle pantegane; qualcosa che, purtroppo, non riuscivano a descrivere a parole o a richiamare alla memoria.

ratti con peste
Cera della peste opera di Gaetano Zumbo, (XVII secolo) conservata al museo della Specola di Firenze – Foto da Wikimedia

L’approntamento dei lanciafiamme ha tuttavia richiamato l’attenzione di una folla di sfaccendati, fra i quali diversi membri delle locali associazioni animaliste: questi hanno dunque protestato e richiesto la sospensione del provvedimento e l’adottabilità dei ratti pestiferi. Al momento, in attesa del pronunciamento del giudice competente (che è in aspettativa dal 1990 per i festeggiamenti del secondo scudetto del Napoli), gli animalisti sono lì, fra i cadaveri e le sartie, e coccolano le bestie. Alcuni cominciano ad avvertire pruriti sotto le ascelle, ma pensano sia per via della maglietta juta/lanetta.

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