Angela Merkel pronta al quarto mandato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-08-02

Secondo Spiegel, in una riunione interna, la cancelliera avrebbe discusso su chi dovrebbe guidare la campagna elettorale. Avrebbe anche parlato alcune settimane fa di strategia elettorale col leader della Csu bavarese, Horst Seehofer

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La cancelliera Angela Merkel intenderebbe ricandidarsi per un quarto mandato alle prossime elezioni nel 2017, secondo quanto riferisce l’ultimo Spiegel. Stando al settimanale tedesco, l’annuncio ufficiale sarà fatto all’inizio del 2016. Ancora non è chiaro però se la cancelliera pensi di rimanere nell’incarico per una intera legislatura. Tempo fa girava voce che Merkel avrebbe potuto lasciare a metà mandato e dare così il tempo a un successore – uomo o donna che sia – di prepararsi per affrontare le prossime elezioni. Secondo Spiegel, in una riunione interna, la cancelliera avrebbe discusso su chi dovrebbe guidare la campagna elettorale. Avrebbe anche parlato alcune settimane fa di strategia elettorale col leader della Csu bavarese, Horst Seehofer. Questi vorrebbe fissare per l’Unione cristiano democratica (Cdu-Csu) l’obbiettivo della maggioranza assoluta, ma la cancelliera, che è anche leader della Cdu, avrebbe dubbi.
 
ANGELA MERKEL PRONTA AL QUARTO MANDATO
Alle elezioni nel 2013 la Cdu-Csu arrivò al 41,5% dei voti. La Merkel, che ha compiuto da poco 61 anni, è cancelliera dal novembre 2005 e ha vinto finora, con le ultime nel 2013, tre elezioni legislative. Gode di popolarità incontrastata, con valori fissi attorno al 60% e nessun concorrente in vista. Anche la Cdu-Csu e’ stabile sopra il 40%: a luglio era al 42%. Repubblica pubblica oggi un’analisi di Lucio Caracciolo sulla decisione di Angela:

L’anziano cancelliere, che non ha mai nascosto di de testare quella che per lui era e resta «la ragazzina» — innamorata della poltrona quanto incapace di stare a tavola impugnando correttamente forchetta e coltello — probabilmente ne soffre al solo pensiero. Nelle settimane più aspre della crisi greca — sedata, non risolta — Angela Merkel ha dovuto ingoiare severe critiche provenienti da sponde straniere ma tradizionalmente amiche. Americani, francesi, britannici, italiani hanno accusato la cancelliera e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble di aver imposto alla Grecia una dose insostenibile di austerità, con l’obiettivo di provocarne l’uscita dall’euro. Opzione pubblicamente evocata da Schaeuble e utilizzata dalla cancel-liera per costringere Tsipras a ingoiare un piano in cui nessuno crede. Quanto i due leader tedeschi giocassero al poliziotto buono/poliziotto cattivo, o invece perseguissero strategie diverse, lo stabilirà la storia. Resta che la linea dura, avversata dai principali partner della Bundesrepublik, ha funzionato benissimo in patria. Ciò significa che anche nei prossimi mesi, e sempre più nettamente quanto più si avvicinerà il voto, il governo tedesco terrà una linea intransigente in difesa del rigore economico e monetario.

Quindi, spiega Caracciolo, la decisione della Merkel porterà a nuovo rigore in Europa, e non è una buona notizia per chi, come l’Italia, ha chiesto di rivedere i vincoli europei di spesa:

Perché su questa trincea la “cancelliera di ferro raffigurata dalla Bild-Zeitung con il classico elmetto prussiano è convinta di essere rieletta, anche se non con la maggioranza assoluta sognata dai cugini bavaresi della Csu. Merkel e Schaeuble sono di gran lunga i politici più popolari di Germania. Perché solidi, competenti, affidabili. Soprattutto, garantiscono di non cedere ai ricatti delle “cicale del Sud. Ringhiano contro qualsiasi ipotesi di eurobond o altre diavolerie che potrebbero aprire le porte della aborrita Transferunion — un’eurozona solidale in cui i più forti sono disposti a soccorrere i più deboli in nome del bene comune. Anzi, nella visione germanica non ci sono forti e deboli, solo virtuosi ( loro stessi e altri nordici) e viziosi ( mediterranei, noi e i francesi inclusi). Che l’area dell’euro funzioni come Transferunion al contrario, con la Germania in permanente surplus commerciale e gli altri a farne le spese, resta tabù in terra tedesca. Almeno fin quando, dopo aver desertificato i mercati europei, la nazione esportatrice per eccellenza non comincerà a subirne i contraccolpi.

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