Anche le suore nel loro piccolo s'incazzano (con i grillini)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-11

La Stampa racconta nella cronaca di Torino di oggi un curioso episodio che riguarda la Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli e il gruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio comunale e alla Regione Piemonte. La materia del contendere è il futuro dell’ospedale Grandenigo, che si trova in Corso Regina Margherita, sospeso …

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La Stampa racconta nella cronaca di Torino di oggi un curioso episodio che riguarda la Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli e il gruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio comunale e alla Regione Piemonte. La materia del contendere è il futuro dell’ospedale Grandenigo, che si trova in Corso Regina Margherita, sospeso tra il passaggio al Gruppo privato Humanitas e la contestazione politica, che vede in prima linea i grillini. I quali contestano la decisione di consegnare un pronto soccorso pubblico a un privato, e le sue modalità: “Il Movimento 5 Stelle ha chiesto tutti documenti sulla questione, scoprendo che l’ospedale non può passare ad un privato senza un’adeguata presa d’atto che il soggetto al quale avevano dato il diritto di superficie non è più no profit. Infatti l’amministrazione comunale aveva, negli anni passati, siglato una convenzione di 99 anni con la congregazione delle religiose a patto che la struttura fosse gestita senza scopo di lucro”. Le suore, racconta Alessandro Mondo sulla Stampa, hanno deciso di passare alle vie epistolari:
ospedale grandenigo

Dai e dai, le suore hanno deciso di dire la loro: tanto più che sono loro a mandare avanti l’ospedale, con tutte le incombenze del caso, sospeso tra il passaggio al Gruppo privato Humanitas e l’opposizione di quanti, in primis i Cinque Stelle, contestano «la decisione di consegnareun pronto soccorso pubblico ad un privato profit». Il dibattito è impantanato in commissione. Da qui il sollecito delle suore, che partono dagli interventi di ristrutturazione per arrivare al vero nodo della questione: «L’accordo tra la Congregazione e Humanitas prevede che il Gruppo si faccia carico dei 20 milioni di debito dell’ospedale e investa altri 10 milioni in tre anni per lo sviluppo dei servizi e delle tecnologie». Non ultimo: «Implica il mantenimento del posto di lavoro per le oltre 580 persone che lavorano nell’ospedale». Ecco perché, «riteniamo che la politica piemontese si sta prendendo una grave responsabilità nei confronti dei lavoratori del Gradenigo». A ciascuno le proprie responsabilità.

E occhio: le suore menano.

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